"L'insegnante viene a casa": non è un b-movie purt

La prof: «Mi facevano domande sul sesso»
«C'era forte simpatia con uno degli studenti». Lui: avevo anche il suo numero di cellulare
MILANO — I vestiti: «Non ero nuda. Lui, invece, s'era slacciato i pantaloni». Il rapporto: «Tra noi c'era una forte simpatia». Il sesso: «Sì, l'ho toccato». Il rammarico: «Gli ho dato troppa confidenza. E comunque ero convinta avesse 17 anni». Un interminabile ritornello: «Ero confusa». E una paura che la fa piangere: «Non nominatemi: al mio paese non potrei più vivere. Non me la perdonerebbero». Ce n'è già, uno, di paese, nell'hinterland milanese, che non gliela perdona, alla 33enne supplente — alla sua prima supplenza — di matematica in una scuola media sorpresa lunedì dalla collega di educazione fisica in «atteggiamenti inequivocabili» con tre alunni. Soprattutto con uno, di 14 anni e mezzo, bocciato due volte, che ha passato la domenica sulla sua bicicletta, nella piazza del centro, pavoneggiandosi con amici e coetanei: «Avevo perfino il suo numero di cellulare. Me l'ha cancellato il vicepreside, dopo che è scoppiata la bufera».
L'ALLARME — In verità, fosse stato per la scuola, la vicenda sarebbe rimasta sottobanco, come si è lamentato il procuratore di Monza Antonio Pizzi, a capo delle indagini. È stato grazie all'insistenza di alcuni genitori, e non dei vertici dell'istituto oppure del corpo docenti, che sono stati chiamati i carabinieri. Venerdì è partita l'inchiesta: con cinque giorni di ritardo. La 33enne, rientrata di corsa nel natio Molise, è indagata per violenza sessuale aggravata. Poiché la supplenza — ipotizzano gli inquirenti — iniziata due settimane fa sarebbe terminata a breve, la scuola era intenzionata a non dare l'allarme in quanto, appunto, la professoressa se ne sarebbe andata. Via il dente, via il dolore. Ora, invece, l'inchiesta cercherà di far più luce possibile. Ascoltando i docenti e, non è escluso, gli stessi ragazzini.
LA CONFESSIONE — Cinque gli alunni che, lunedì, erano nell'aula di sostegno dov'è avvenuto l'abuso. Due a cavallo dell'uscio, a far da palo e nel mentre a sbirciare dentro. Dove la supplente s'intratteneva con il 14enne e i restanti due. Come tutto sia iniziato, è stata la stessa insegnante a raccontarlo a un maresciallo del paese in cui ha sede l'istituto e poi al capitano della Compagnia di Desio. «Quel ragazzo aveva problemi in matematica. Così come gli altri quattro compagni. Lunedì mattina eravamo d'accordo che ci saremmo trovati per un'ora di recupero sottratta a educazione fisica. A un certo punto, ha iniziato a farmi domande esplicite sul sesso e sulle mie abitudini sessuali. Mi ha chiesto se facevo l'amore con il mio fidanzato, io che non ho neppure un fidanzato...». Domanda dopo domanda, «mi sono ritrovata a discutere di certi argomenti senza neppure rendermene conto».
GLI ALUNNI — I cinque protagonisti frequentano con assiduità l'oratorio. Il sacerdote che li segue dice che «la vicenda ha messo il paese sotto choc». Chi sono, i cinque? «Arrivano da famiglie che, qui, sono di un certo livello. È una storiaccia che rischia di avere strascichi negativi sulla formazione di questi ragazzi. Ne ho parlato con i genitori e i professori: bisogna pensare a come affrontare l'argomento e a che cosa dire». Anche perché, gli alunni della media — tutti quanti, non solo i cinque —, non fanno altro che ricordare lunedì scorso. In un mare di volgarità e dettagli pornografici — senza distinzione tra maschi e femmine — radunati nella piazza centrale i piccoli parlano e riparlano della professoressa. Una protesta: «E non era neanche bella: aveva il viso pieno di brufoli». Uno sbuffa: «Io non c'ero. Purtroppo».
Corsera 13/11/06 versione online
«C'era forte simpatia con uno degli studenti». Lui: avevo anche il suo numero di cellulare
MILANO — I vestiti: «Non ero nuda. Lui, invece, s'era slacciato i pantaloni». Il rapporto: «Tra noi c'era una forte simpatia». Il sesso: «Sì, l'ho toccato». Il rammarico: «Gli ho dato troppa confidenza. E comunque ero convinta avesse 17 anni». Un interminabile ritornello: «Ero confusa». E una paura che la fa piangere: «Non nominatemi: al mio paese non potrei più vivere. Non me la perdonerebbero». Ce n'è già, uno, di paese, nell'hinterland milanese, che non gliela perdona, alla 33enne supplente — alla sua prima supplenza — di matematica in una scuola media sorpresa lunedì dalla collega di educazione fisica in «atteggiamenti inequivocabili» con tre alunni. Soprattutto con uno, di 14 anni e mezzo, bocciato due volte, che ha passato la domenica sulla sua bicicletta, nella piazza del centro, pavoneggiandosi con amici e coetanei: «Avevo perfino il suo numero di cellulare. Me l'ha cancellato il vicepreside, dopo che è scoppiata la bufera».
L'ALLARME — In verità, fosse stato per la scuola, la vicenda sarebbe rimasta sottobanco, come si è lamentato il procuratore di Monza Antonio Pizzi, a capo delle indagini. È stato grazie all'insistenza di alcuni genitori, e non dei vertici dell'istituto oppure del corpo docenti, che sono stati chiamati i carabinieri. Venerdì è partita l'inchiesta: con cinque giorni di ritardo. La 33enne, rientrata di corsa nel natio Molise, è indagata per violenza sessuale aggravata. Poiché la supplenza — ipotizzano gli inquirenti — iniziata due settimane fa sarebbe terminata a breve, la scuola era intenzionata a non dare l'allarme in quanto, appunto, la professoressa se ne sarebbe andata. Via il dente, via il dolore. Ora, invece, l'inchiesta cercherà di far più luce possibile. Ascoltando i docenti e, non è escluso, gli stessi ragazzini.
LA CONFESSIONE — Cinque gli alunni che, lunedì, erano nell'aula di sostegno dov'è avvenuto l'abuso. Due a cavallo dell'uscio, a far da palo e nel mentre a sbirciare dentro. Dove la supplente s'intratteneva con il 14enne e i restanti due. Come tutto sia iniziato, è stata la stessa insegnante a raccontarlo a un maresciallo del paese in cui ha sede l'istituto e poi al capitano della Compagnia di Desio. «Quel ragazzo aveva problemi in matematica. Così come gli altri quattro compagni. Lunedì mattina eravamo d'accordo che ci saremmo trovati per un'ora di recupero sottratta a educazione fisica. A un certo punto, ha iniziato a farmi domande esplicite sul sesso e sulle mie abitudini sessuali. Mi ha chiesto se facevo l'amore con il mio fidanzato, io che non ho neppure un fidanzato...». Domanda dopo domanda, «mi sono ritrovata a discutere di certi argomenti senza neppure rendermene conto».
GLI ALUNNI — I cinque protagonisti frequentano con assiduità l'oratorio. Il sacerdote che li segue dice che «la vicenda ha messo il paese sotto choc». Chi sono, i cinque? «Arrivano da famiglie che, qui, sono di un certo livello. È una storiaccia che rischia di avere strascichi negativi sulla formazione di questi ragazzi. Ne ho parlato con i genitori e i professori: bisogna pensare a come affrontare l'argomento e a che cosa dire». Anche perché, gli alunni della media — tutti quanti, non solo i cinque —, non fanno altro che ricordare lunedì scorso. In un mare di volgarità e dettagli pornografici — senza distinzione tra maschi e femmine — radunati nella piazza centrale i piccoli parlano e riparlano della professoressa. Una protesta: «E non era neanche bella: aveva il viso pieno di brufoli». Uno sbuffa: «Io non c'ero. Purtroppo».
Corsera 13/11/06 versione online