ROMA - «Che c'entrate con il Primo maggio? Sei un democristiano, non hai diritto su questa piazza, te ne devi annà». Le urla e gli insulti esplodono davanti al tavolo dei volontari che raccolgono le firme per il referendum sulla legge elettorale, sotto la statua di San Francesco a piazza San Giovanni, dove si svolge il tradizionale concertone del primo maggio.
L'atmosfera fino a quel momento è serena: Mario Segni si ferma a parlare con i giovani che firmano: «'81, '85, guardi qua, addirittura uno nato nell' '88... Beati loro». Poi, all'improvviso, quelle urla, l'intimazione a non firmare: «È una legge truffa - grida un 40enne davanti al tavolo - il maggioritario lo vuole la P2, questo è un massone, che c'entri tu con il Primo maggio, che diritti hai su questa piazza», urla rivolgendosi a Segni.
Poi gli insulti si fanno più pesanti, l'uomo spinge i tavoli e butta via i volantini. Alcuni giovani provano a fermarlo, altri strappano i manifesti. Qualche minuto di tensione, poi torna la calma mentre arriva la polizia. Segni, sempre rimasto seduto al tavolo, commenta sereno: «Hanno tutto il diritto di esprimere la loro opinione. D'altronde - dice Segni indicando un volantino attaccato allo stand del Prc, situato accanto al tavolo dei referendari - Rifondazione comunista invita a non firmare. Noi siamo qui per un diritto democratico, loro hanno il diritto di non essere d'accordo», conclude Segni.
«Erano ragazzi di Prc - ricostruisce Enzo Curzio, coordinatore di Roma per il referendum - che invitavano a non firmare per il referendum. A Segni non è successo nulla solo perché noi dello staff lo abbiamo protetto e perché è giunta la polizia municipale». Giovanni Guzzetta, presidente del Comitato promotore del referendum, esprimendo il suo sconcerto per l'aggressione verbale a Segni, se la prende con Bertinotti. «Mi preoccupa, e molto, che questi atti possano, seppur in una prospettiva delirante, trovare un'oggettiva sponda nelle parole di chi non più di una settimana fa ha dichiarato che il referendum rende un cattivo servizio alla democrazia».
01 maggio 2007