AL SENATO, in commissione Sanità, la maggioranza (ad eccezione di Prc, Verdi, Pdci) vota con il centrodestra contro il decreto che avrebbe raddoppiato la quantità di cannabis che può essere detenuta per uso personale: ventuno voti a favore, tre contrari e un astenuto. Una clamorosa sconfessione, per il ministro diessino Livia Turco che aveva proposto il decreto, tanto che per tutto il pomeriggio si sono rincorse voci di sue imminenti dimissioni.Il documento votato, presentato da Margherita, Idv, Autonomie e sul quale sono confluiti i voti della Cdl e di quasi tutti i Ds, è durissimo contro la proposta Turco, chiede che vengano avviate consultazioni da parte del governo con gli esperti e impegna quindi l’esecutivo a «riesaminare il decreto».
IL COMMENTO DI SINTESI politica viene dal vice presidente della commissione, il verde Silvestri: «Di fatto si è censurato il ministro Turco. Le contraddizioni dell’Ulivo non possono essere scaricate sulla coalizione». Lo stesso Silvestri ha tenuto a ricordare che il documento approvato, presentato da quattro senatori dalla maggioranza, è «uguale al testo dell’opposizione che, in maniera molto furba, l’ha fatto proprio». Ha cercato di metterci una pezza la presidente dei senatori dell’Ulivo, Anna Finocchiaro, che ha definito l’odg un’«iniziativa fuori luogo dato il tema su cui si stava ragionando, anche perché non rispecchia le posizioni dell’Ulivo». Stessa posizione delle altre ministre ds Barbara Pollastrini e Giovanna Melandri, che hanno espresso solidarietà alla collega. Curiosa invece la posizione di Anna Serafini, moglie di Fassino: ha sostenuto che l’odg da lei votato «è a favore della Turco perché è contro gli stupefacenti». Ma per il vice capogruppo ulivista Latorre, i senatori del suoi gruppo sono stati «superficiali».
PAOLA BINETTI, Ulivo, da sempre contraria alla linea della Turco, ha detto che la «cosa più bella è stata il voto convinto dei senatori Ds». Ha poi spiegato che si tratta di un messaggio «non tanto alla Turco, bensì all’intero Parlamento al quale chiedo di assumere una responsabilità condivisa nella tutela dei giovani». Infuriata la sinistra estrema che ricorda come il voto violi «elementi significativi del programma dell’Unione». Scontata l’euforia della Cdl. «Giornata nera per l’Unione», dice il forzista Schifani.
fonte ilrestodelcarlino