Nell’indagine della Procura di Bolzano per corruzione, concussione e riciclaggio sulla vendita che nel 1994 Stet (gruppo Iri) fece di Italtel, gioiello delle telecomunicazioni, ai tedeschi di Siemens, con Goldman Sachs come advisor, gli inquirenti compiono ora accertamenti sulle attività del presidente del Consiglio Romano Prodi. Gli inquirenti altoatesini hanno avviato numerose verifiche sugli affari compiuti dai Prodi, sulle compravendite immobiliari della moglie, Flavia Franzoni. E, soprattutto, sulla loro attività professionale, a iniziare dalle consulenze ricevute negli anni ’90 da Goldman Sachs.
La polizia giudiziaria ha quindi compiuto diverse attività. È andata una prima volta a Bologna, nello studio di Piero Gnudi, commercialista storico del professore, per acquisire documenti e fatture pagate ai Prodi da Goldman Sachs. È tornata una seconda volta a Bologna per prendere altre fatture dei Prodi presso gli uffici giudiziari e atti relativi a una inchiesta archiviata sulla cessione Cirio-Bertolli-De Rica. Nel frattempo sui Prodi sono stati compiuti accertamenti patrimoniali, finanziari e tributari su delega della Procura di Bolzano. Al vaglio le attività di numerosi soggetti: Romano Prodi, la moglie Flavia, alcune immobiliari partecipate da quest’ultima e da fiduciarie, la fondazione Il Mulino. I rapporti con Goldman Sachs sono ritenuti rilevanti per comprendere le dinamiche della vicenda.
Tra il 1990 e il 1995 la banca d’affari pagò alla società dei Prodi, la Ase Analisi e Studi Economici srl, oltre 2 miliardi e 622 milioni, rivelandosi così il committente privilegiato dei Prodi. Prima di General Electric e Pacific Telesis International. Proprio in quegli anni si sviluppa la battaglia su Italtel. Nel 1992 inizia infatti la lotta per il controllo dell’azienda telefonica: Siemens, At&t, Ericsson e Alcatel cercano di aggiudicarsi il gruppo italiano. Nel maggio ’93 Prodi arriva all’Iri (che controlla Stet che a sua volta controlla Italtel) e interrompe le consulenze con Goldman Sachs per riprenderle nel settembre del ’94 quando lascia la presidenza. Ma i rapporti restano saldi: la banca è talmente soddisfatta di Prodi per i primi cinque mesi del 1993 da assegnarli un bonus speciale di 910 milioni. Un bonus che corrisponde a oltre un anno di compensi medi finora percepiti. Coincidenza vuole che Goldman Sachs, pochi mesi dopo, nell’inverno del 1993, riesce a scalzare Schroeders, come banca d’affari che per Siemens segue Italtel. Un affare da 2.500 miliardi.
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