Fondi neri mediaset: Reati prescritti per Berlusconi

Processo per i diritti tv e i presunti fondi neri Mediaset: prescritti, grazie agli effetti della legge Cirielli, i reati ipotizzati per Silvio Berlusconi. Con una lunga ordinanza letta questa mattina in aula dal presidente della Prima sezione penale Edoardo D'Avossa, è stato deciso il «non doversi procedere» nei confronti di Berlusconi per effetto della prescrizione nei confronti degli episodi di appropriazione indebita contestati fino al luglio del 1999, quelli di frode fiscale e di falso in bilancio fino al 1998, e gli episodi di ricettazione attribuiti al banchiere Paolo Del Bue e a David Mills fino al 1993.
Per effetto della prescrizione vengono azzerati quasi tutti gli episodi contestati nell'ambito del processo sui diritti televisivi di Mediaset dove imputati sono, tra gli altri, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri.
A giudizio restano gli ultimi episodi contestati, quelli che l'accusa ha individuato fino all'anno 2000.
Il giudice D'Avossa ha disposto il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione per effetto della legge Cirielli. Per quanto riguarda la ricettazione contestata a David Mills e Paolo Del Bue la prescrizione è prevista fino al 1993.
Prescritti i reati fino al 1999, il processo per i presunti fondi neri Mediaset, continua per Berlusconi relativamente agli episodi di frode fiscale e falso in bilancio del 1999 e per l'appropriazione indebita da luglio 1999 alla fine dello stesso anno. Il processo vede tra gli imputati anche il presidente della società, Fedele Confalonieri oltre all'avvocato inglese David Mills e una decina di altre persone accusate a vario titolo degli stessi reati ma anche di ricettazione e riciclaggio.
La I sezione penale del tribunale di Milano ha aggiornato l'udienza del processo su diritti tv di Mediaset al prossimo 26 gennaio, quando deciderà sull'eccezione di competenza, presentata dalla difesa di Silvio Berlusconi e di altri imputati che chiede che il processo sia trasferito a Brescia a causa della presenza tra le persone danneggiate dal reato di magistrati in servizio nel distretto giudiziario di Milano che avevano all'epoca dei fatti azioni del gruppo Mediaset. Al trasferimento del processo a Brescia si è opposto il pm Fabio De Pasquale, ricordando che in tempi di azionariato diffuso è solo astratto e non concreto il pericolo che la presenza di magistrati azionisti possa minare l'indipendenza e la serenità del giudizio. I difensori hanno ricordato di voler evitare "che tra una decina d'anni la Cassazione stabilisca che il processo andava fatto a Brescia".
Per effetto della prescrizione vengono azzerati quasi tutti gli episodi contestati nell'ambito del processo sui diritti televisivi di Mediaset dove imputati sono, tra gli altri, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri.
A giudizio restano gli ultimi episodi contestati, quelli che l'accusa ha individuato fino all'anno 2000.
Il giudice D'Avossa ha disposto il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione per effetto della legge Cirielli. Per quanto riguarda la ricettazione contestata a David Mills e Paolo Del Bue la prescrizione è prevista fino al 1993.
Prescritti i reati fino al 1999, il processo per i presunti fondi neri Mediaset, continua per Berlusconi relativamente agli episodi di frode fiscale e falso in bilancio del 1999 e per l'appropriazione indebita da luglio 1999 alla fine dello stesso anno. Il processo vede tra gli imputati anche il presidente della società, Fedele Confalonieri oltre all'avvocato inglese David Mills e una decina di altre persone accusate a vario titolo degli stessi reati ma anche di ricettazione e riciclaggio.
La I sezione penale del tribunale di Milano ha aggiornato l'udienza del processo su diritti tv di Mediaset al prossimo 26 gennaio, quando deciderà sull'eccezione di competenza, presentata dalla difesa di Silvio Berlusconi e di altri imputati che chiede che il processo sia trasferito a Brescia a causa della presenza tra le persone danneggiate dal reato di magistrati in servizio nel distretto giudiziario di Milano che avevano all'epoca dei fatti azioni del gruppo Mediaset. Al trasferimento del processo a Brescia si è opposto il pm Fabio De Pasquale, ricordando che in tempi di azionariato diffuso è solo astratto e non concreto il pericolo che la presenza di magistrati azionisti possa minare l'indipendenza e la serenità del giudizio. I difensori hanno ricordato di voler evitare "che tra una decina d'anni la Cassazione stabilisca che il processo andava fatto a Brescia".