Napoli capitale dello sviluppo ecosostenibile», non è una barzelletta, che in queste ore farebbe ridere poco, ma la velleitaria quanto assurda motivazione con cui pochi giorni fa la Regione Campania ha lautamente finanziato un convegno, e la relativa campagna di comunicazione, dal titolo "Primo Forum Sostenibilità". La spesa è stata di 245 mila euro, quasi mezzo miliardo di vecchie lire, la relativa delibera è la numero 2104, reca la firma del presidente della Regione, Antonio Bassolino, ed è stata votata all'unanimità degli assessori presenti. A scorrere i contenuti dell'atto si ravvisa un misto di comicità e tragedia.
È ORA DI CONFRONTI
È scritto, infatti, testualmente: «Che la Regione Campania alla luce del delinearsi di un nuovo scenario che vede nella nuova programmazione la centralità della tutela, le bonifica e la riqualificazione del territorio, intende organizzare un momento di confronto scientifico ed economico».
E ancora, si aggiunge: «Che la Regione Campania sta avviando molteplici poliche ed azioni d'intervento nel campo della sostenibilità ambientale». La delibera è stata pubblicata a pagina 73 del Bure, il Bollettino, l'equivalente della Gazzetta ufficiale, della Regione Campania, tre pagine, fitte, fitte, nascoste in altri provvedimenti di routine, forse nella speranza che nessuno le andasse a leggere.
A BALI PER L'ONU
Poche settimane fa la Regione Campania mandò anche una delegazione, assessore all'Ambiente in testa, a Bali, per la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Non poteva essere altrimenti, i napoletani "leader dello sviluppo ecocompatibile" dovevano insegnare al mondo come si garantisce un corretta sostenibilità ambientale.
Tornando alle premesse della delibera che ha finanziato il convegno, tanto per ridere, vale la pena leggere di «ciclo integrato dei rifiuti, efficienza energetica, fonti rinnovabili e mitigazioni dei rischi ambientali».
Giuseppe Prezzolini amava ripetere che in Italia, quando c'è un problema, invece di risolverlo si organizza una tavola rotonda per discuterne. Salvo trovarsi qualche tempo dopo allo stesso punto di partenza.
Questa ultima iniziativa evoca quella di qualche mese fa con cui il sindaco, Rosa Russo Jervolino, vietò il fumo nei parchi, lo fece con una specifica ordinanza del novembre scorso che già allora suscitò l'ilarità generale, tenuto conto delle condizioni generali della città di Napoli. La somma di 245 mila euro non è piccola, ma è poca cosa se ci si domanda che fine hanno fatto due miliardi di euro gestiti in oltre un decennio dal commissariato straordinario per i rifiuti.
IN FUMO 2 MILIARDI
Con quella somma si potevano costruire ben 15 inceneritori. Mentre oltre 54 milioni di euro è costato il trasporto in Germania di parte delle immondizie napoletane, misura che doveva durare solo poche settimane.
Sulla gestione dei fondi del commissariato si è già fatta sentire la Corte dei conti, con due delibere, nelle quali oltre a ritenere «dubbia l'applicabilità della disciplina normativa dettata per l'emergenza», muove precise contestazioni su «consulenze», «genericità degli obiettivi», «l'incoerenza dei tempi fissati».
In un dossier riservato, invece, messo a punto dopo una minuziosa verifica dall'Ispettorato Generale di Finanza della Ragioneria generale, e che reca la firma dell'ispettore Natale Mon-surrò, vengono individuati altri sprechi.
Colpiscono gli oltre settecentomila euro di telefonate, escluse le ricariche dei cellulari, alcune accertate verso quelle che sono classificate come "utenze speciali".
Il Commissariato è la struttura creata alla fine degli anni Novanta per alleviare il disastro dei rifiuti in Campania.
Sono stati commissari i presidenti della Regione, Rastrelli (per un brevissimo periodo), Losco e Bassolino,
quindi il prefetto Catenacci e il direttore della Protezione Civile Guido Berto -laso, anche lui per breve tempo.
Le spese generali del commissariato, quelle per mantenere l'apparato, erano giunte a 24 milioni e 500 mila euro l'anno, cui vanno aggiunti 8,8 milioni di euro per le consulenze, i progetti e le convenzioni, mentre solo 6 milioni e 429 mila euro erano finiti al sostegno per la raccolta rifiuti dei comuni campani.
SPRECOPOLI
Il classico caso in cui i costi della burocrazia sovrastano quelli della reale attività dell'ente. Solo in un secondo momento il Commissariato ha fatto disattivare le chiamate ai numeri che cominciano per 899. Tra le spese rilevate c'è un viaggio di lavoro a Rimini dove otto dipendenti (non il commissario o il subcommissario) della struttura hanno alloggiato al Grand Hotel, un cinque stelle super lusso, al costo di 280 euro a notte.
L'Ispettorato lo definisce «gita di servizio a Rimini>>, rilevata anche un'altra trasferta ad Anacapri.