Hanno solo 10 o 11 anni, ma sanno tutto sul sesso, conoscono i metodi anticoncezionali, parlano con termini specifici e dicono di aver già avuto rapporti o, quantomeno, di essere attratti fisicamente dalla compagna di banco. Tra le centinaia di telefonate che arrivano a "Pronto Bambino" - un numero verde con sede a Padova, ma che raccoglie richieste d'aiuto e confidenze dai ragazzini di tutta Italia -moltissime vengono da bambini che raccontano le loro precoci esperienze. Sono ossessionati dal sesso, «perché subiscono ogni giorno il bombardamento di tv, giornali e internet dove, anche al di fuori della pornografia, si continua a parlare di erotismo», spiega Elena Gradella direttrice del centro (NumeroVerde 800-890000).
Nel 2006 al centralino sono arrivate 589 telefonate da tutta Italia: la maggior parte viene da adolescenti e bambini, ma molte anche da genitori o parenti (in 110 hanno chiestol'aiuto degli psicologi), conoscenti (20) ed educatori (6). Una telefonata su cinque ha per argomento la sessualità e a comporre il numero sono maschi e femmine in egual numero a partire dagli undici anni. Tra le altre motivazioni si anno -verano le difficili relazioni coi genitori o coi coetanei, l'indigenza e i maltrattamenti. «Chiamano anche solo per solitudine», spiega Irene Bonan, una delle dieci volontarie che rispondono alle chiamate. «Molti bambini, anche di cinque anni, vengono lasciati soli a casa dai genitori che lavorano».
Gli undicenni «dichiarano di provare attrazione verso la compagna di banco», continua Bonan. «Quelli di poco più grandi dicono anche di essere confusi sull'indirizzo della propria sessualità e i maschi spesso confessano di essere attratti dal migliore amico. Un quindicenne ci ha raccontato di aver già avuto rapporti completi sia con un ragazzo che con una ragazza». Sui rischi del sesso non protetto questi preadolescenti sanno già tutto. «Cerchiamo di far loro capire il valore ses -sualità», racconta Bonan, «ma alla fine diriamo anche che se proprio non possono farne a meno, almeno usino il preservativo». E i ragazzini cosa rispondono? «Che lo sanno già e che di avere un figlio adesso non ne hanno nessuna intenzione», a assicura la volontaria. Questi sono i già pensieri di un tredicenne. Per il resto volontari si incontrano ogni due settimane per fare il punto, ma nella maggior parte dei casi possono 3 solo indirizzare il ragazzo ai servizi sociali. Capita anche che al "Pronto bambino" chiamino i genitori preoccupati da alcune richieste che non si aspettavano, come undicenni che vogliono uscire di sera in coppia con la fidanzatala. O allarmati da parole che mai avrebbero immaginato di sentire. «I ragazzini usano espressioni precise come "voglio fare sesso orale" o "mipiacefare sesso"», racconta Gradella. «Noi spieghiamo che queste parole non sono belle, che si dice "fare l'amore". Non per una questione di terminologia ma perché i rapporti intimi sono completi solo da adulti, quando ci si vuole bene».
Secondo la responsabile del centro, granparte della colpa di quello che succede ai ragazzini d'oggi è da imputarsi al bombardamento mediatico. Su internet, nelle pubblicità e nelle riviste «si trova ses -so di continuo, anche senza parlare di porno», spiega Bonan. «Per questo il primo consiglio che diamo ai genitori» aggiunge Gradella «è di eliminare la tv in camera dei figli, perché è facile che la accendano quando non sono controllati». Una spiegazione ci aiuta a trovarla anche Raffaele Morelli, psichiatra e direttore di Riza Psicosomatica: «Alcune di queste telefonate saranno sicuramente basate su bugie, perché i bambini spesso giocano a fare i grandi». Perle chiamate "vere", invece, Morelli parla di «idea del sesso a portata di mano. Tutti i ragazzini si identificano con un eroe, solo che per le vecchie generazioni era Tex Willer, mentre adesso sono i personaggi del Grande Fratello, circondati da donne e sempre a caccia di sesso. Diamo troppa realtà ai bambini e poche fiabe».