"A prescindere dalle verifiche in corso, la Cdl e' gia' in vantaggio alla Camera di circa 20 mila voti dato che al centrosinistra sono stati attribuiti 45.580 voti che, legge alla mano, non devono essere conteggiati": l' ex ministro Roberto Calderoli apre un nuovo scenario nella diatriba sul risultato delle elezioni.
"E' semplice - spiega il coordinatore delle segreterie della Lega - la differenza di voti indicata in un primo momento a favore della coalizione di Prodi e' di 25.224. A questi vanno tolti i voti che vengono mano a mano riassegnati alla Cdl durante le verifiche.
Ma il punto nodale e' un altro: ci sono i voti della lista 'Lega Alleanza lombarda' che si e' presentata solo nella circoscrizione Lombardia 2 e che sono 45.580. Questi non possono essere assegnati a Prodi. Non devono proprio essere calcolati, perche' la legge che io ho scritto parla chiaro - spiega Calderoli - la cifra elettorale nazionale di coalizione deriva dalla somma delle cifra elettorale nazionale delle singole liste e la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista e' data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno.
E' evidente quindi che la cifra nazionale deve essere la somma di almeno due circoscrizioni e in assenza di questo non puo' essere conteggiata". "Infatti - aggiunge Calderoli - il legislatore ha previsto l' ipotesi del conteggio della singola circoscrizione solo nelle regioni ove esiste la tutela delle minoranze linguistiche. Ecco perche' la Cdl e', nel caso meno favorevole, in vantaggio di almeno 20mila voti alla Camera, senza contare quindi i voti che vengono via via riattribuiti durante le verifiche". "La legge l' ho scritta io - conclude l' esponente leghista - e l' ho anche criticata, ma sull' interpretazione non ci sono dubbi".