l ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero si dichiara a favore della sperimentazione delle ‘shotting rooms’, le 'stanze del buco' ovvero luoghi protetti dove potersi drogare sotto controllo medico. ''In primo luogo - ha spiegato Ferrero a Radio Radicale - stiamo lavorando per vedere quale possa essere una forma rapida per sterilizzare gli effetti negativi della legge Fini-Giovanardi, in modo da impedire che ci siano episodi, che già si stanno verificando, di arresti e cose di questo tipo rispetto a ragazzi che fumano spinelli. Questo avverrà senz'altro entro l'anno''.
''E' necessario - ha proseguito l'esponente di Rifondazione - arrivare al fatto che ci sia non solo la depenalizzazione del consumo ma anche l' eliminazione delle sanzioni amministrative per consumo '', facendo inoltre ''un discorso forte nel Paese rispetto alla distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti''.
Alla domanda se, a suo giudizio, circoli droga anche negli ambienti politici, il ministro ha replicato: ''Assolutamente sì, lo si è visto da qualche inchiesta giudiziaria di qualche anno fa. Ci sono droghe che circolano nei 'palazzi', questo è assolutamente evidente, e forse non è nemmeno un caso che le tabelle derivate dall'azione del ministro Storace fossero più permissive sul versante cocaina che non sul versante cannabis per quanto riguarda la quantità di principio attivo''.
Parole, queste di Ferrero, che immediatmente fanno scattare la replica del centrodestra che, con Maurizio Gasparri di An, sottolinea: ''In Italia è in vigore la cosiddetta legge Fini-Giovanardi, che prevede il recupero dei tossicodipendenti, il potenziamento delle comunità, il contrasto allo spaccio di droga. Nessuna ipotesi di 'stanza del buco' è prevista o ammessa dalla legge''.
Perciò, incalza l'ex ministro delle Comunicazioni, ''chiederemo subito un confronto parlamentare per capire quale sia l'opinione del governo, più che dei singoli esponenti''. ''Parlano a titolo personale, nell'ambito di uno spettacolo circense, o esprimono gli orientamenti del governo?'', domanda ancora Gasparri, convinto che ''non si può fare folclore sulla droga e sulla vita dei ragazzi''.
Dal partito di via della Scrofa è fuoco di fila all'indirizzo di Ferrero. ''Da quando è ministro della Solidarietà, che include la delega sulla droga - dice infatti Alfredo Mantovano - non si hanno notizie di sue iniziative di incontri con comunità di recupero per tossicodipendenti, né di contatti con i Sert. C'è invece il suo sforzo per far sì che lo Stato, o le Regioni, tramite le Ausl, diventino spacciatori, che la droga si diffonda, che i buchi si moltiplichino''.
''Faremo le barricate in Parlamento: no allo Stato spacciatore'', avverte il senatore Riccardo Pedrizzi.
Replica al ministro del Prc anche Carlo Giovanardi. In una nota, infatti, il parlamentare dell'Udc invita Ferrero, ''che ne ha la possibilità, a informarsi su quante persone siano state segnalate all'autorità giudiziaria dal 9 maggio di quest'anno, data di entrata in vigore delle Tabelle, sino al 31 maggio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: il risultato è meno 10%, così come ci aspettavamo''.
In serata arriva la controreplica del ministro della Solidarietà sociale. ''Non ho proposto lo spaccio di Stato - spiega Ferrero - come sostengono alcuni esponenti della destra ma semplicemente sostenuto che non ho preconcetti contro le sperimentazioni di riduzione del danno delle droghe''. E mette in chiaro: ''Si tratta di una mia convinzione personale, maturata nell'osservazione delle esperienze europee in materia, che non impegna ovviamente il governo''.