Francesco Cossiga conferma la sua intenzione di abbandonare la politica per prepararsi come si conviene alla morte. In una lunga intervista a LIBERO, l'ex presidente della Repubblica, 77 anni, traccia un bilancio della sua vita e riconferma il suo ''silenzio'' politico dal primo gennaio 2006, dopo che proprio a Natale e' stato uno dei protagonisti del corteo a favore dell'amnistia.
''Nella vita vi e' un tempo per operare ed un tempo per meditare e prepararsi a morire nella pace del Signore ed in amicizia con Lui - dice -. Credo che questo tempo sia per me giunto, perche' Iddio me ne ha dati segni con non equivoci avvertimenti'', ''voglio morire in pace e amicizia con il Signore''.
Cossiga e' duro con se stesso quando traccia il bilancio della sua vita, affermando di non essere stato un importante politico ''perche' non ho suscitato alcun movimento ne' ho esercitato alcuna guida'', ne' un uomo di Stato ''perche' non lascero' alcuna traccia nella Storia delle istituzioni del Paese''.
''L'Italia - continua l'ex primo ministro - ha avuto solo quattro uomini di Stato: Camillo Benso conte di Cavour ne ne realizzo' l'unita', Giovanni Giolitti che ne fece una democrazia liberale, Benito Mussolini che, pur con costi altissimi per le liberta' democratiche, la modernizzo', Alcide De Gasperi, che la ricostrui' e la riedifico' in libera Repubblica''.
''Come presidente della Repubblica - ribadisce -, io ho fallito nel mio obiettivo di avviare l'Italia alla riforma delle sue istituzioni''.
Ad aprile il ''picconatore'' sara' alle votazioni e svela che dara' ''un voto al centrodestra, forse l'Udc, ed un voto al centrosinistra, non pero' ad una lista di cui il capolista sia Romano Prodi od un prodiano, questo mai. Forse quindi votero' l'Udeur''.