"Una martire della pedofilia". Così don Di Noto, fodatore dell'associazione onlus "Meter" appella la ragazzina di 13 anni che ieri sera si è uccisa gettandosi nel vuoto dall'ottavo piano di un palazzo dei via XXV Aprile a Taranto, nel quartiere Paolo VI.
La tredicenne era da tempo ospite presso una comunità a causa dei gravi disagi economici nei quali la sua famiglia viveva e dopo una presunta violenza sessuale subita da parte di un vicino di casa, sulla quale un'indagine è ancora in corso. Una vicenda tutta da chiarire, alla luce di una precendente denucia della famiglia della ragazzina nei confronti dell'uomo, già in passato archiviata dalla procura di Taranto. Ieri, per festeggiare il suo ritorno in casa dopo il periodo passato in comunità la giovane ragazza si era recata da alcuni parenti. D'improvviso la tragedia: la ragazzina è entrata in bagno e si è gettata dalla finestra. Inutili i soccorsi, per la ragazzina non vi è stato niente da fare."Il suicidio di questa bambina, innocente e pura, somiglia alla cronaca di una morte annunciata"una martire della pedofilia che piangiamo con grande dolore" continua don Di Noto che allo stesso tempo si rivolge "agli uomini di buona volontà del Governo e dell'opposizione: a Rutelli, a Fini, ad Amato affinchè si capisca che questa continua emergenza deve finire insieme ad un'indulgenza verso chi commette crimini cosi orrendi". Un'accusa non troppo velata alla scarsa attenzione spesso posta su reati ai danni dei minori. "Se ci fosse stata una rete sociale più attiva", conclude il prelato," forse questa bambina non si sarebbe uccisa e quello che chiediamo è che parta una campagna di prevenzione e di assistenza che sia efficace e che consenta di intervenire a sostegno di tutte quelle organizzazioni sociali capaci di garantire assistenza alle vittime". La tredicenne, affetta da alcuni problemi psichici, a quanto reso noto fino a questo momento, non avrebbe lasciato messaggi di addio per spiegare cosa l'abbia spinta a vedere nel suicidio l'unica via d'uscita al suo disagio interiore.