Ridotte le pene degli imputati per la tragedia di Linate

(ansa.it)
MILANO - La sentenza ha soddisfatto alcuni imputati ma ha fatto infuriare molti familiari delle vittime dell'incidente avvenuto l'8 ottobre 2001 all'aeroporto di Linate dove 118 persone morirono nello schianto tra due velivoli in fase di decollo.
I dispositivi dei processi di secondo grado, sono stati letti dopo tre ore e mezza di camera di consiglio ed hanno in qualche modo ridimensionato il giudizio del tribunale. A fare infuriare i parenti di alcune vittime sono state le assoluzioni dei direttori degli aeroporti milanesi Francesco Federico e Vincenzo Fusco, che avevano avuto in primo grado rispettivamente sei anni e sei mesi e otto anni di reclusione. "Assolti per non aver commesso il fatto" dice la sentenza, che ha invece confermato la condanna a sei anni e sei mesi dell'ex presidente dell'Enav Sandro Gualano, mentre ha ridotto a tre gli otto anni inflitti al controllore di volo Paolo Zacchetti. Confermate per i condannati le statuizioni civilistiche relative alle maggiori spese sostenute dalle parti civili, tra cui le organizzazioni sindacali Filt e Sit-Cisl.
Per quanto riguarda, invece, i quattro imputati che erano stati giudicati, in prima istanza, col rito abbreviato la corte ha dichiarato inammissibile l'appello proposto per Sandro Gasparrini, già assolto in primo grado, mentre ha confermato per Fabio Marzocca i quattro e quattro mesi del primo giudizio e ha fissato in tre anni le pene per Antonio Cavanna e Giovanni Lorenzo Grecchi, assolti in primo grado.
L'ultima udienza aveva visto la decisione del pubblico ministero Celestina Gravina e del sostituto procuratore generale Salvatore Sinagra di rinunciare alle previste repliche, mentre uno degli imputati, l'ex direttore di Linate, Fusco, aveva parlato per un quarto d'ora per respingere ogni responsabilità nei fatti.
Al momento della lettura dei due dispositivi di sentenza da parte del presidente Renato Caccamo è esplosa - per le due assoluzioni - la rabbia da parte dei familiari delle vittime che hanno lanciato urla tali da indurre il presidente ad interrompersi. Il più agitato appariva Pasquale Padovano, il dipendente dell'aeroporto rimasto gravemente ferito nell' incidente e che porta tuttora sul corpo i segni di pesanti menomazioni. "Questa non è giustizia - ha urlato Padovano -, io ho subito 45 operazioni. Andate tutti a quel paese!".
Alla gioia di Fusco e Federico e dei loro difensori ha fatto riscontro invece la delusione dell'ingegner Gualano che si è "umanamente" detto soddisfatto per i coimputati assolti, annunciando che impugnerà in Cassazione la sentenza che lo riguarda da lui definita "anomala". "Comunque posso dire - ha concluso - che questo è l'ultima volta che metto piede in questo palazzo".
Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. Sembra certo fin d'ora anche il ricorso della pubblica accusa per le due assoluzioni che hanno in qualche modo sorpreso perfino Ambrogio Moccia, presidente della quinta sezione del tribunale, che aveva condotto il processo di primo grado.
(ansa.it)
MILANO - La sentenza ha soddisfatto alcuni imputati ma ha fatto infuriare molti familiari delle vittime dell'incidente avvenuto l'8 ottobre 2001 all'aeroporto di Linate dove 118 persone morirono nello schianto tra due velivoli in fase di decollo.
I dispositivi dei processi di secondo grado, sono stati letti dopo tre ore e mezza di camera di consiglio ed hanno in qualche modo ridimensionato il giudizio del tribunale. A fare infuriare i parenti di alcune vittime sono state le assoluzioni dei direttori degli aeroporti milanesi Francesco Federico e Vincenzo Fusco, che avevano avuto in primo grado rispettivamente sei anni e sei mesi e otto anni di reclusione. "Assolti per non aver commesso il fatto" dice la sentenza, che ha invece confermato la condanna a sei anni e sei mesi dell'ex presidente dell'Enav Sandro Gualano, mentre ha ridotto a tre gli otto anni inflitti al controllore di volo Paolo Zacchetti. Confermate per i condannati le statuizioni civilistiche relative alle maggiori spese sostenute dalle parti civili, tra cui le organizzazioni sindacali Filt e Sit-Cisl.
Per quanto riguarda, invece, i quattro imputati che erano stati giudicati, in prima istanza, col rito abbreviato la corte ha dichiarato inammissibile l'appello proposto per Sandro Gasparrini, già assolto in primo grado, mentre ha confermato per Fabio Marzocca i quattro e quattro mesi del primo giudizio e ha fissato in tre anni le pene per Antonio Cavanna e Giovanni Lorenzo Grecchi, assolti in primo grado.
L'ultima udienza aveva visto la decisione del pubblico ministero Celestina Gravina e del sostituto procuratore generale Salvatore Sinagra di rinunciare alle previste repliche, mentre uno degli imputati, l'ex direttore di Linate, Fusco, aveva parlato per un quarto d'ora per respingere ogni responsabilità nei fatti.
Al momento della lettura dei due dispositivi di sentenza da parte del presidente Renato Caccamo è esplosa - per le due assoluzioni - la rabbia da parte dei familiari delle vittime che hanno lanciato urla tali da indurre il presidente ad interrompersi. Il più agitato appariva Pasquale Padovano, il dipendente dell'aeroporto rimasto gravemente ferito nell' incidente e che porta tuttora sul corpo i segni di pesanti menomazioni. "Questa non è giustizia - ha urlato Padovano -, io ho subito 45 operazioni. Andate tutti a quel paese!".
Alla gioia di Fusco e Federico e dei loro difensori ha fatto riscontro invece la delusione dell'ingegner Gualano che si è "umanamente" detto soddisfatto per i coimputati assolti, annunciando che impugnerà in Cassazione la sentenza che lo riguarda da lui definita "anomala". "Comunque posso dire - ha concluso - che questo è l'ultima volta che metto piede in questo palazzo".
Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. Sembra certo fin d'ora anche il ricorso della pubblica accusa per le due assoluzioni che hanno in qualche modo sorpreso perfino Ambrogio Moccia, presidente della quinta sezione del tribunale, che aveva condotto il processo di primo grado.
(ansa.it)