Tensione alta in Ciad dove i guerriglieri puntano a rovesciare il presidente Idriss Deby. Violenti scontri sono stati registrati questa mattina tra l'esercito e i ribelli del Fronte unito per il cambiamento alle porte di N'Djamena, la capitale del Paese dove già ieri era stata rafforzata la sicurezza per fronteggiare l'avanzata dei miliziani del Fuc. Ma colpi di artiglieria pesante e raffiche di mitragliatrice si sono udite anche all'interno della capitale. Stando a quanto precisato da fonti locali gli scontri sarebbero cominciati in seguito a un attacco delle forze armate governative contro una postazione del Fuc, situata a pochi chilometri dalla capitale.
Le notizie che arrivano comunque sono contraddittorie. Matthias N'Garteri Mayadi, arcivescovo di N'Djamena, raggiunto telefonicamente dal settimanale 'Vita', dice che ''nel centro è tutto tranquillo, ma si spara in periferia''. Poi precisa: ''Verso le cinque del mattino, abbiamo sentito i primi colpi di mortaio sull'asse che porta a sud della capitale, a Linea. I ribelli sarebbero pure entrati da nordest''. ''Da qui, sentiamo ancora colpi di arma da fuoco che giungono da sud, ma per ora il centro della città non è coinvolto dagli scontri'' spiega ancora l'arcivescovo.
Un clima surreale quindi sta investendo la capitale ciadiana. ''Tre giorni fa - prosegue Mayadi - abbiamo avuto notizia dell'avanzata dei ribelli su N'Djamena, ma i negozi e i mercati sono rimasti aperti. Ancora ieri sera, la gente vagava nelle strade come se nulla stesse accadendo''. Eppure, verso sera, ''avevamo appreso dalla radio che il movimento ribelle stazionava a quaranta chilometri da N'Djamena''.
Da parte sua, il presidente Idriss Deby ai microfoni di Radio France Internationale (Rfi), ha assicurato che la ''situazione è sotto controllo''. Perché ''le colonne dei ribelli sono state completamente distrutte e ora si registrano solo alcuni spari nei pressi del Parlamento, ma la situazione e' completamente sotto controllo''. Le truppe governative sarebbero quindi riuscite ad arrestare l'avanzata dei ribelli, determinati ad entrare nella capitale e rovesciare Deby, favorito alle elezioni presidenziali del prossimo 3 maggio.
Il ministero degli Esteri francese aveva definito questa mattina la situazione ''molto preoccupante'' e un piano per l'evacuazione dei cittadini stranieri era stato messo a punto tra le unità di crisi di diversi Paesi. La Farnesina ha oggi consigliato ''massima prudenza'' ai connazionali presenti in Ciad, pur sottolienando come non vi fosse ''nessuna indicazione di pericolo'' imminente per i cittadini stranieri. Intanto un portavoce del Fronte unito per il cambiamento, Laona Gong, ha accusato la Francia di aver lanciato un raid aereo contro due postazioni al confine con il Sudan. Il ministero della Difesa di Parigi, che ieri aveva inviato altre truppe dal Gabon in riforzo alle 1.500 gia' dispiegate nella capitale, ha pero' smentito.