BRESCIA - Si fa sempre più cupo il quadro dell'inchiesta sullo stupro di gruppo ai danni di una 14enne a Val Sabbia, Brescia. Nella sua ordinanza il gip del tribunale dei minori a proposito dei quattro minorenni bresciani, tutti con un'età compresa tra i 14 e i 17 anni, arrestati con l'accusa di violenza sessuale di gruppo parla di «ragazzi lasciati a se stessi, abituati a rapporti ambigui al consumo smodato di alcol e soggetti a pulsioni animalesche». Le indagini, intanto, stanno rivelando una vicenda ancora più raccapricciante di quanto già emerso domenica.
ALTRI CINQUE MINORENNI COINVOLTI - La vittima dello stupro, la 14enne Chiara, dopo essere stata invitata a una festicciola, è stata fatta ubriacare e poi seviziata in modo cruento. Alla festa erano presenti almeno una quindicina di ragazzi. Ne sono stati arrestati quattro. Nello stupro sarebbero coinvolti altri cinque ragazzini, non imputabili per l'età. Dopo le sevizie, la vittima è stata trovata dalle amiche seminuda su un divano in uno stato di semi-incoscienza, quindi soccorsa. Subito dopo lo stupro, la 14enne, che della violenza aveva inizialmente un ricordo molto confuso («tutto a posto, roba da niente» avrebbe confidato a un cugino), è finita al pronto soccorso per delle perdite di sangue. Solo in un secondo momento la ragazzina ha parlato con lo psicologo della scuola, che ha spinto i suoi familiari a rivolgersi ai carabinieri.
«VICENDA SCONCERTANTE» - «Si tratta di una vicenda sconcertante - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Riccardo Galletta -. Gli arresti si sono resi necessari perché è stata ravvisata la possibilità di reiterazione dello stesso reato». Tra gli aspetti inquietanti della vicenda, c'è anche il ritorno nella medesima casa, tanto degli aggressori quanto della vittima, ad appena una settimana dalla violenza. Il sabato successivo, infatti, i ragazzini, vittima compresa, si sono nuovamente incontrati nello stesso posto, una casa in via di ristrutturazione messa a disposizione da un genitore di un minore non implicato nello stupro, che a quanto riscontrato aveva appreso dell'aggressione ma non aveva sporto denuncia. Gli investigatori hanno spiegato che probabilmente la 14enne, tornando nella casa dove era stata stuprata, voleva solo cercare di capire meglio cosa fosse successo e chi fosse stato il responsabile. Il gruppo, figli di famiglie all'apparenza normali, si era conosciuto chattando su Internet, e frequentava le scuole della Val Sabbia. La violenza risale alla notte tra il 7 e l'8 dicembre scorsi, gli arresti sono stati eseguiti domenica dai carabinieri della Compagnia di Salò. Il procuratore capo dei minori di Brescia, Emilio Quaranta, commentando la vicenda ha parlato di «normalità del male», con riferimento agli atteggiamenti di indifferenza colti durante le indagini tra gli indagati. «Qui - ha detto - la violenza viene percepita come normale»
corriere.it