Ennesimo benefit ai politici. Compri ville con 2 soldi

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Ennesimo benefit ai politici. Compri ville con 2 soldi

Messaggiodi Aragorn il 05 apr 2007, 15:09

Comprarsi casa in pieno centro di Roma a duecentomila euro o, in alternativa, spendere appena quattrocentomila euro per accaparrarsi una villa «immersa nel verde» a due passi dal Grande Raccordo Anulare non è impossibile: basta essere parlamentari.
L'idea è venuta ad un deputato dell'Italia dei Valori, Luciano D'Ulizia, che il sette marzo scorso si è armato di carta e penna ed ha mandato una lettera a tutti i suoi colleghi di Montecitorio e Palazzo Madama, invitandoli a costituirsi in una cooperativa «per dotarsi di abitazioni utili alla permanenza a Roma». Si tratta, scrive l'onorevole dipietrista, di «dare vita a cooperative ad hoc che consentano di acquisire, per chi lo volesse, un'abitazione funzionale sia in relazione alle distanze che ai tempi di percorrenza necessari per raggiungere le sedi istituzionali». Rivolgendosi «a quanti di voi siano disponibili ad intraprendere con me questa avventura», D'Ulizia allega un esaustivo prospetto di come avranno da essere i risultati dell'avventura. Tre le «tipologie abitative» progettate: «unità di piccole dimensione in zone centrali e semicentrali di Roma, dal costo approssimativo di 200mi-la/250mila euro»; «unità di piccole-medie dimensioni in zone residenziali ma periferiche della città dal costo approssimativo di 180mila/220mila euro»; «unità di grandi dimensioni (ville) ubicate in zone residenziali e immerse nel verde, a circa 10-15 chilometri da Roma, dal costo approssimativo di 400mila/450mila euro». Ciascheduno si faccia in conti in tasca (sempre tenendo presente, e ci mancherebbe pure, la possibilità di «accedere a mutui personalizzati»), si scelga la tipologia che più gli si addice, compili l'apposito modulo e lo mandi via fax a D'Ulizia che poi ci pensa lui.
E qui vale la pena di spendere due parole sul promotore della faccenda. Perché Luciano D'Ulizia, manager nato a Terni quasi sessantadue anni fa, quanto a cooperativismo è un'autorità. Costui è da 22 anni a capo dell'Unione nazionale delle cooperative italiane (Unci), piccola ma agguerrita - esiste dal 1971 - centrale delle cooperative di ispirazione cattolica. D'Ulizia non ha ritenuto di lasciare la carica una volta eletto a Montecitorio, da dove continua a guidare l'Unci. Alla direzione centrale della quale, giova ricordarlo, ha fatto accomodare il figlio Francesco. L'Unci, qualche tempo fa, era stata protagonista di una polemica con la Legacoop: motivo del contendere, l'accordo stipulato dall'Unci con il Coordinamento associazioni imprenditori (Cnai) l'Unione cristiana commercio e turismo (Ucict), il Movimento cooperative e mutue e la Cisal e le cifre da esso fissate, talmente basse e sottoconcorrenziali da essere bollate come «dumping sociale» dalla stessa Legacoop.
Ulteriore prova del legame sentimentale che unisce D'Ulizia all'universo cooperativistico è l'attività parlamentare espletata dall'onorevole dipietrista nei suoi primi mesi di mandato: delle ben tre proposte di legge presentate come primo firmatario, due riguardano richieste di agevolazioni fiscali per le coop (la terza, il cui testo non è ancora disponibile sul sito della Camera, verte sulla disciplina contrattuale degli assistenti parlamentari). Delle due pdl ad hoc, peraltro, una calza a pennello con la sua iniziativa immobiliare. Se la prima si perde in aridi tecnicismi sulla disciplina del trattamento di fine rapporto dei dipendenti delle cooperative, la seconda, la pdl numero 2332 presentata il sette marzo scorso (in curiosa e sicuramente casuale concomitanza con l'invio della lettera di cui sopra) e trasmessa alla commissione Finanze quattordici giorni dopo, cade come il cacio sui maccheroni. Perché D'Ulizia chiede «Disposizioni per l'esenzione dei fabbricati appartenenti alle cooperative agricole e ai loro consorzi dall'imposta comunale sugli immobili». Dove Berlusconi con le promesse e Prodi col governo hanno fallito, ecco che riuscirà l'onorevole cooperativo: via l'Iti dalle case, purché siano delle coop agricole. È l'Italia dei valori. Edilizi.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Messaggiodi pamparulez il 05 apr 2007, 17:25

E intanto mia sorella impazzisce con il suo fidanzato perchè non riescono a comprare casa a prezzi decenti senza farsi aiutare dai rispettivi genitori...
Ah...se mio babbo fosse stato un politico...
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