Roberto Formigoni ha lamentato che i lombardi pagano troppe tasse alla Repubblica italiana e ricevono molto poco in servizi e trasferimenti: un saldo negativo quantificabile in poco meno di 5.000 euro a testa, e cioè una decina di vecchi milioni, l'anno. È stato subito accusato di usare argomenti leghisti e di essere gretto, egoista, e - va da sé - razzista. Capita a tutti quelli che affrontano il tema.Anche alla Fondazione Agnelli quando, per prima, aveva pubblicato i dati del cosiddetto "residuo fiscale" («differenza tra entrate ricavate da una Regione e la spesa a essa orientata, al netto degli interessi sul debito pubblico»). Era il 1989 e per la Lombardia risultava una differenza negativa di 2.385.000 lire. Dieci anni fa rifaceva i conti il bieco Pagliarini, incrociando i dati di Ragioneria Generale dello Stato, Istat e Inps, e scopriva un residuo fiscale di 9.117.000 lire per i lombardi e un dato medio di 6.044.000 per i padani.
La "vocazione" a farsi spennare della Lombardia storica (quale era così chiamata fino al 700) è antica. Non a caso la Cisalpina era stata denominata dai romani "Italia annonaria" (che pagava l'annona); anche Federico era venuto a cercare di riprendersi le regalie che i Comuni lombardi - stanchi di pagare - si erano trattenute. Il regno Lombardo-Veneto assicurava all'Impero un terzo delle sue entrate benché avesse - sottolineava Cattaneo - un ottavo della popolazione. Nel Rinascimento, quando si tenevano i lorosoldi,ipadanieranoipiùricchidelmon-do. E li spendevano anche molto bene.
Le cose sono solo peggiorate con l'unità. Già nel dicembre del 1860 il giornale "Il Pungolo" pubblicava un articolo titolato "La Lombardia paga per tutti". Da allora è stato un calvario crescente di tasse. L'unità ha immiserito le regioni meridionali e strizzato quelle settentrionali. A fine '800 la protesta era alle stelle: i socialisti di Turati e i Repubblicani federalisti (che avevano avuto un grande successo elettorale a Milano) volevano la Repubblica ambrosiana. Rispondeva Edoardo Scarfoglio, direttore de "Il Mattino" di Napoli: «Lombardo è passato nel dizionàrio storico ed etnografico d'Europa come sinonimo di ebreo, (..) gente che non tira se non al quattrino, (..) mer canti di formaggio, di cautciuk e di campanelli elettrici, che non hanno mai avuto l'idea dell'Italia». Inaugurava con prosa elegante il filone un pò ' razzista delTanti-padanismo e, soprattutto, unleitmotiv che da allora mai sue smesso di suo nare: chi non si lascia derubare volentieri è egoista, ignorante e non ama la patria. Bordate di sterco ma pur sempre preferibili alla risposta istituzio-nale delle cannonate di Bava Beccaris, decorato «per rimeritare il grande servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà» con la Croce di grand'ufficiale dell'Ordine militare di Savoia dal trisnonno dell' attuale principino. Nel secondo dopoguerra 0 salasso è cresciuto fino ai numeri attuali. Le cifre di Formigoni - che è uomo pio - sono per certo me -no maliziose di quelle leghiste, che pure tenevano conto dei dati crudi senza fare - ad esempio - illazioni maliziose sugli stipendi statali che in Padania difficilmente finiscono apadani, e grettezze del genere.
Si tratta in ogni caso di numeri pesanti. Facciamo qualche esempio. La Repubblica trattiene da una famiglia di 4 persone 20mila euro l'anno. Come a dire che questa "regala" un'auto di media cilindrata l'anno, un appartamentino in 10 anni e una villa in Sardegna nel corso di una generazione. Per la soddisfazione di essere italiani, di vedere Letizia Moratti col foularino tricolore, la Nazionale di calcio che gorgheggia la canzone che piace ai coniugi Ciampi, o per godersi una tv dove si parla romanesco e napoletano. È una specie di tassa patriottica, si potrebbe chiamare tassa sul tricolore. Un obolo che rende tangibile l'amor di patria.
Per questo una delle Regioni che potrebbe essere ai vertici delle classifiche mondiali di ricchezza, lo è per fiscalità, e veleggia fra Burundi e Burkina Faso in fatto di qualità di vita e servizi. É una comunità che non può vittoriosamente competere sul mercato mondiale perchè ha le mani legate dietro la schiena da un laccio tricolore.
Nel passato più recente la questione era stata sollevata dalla Lega riscuotendo successi. Ma dalla Repubblica del Nord è passata a Miss Padania, e i suoi dirigenti hanno brillantemente risolto il proprio personale problema di residuo fiscale. Ora tocca a Formigoni. La tradizione cattolica lo sorregge, da Zerbi a Marcora, a Miglio. Qualcuno dice che stia studiando da Pujol. È però un po' fuori corso. Sarebbe meglio per tutti che iniziasse a studiare da Jefferson.