Hanno confessato il proprio ruolo nel complotto per assassinare il governatore Gulab Mangal i tre italiani arrestati dalla polizia afghana nella provincia di Helmand. Lo hanno riferito alcuni funzionari afghani. "Tutti e 9 gli arrestati hanno confessato", ha dichiarato il portavoce del governatore di Helmand, Daoud Ahmadi: "Hanno riconosciuto il proprio crimine", ha aggiunto. Secca la replica di Emergency: "parole senza credibilità".
"Hanno detto che c'era un piano per compiere attentati suicidi negli affollati bazar, il compound del governatore Gulab Mangal, che volevano uccidere", prosegue la fonte afghana.
Frattini: "Vergona se italiani coinvolti"
"Prego veramente da italiano che non ci sia nessun italiano che abbia direttamente o indirettamente compiuto atti di questo genere. Lo prego davvero di tutto cuore, perche' sarebbe una vergogna per Italia''. Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ai microfoni9 di Sky Tg24 commenta la possibilità di un coinvolgimento dei tre operatori di Emergency arrestati ieri in Afghanistan con l'accusa di complotto.
Emergency: "Parole prive di credibilità"
Le dichiarazioni del portavoce del governatore di Helmand "non hanno alcuna credibilità", esattamente "come le cose dette ieri". Risponde così Emergency alle parole attribuite a Daoud Ahmadi e riportate dal Times, secondo cui i tre operatori dell'associazione umanitaria avrebbero confessato le loro responsabilità nel complotto per uccidere il governatore. "Quello che ci dicono dall'Afghanistan dopo aver visto i nostri medici - aggiunge il portavoce, Maso Notarianni - è che le cose stanno in tutt'altro modo. E le stesse dichiarazioni del ministro dell'Interno afghano confermano le nostre tesi".