

Poi c'è un'altra cosa da considerare: ogni essere animale (in primo punto) produce CO². Che facciamo? Mettiamo una tassa su chi respira? O magari scatterà la corsa a chi cattura più anidride come ogni tanto fanno con le zanzare?
ROMA - Un patto per il clima da ripensare in chiave di eco-tecnologie, a partire dalla cattura e stoccaggio della Co2, alla quale l'Italia ha aderito, ma soprattutto dell'efficienza energetica. Non basta più ridurre le emissioni. Ora la parola d'ordine è concentrarsi su forme di finanziamento certe, riconosciute a livello globale, per la crescita sostenibile. L'appello viene dal G8 Ambiente di Siracusa, aperto, nel giorno in cui il mondo è mobilitato per l'Earth Day, dal ministro Stefania Prestigiacomo, che ha sottolineato l' importanza di un accordo globale "condiviso" sul clima e ha siglato con l'Australia un'intesa per entrare nella rete dei progetti per la cattura e lo stoccaggio della Co2.
"Alla Maddalena - ha detto il ministro - deve arrivare un messaggio molto forte e molto chiaro: queste tecnologie sono in parte già disponibili e abbiamo la necessità di investire di più ma soprattutto la responsabilità di fare in modo che queste tecnologie siano disponibili nei paesi in via di sviluppo ai quali chiediamo di non usare più il petrolio". Dal mondo dei produttori di energia un richiamo soprattutto all'efficienza energetica e al risparmio "la vera fonte alternativa". In particolare, sullo stoccaggio della Co2, accordo tra il ministro Prestigiacomo e il ministro Australiano Tony Burke, insieme all'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti. L'Enel sarà infatti uno dei membri fondatori del Global carbon capture and storage institute, l'istituto che in Australia studierà le tecnologie di cattura della CO2, coinvolti anche Gran Bretagna, Germania, Olanda e Francia; oltre a Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone e Sud-Africa. E l'Enel ha ricordato i 100 milioni di euro dall'Ue per il progetto di cattura della Co2 per la centrale di Porto Tolle in provincia di Rovigo. Al primo posto, però, anche l'efficienza energetica. Il presidente della commissione Ambiente di Confindustria Aldo Fumagalli, non nasconde la preoccupazione rispetto "al pacchetto Ue" che ha "perso per strada" il ruolo dell'efficienza. "Raggiungere il 20% di efficienza - spiega Fumagalli - deve essere preso in considerazione anche per il taglio delle emissioni del 20%". A questo proposito, dice: "Installare 8.500 Mw in 12 anni costerebbe circa 50 miliardi di euro pari a una produzione di 10 Twh", la stessa cosa si potrebbe ottenere "con il cambio dei motori elettrici". "Il risparmio energetico è senza dubbio l'energia 'alternativa' con il maggiore potenziale. E' disponibile, sicura e non richiede alcun investimento", ha affermato l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, secondo il quale si stima che anche con "adeguati incentivi ede evoluzioni tecnologiche sia possibile catturare e stoccare solo il 5-10 per cento delle emissioni antropiche". "Bisogna cambiare passo sul risparmio energetico", ha detto quindi l'amministratore delegato di Edison Umberto Quadrino per il quale servono maggiori "vincoli sulle costruzioni e sui trasporti". Secondo la Banca Mondiale, occorre una "rivoluzione nel settore energia". Lo scenario è di 18 mila turbine eoliche l'anno, 20 reattori nucleari ogni anno, 300 centrali solari. Il problema è attuare questa rivoluzione. Ma serve investire, ha detto il direttore generale del ministero dell'Ambiente, Corrado Clini.
"La Cina - ha riferito Clini - ha destinato il 38% delle risorse previste per la ripresa economica alla crescita verde mentre a livello Ue la quota è tra l'8 e il 12 per cento". Interventi necessari visto che, ha detto il segretario esecutivo della Convenzione sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite, Yvo de Boer, i cambiamenti climatici sono "reali". E al 2015, potrebbero essere 375 milioni le persone colpite ogni anno da calamità legate al cambiamento climatico.
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