Senato russo dice sì all'indipendenza di Ossezia e Abkhazia

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Senato russo dice sì all'indipendenza di Ossezia e Abkhazia

Messaggiodi Aragorn il 25 ago 2008, 13:49

Invece di allentare la pressione in Georgia, il tanto atteso ritiro dei soldati russi ha trasferito l’instabilità dai campi di battaglia ai tavoli della diplomazia. In attuazione, anche se ritardata, del quinto dei sei punti che compongono l’accordo di tregua mediato da Sarkozy lo scorso 12 agosto, Mosca ha provveduto ad una lenta smobilitazione delle sue truppe dal territorio georgiano. Ma gli effetti positivi non sono arrivati.

L’avanzata russa era diretta nei centri nevralgici per il controllo della repubblica di Tbilisi – piccoli centri urbani con deboli difese dove le truppe russe hanno saccheggiato le caserme dell’esercito georgiano, smantellato le armerie della polizia e sabotato i sistemi di comunicazione.

A fronte di un ridotto investimento militare, Mosca ha così guadagnato un ingente capitale strategico. Le cancellerie occidentali si erano impegnate per persuadere i russi a ritirarsi, confidando nel fatto che senza la minaccia militare la situazione si sarebbe semplificata e la Georgia avrebbe ritrovato la sua integrità territoriale. Però il Cremlino ha risposto con una razionalità politica e strategica che non ha ammorbidito la sua morsa sulla Georgia. Il ritiro militare è avvenuto. Tuttavia si è trattato di una rilocazione dei contingenti basato su due mosse a sorpresa.

La prima è stata la definizione unilaterale da parte di Mosca di zone cuscinetto tra Ossezia meridionale, Abkhazia e Georgia che però sforano a danno della Georgia i confini amministrativi delle due micro-repubbliche. I soldati russi si sono dunque riposizionati lungo confini tracciati arbitrariamente da Mosca continuando a detenere una presenza e un’influenza sul territorio georgiano. D’altronde queste zone cuscinetto non rientravano nei sei punti di Sarkozy – ma neppure l’integrità territoriale della Georgia, che continua a rimanere una dichiarazione d’intenti senza attuazione.

La seconda mossa a sorpresa ha sfruttato i peace-keepers russi. Questa volta il minuscolo, ma comunque simbolico, contingente è stato impiegato per istituire una decina di check points sul confine tra Georgia ed Ossezia e lungo la principale arteria autostradale tra est e ovest della Georgia. Il checkpoint che ha destato più polemiche è stato collocato nel porto di Poti, che è la principale base navale della marina georgiana. Mosca ha ufficialmente riconosciuto che Poti non rientra nell’area in cui i peace-keepers russi sono autorizzati ad operare. Tuttavia questo sconfinamento è stato giustificato come misura di sicurezza di fronte alle manovre che gli Usa stanno effettuando nel vicino porto di Batumi.

Sia Poti che Batumi, peraltro emblema nazionale georgiano perché sede della corte costituzionale, sono due scali marittimi vitali per i traffici della Georgia ed entrambi sono a breve distanza dal confine con l’Abkhazia. Washington ha inviato un cacciatorpediniere carico di aiuto umanitari per le popolazioni sfollate che, in concomitanza con il ritiro russo, rientrano nelle loro terre martoriate dai bombardamenti ed aprono una crisi umanitaria per la Georgia. Almeno altre due navi da guerra americane raggiungeranno Batumi per formare una sorta di ponte navale per fornire soccorsi.

Naturalmente la Russia considera qualsiasi manovra americana come una potenziale minaccia e reagisce con ritorsioni logistiche come, appunto, l’installazione del check point di Poti. La rappresaglia colpisce gravemente la Georgia perché attraverso Poti scorrono centomila barili di petrolio al giorno destinati all’Europa e arrivano le merci per i mercati del Caucaso.

La presenza russa trasmette così un segnale di intimidazione e instabilità che scoraggia i flussi commerciali e condiziona gli equilibri geopolitici dell’intero Caucaso. Il prossimo 15 ottobre le elezioni presidenziali in Azerbaijan acquistano un senso molto più forte per la virata filo-americana del presidente Aliyev, mentre l’Armenia si accinge a riconoscere l’indipendenza del Nagorno-Karabak, storica enclave armena in territorio azero.

Ma le conseguenze del conflitto divampato in Ossezia del Sud Non sono finite. Il Consiglio della Federazione Russa, organo collegiale equivalente al senato, ha infatti approvato ieri a maggioranza assoluta un appello al presidente Medvedev affinché sia riconosciuta l’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. Non solo: il documento votato dai senatori russi accusa esplicitamente la Georgia di “genocidio” contro le popolazioni separatiste. Un’analoga risoluzione è sul punto di essere votata anche dalla Duma. Entrambi i documenti non sono vincolanti, ma esprimono chiaramente una forte volontà politica.

A questo punto l’integrità territoriale della Georgia resta l’incognita che può determinare l’evoluzione del conflitto. Pertanto la partita si gioca ora nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, alla ricerca di una bozza di risoluzione che contempli il principio dell’integrità territoriale della Georgia con i dati di fatto imposti dalla forza militare russa. Il nucleo restano i sei punti di Sarkozy, che però non citano l’unità della Georgia, sulla quale gli Usa non intendono transigere. Ma neppure Mosca potrebbe votare una risoluzione che marcia in senso opposto alla sua politica.

In questo susseguirsi di pezzi che non combaciano, un fattore di semplificazione può essere costituito da un’intesa sulla futura presenza militare della Russia nelle due repubbliche separatiste di Abkhazia ed Ossezia meridionale. Se i peace-keepers russi fossero sostituiti da una forza multilaterale sotto il mandato delle Nazioni Unite, i separatisti conserverebbero la loro autonomia di fatto e Tbilisi manterrebbe formalmente la sua integrità territoriale. Ma Mosca è entrata in guerra proprio per piegare la Georgia e sbarazzarsi del suo presidente che sogna la Nato nel Caucaso.

Nei piani russi questo bersaglio finale può essere centrato trasformando le due entità separatiste in enclavi ripulite etnicamente da ogni presenza georgiana. Strappare le due regioni dalla sovranità di Tbilisi scatenerebbe un’ondata di profughi e di malcontento che finirebbe col destabilizzare Tbilisi e travolgere Saakashvili. La complessità delle trattative diplomatiche rispecchia il rifiuto della Russia di considerare concluso il conflitto in Georgia.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: Senato russo dice sì all'indipendenza di Ossezia e Abkhazia

Messaggiodi takion il 25 ago 2008, 15:43

Per come la vedo io, e posso sbagliare, ma non credo di essere arrivato a ciò, tutto 'sto casino nasce dalla formula dello scudo spaziale lanciato dagli USA. Quello è stato un errore madornale. Il costruire una struttura di per sé solo americana, comporta previamente una destabilizzazione del potere già da allora suddiviso e mantenuto con patti firmati. Ci credo che ora la CSI esca dai patti firmati, e questo è colpa degli USA che per aggirare il fattore nucleare, hanno dato luogo a questo errore (lo scudo spaziale). Non crediate che la stessa Cina starà in seguito zitta. Attendete e vedrete!

Sempre a mio parere, dovrebbero aprire la possibilità di partecipazione a tutti gli Stati che lo richiedessero, anche alla CSI, e questo permetterebbe forse di capire, che è ridicolo farsi la guerra quando le armi sono talmente sofisticate da radere a zero una nazione intera, mentre sarebbe utile comprendere che prima si prenderà coscienza di possibili arrivi di asteroidi enormi, meglio sarà per tutti, per potersi parare in caso di necessità. Purtroppo questa ultima parte è sempre vista come "fantascienza" ma se si guarda indietro nella storia, ci sono stati impatti su questo pianeta per cui in seguito tutto è cambiato, anche l'atmosfera.
Non è ora che quei "signori" (chiamiamoli signori, anche se sono solo dei co****ni) si sveglino dal loro sonno?

Mi piacerebbe partecipare ad una loro riunione, tanto so che sarei subito buttato fuori, ma non prima di averne presi a calci nel di dietro un po'. Quelli sono solo perditempo!

Prima lo capiranno e prima si arriverà ad uno sviluppo vero e con l'intervento di tutti, cosa che dovrà accadere, oh se accadrà!!! Bisogna solo attendere.
Da quando le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso
(Conte Leo N. Tolstoy)
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Re: Senato russo dice sì all'indipendenza di Ossezia e Abkhazia

Messaggiodi nemesys_72 il 27 ago 2008, 09:37

(Reuters) - Il presidente russo Dmitry Medvedev ha annunciato oggi di aver firmato il decreto che riconosce come Stati indipendenti le regioni georgiane dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia.

L'indice di Borsa di riferimento Rts della Russia è sceso di oltre 6 punti percentuali oggi, incrementando le perdite iniziate con il calo dei prezzi del petrolio e la debolezza dei mercati Europei.

Di seguito, i commenti di Onu, Usa, Georgia, presidenza di turno dell'Unione Europea, dei ministeri degli Esteri e di analisti politici ed economici:

ITALIA, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

"L'Italia è chiamata a dare il suo contributo costruttivo, innanzitutto a sostegno delle posizioni già espresse dell'Unione Europea, nel richiamo del rispetto da tutte le parti dei principi inviolabili in cui si riconosce la comunità internazionale, e nella ricerca di soluzioni condivise alla crisi in atto".

ONU, PORTAVOCE DEL SEGRETARIO GENERALE BAN KI-MOON

"Gli sviluppi di oggi potrebbero avere implicazioni più ampie per la sicurezza e la stabilità nel Caucaso".

"Il segretario generale si rammarica che gli sforzi che si stanno compiendo per trovare una soluzione comune per superare la crisi in Georgia in seno al Consiglio di Sicurezza possano subire complicazioni. Il segretario generale sottolinea fortemente l'urgente bisogno di proteggere tutti i civili che vivono nell'area del conflitto".

USA, SEGRETARIO DI STATO CONDOLEEZZA RICE

"Voglio essere molto chiara. Visto che gli Stati Uniti sono un membro permanente del Consiglio di Sicurezza (delle Nazioni Unite), ciò semplicemente non avrà alcuna speranza di successo nel Consiglio di Sicurezza".

"Inoltre, in conformità alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che sono tuttora in vigore, l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud fanno parte dei confini internazionalmente riconosciuti della Georgia e così sarà in futuro".

UE, PRESIDENZA DI TURNO FRANCESE

"(La presidenza dell'Unione europea) condanna fermamente questa decisione".

"(La presidenza Ue) sollecita una soluzione politica per il conflitto in Georgia ed esaminerà le conseguenze della decisione russa da questo punto di vista".

GEORGIA, PRESIDENTE MIKHEIL SAAKASHVILI

"Questa decisione è completamente illegale, non ha basi legali".

JAAP DE HOOF SCHEFFER, SEGRETARIO GENERALE NATO

"(Il riconoscimento) è in diretta violazione di numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu riguardo l'integrità territoriale della Georgia, risoluzioni che la Russia ha accettato".

"'Le azioni della Russia nelle ultime settimane mettono in discussione l'impegno della Russia alla pace e alla sicurezza nel Caucaso. La Nato supporta fermamente la sovranità e l'integrità territoriale della Georgia e richiama la Russia al rispetto di questi principi".

ITALIA, FRANCO FRATTINI, MINISTRO DEGLI ESTERI

"Una balcanizzazione del Caucaso su basi etniche ci deve seriamente preoccupare".

"Si cambia il pilastro della cittadinanza e lo si sostituisce con la base etnica e ciò ci deve seriamente preoccupare".

"E' una questione che accolgo con grande rammarico e che certamente aggiunge qualche indicazione. Dobbiamo continuare a lavorare per mantenere unita l'Europa. Lo faremo nel Consiglio straordinario del 1 settembre"

"Certamente l'isolamento della Russia non è nell'interesse né dell'Unione Europea né della Nato né della Russia. Questo è l'impegno politico dell'Europa".

GRAN BRETAGNA, PORTAVOCE MINISTERO DEGLI ESTERI

"Rifiutiamo categoricamente questo (riconoscimento) e ribadiamo la sovranità e l'integrità territoriale della Georgia".

"Ciò è contrario agli obblighi di cui la Russia si è ripetutamente fatta carico nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza (delle Nazioni Unite)".

FRANCIA, PORTAVOCE MINISTERO DEGLI ESTERI

"La consideriamo una decisione deplorevole e io ricordo il nostro attaccamento all'integrità territoriale della Georgia".

GERMANIA, CANCELLIERE ANGELA MERKEL

"Questo contraddice i principi di integrità territoriale come diritto fondamentale", ha detto Merkel aggiungendo che il dialogo con la Russia dovrebbe restare aperto, nelle modalità che verranno stabilite nel Consiglio straordinario dell'Unione europea che si terrà il prossimo lunedì.

ALEXANDER STUBB, PRESIDENTE OSCE

"Il riconoscimento dell'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia viola i principi fondamentali dell'Osce".

"La Russia dovrebbe seguire i principi dell'Osce rispettando l'integrità territoriale e la sovranità della Georgia. La Russia dovrebbe ritirare immediatamente tutti i contingenti dalla Georgia e implementare l'accordo di cessate il fuoco".

UWE HALBACH, ESPERTO DEL CAUCASO, ISTITUTO TEDESCO PER GLI AFFARI INTERNAZIONALI E DI SICUREZZA

"Difficilmente ci sarà uno Stato confinante con la Russia che non giudicherà negativamente (il riconoscimento)".

"La Russia andrà incontro ad accuse di violazione delle leggi internazionali da parte dell'Europa e di gran parte del resto del mondo. Difficilmente qualsiasi altro Stato seguirà questo (riconoscimento). La Russia resterà relativamente isolata in questo gesto, in contrasto con il riconoscimento del Kosovo".

"(L'Europa) nutre relativamente poche speranze ... riguardo a un'effettiva risposta a questa dichiarazione russa".
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