Ha ucciso nonno per fare bella vita a Monaco

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Ha ucciso nonno per fare bella vita a Monaco

Messaggiodi Aragorn il 06 mag 2007, 11:56

BOLOGNA - Gianluca Vallini, il giovane bolognese di 22 anni accusato dell'omicidio del nonno, l'imprenditore settantunenne Giancarlo Orbellanti, fondatore del gruppo Comet, ucciso il 18 aprile a colpi d'arma da fuoco alla periferia di Bologna, ha confessato il delitto. Il giovane, fermato dalla polizia poche ore dopo l'omicidio, aveva sempre negato ogni addebito. Il ragazzo ha invece ammesso il delitto, confermando la ricostruzione fatta dagli inquirenti.
La confessione è arrivata nel carcere della Dozza, dove il giovane è stato sentito dal Pm Massimiliano Serpi che ha condotto l'inchiesta. Ieri il difensore del ventiduenne, l'avvocato Manrico Bonetti, aveva rinunciato al ricorso al Riesame presentato il 26 aprile. L'interrogatorio odierno era stato richiesto dalla difesa. Per gli inquirenti ad armare la mano del giovane sarebbe stato un profondo livore nei confronti del nonno, che negli ultimi tempi aveva deciso di ridurre i soldi a disposizione del ragazzo, pretendendo che abbandonasse la dispendiosa vita che conduceva a Montecarlo (dove frequentava la Ium, l'International university of Monaco). Ad incastrare Vallini erano state due prove determinanti: la moto usata per il delitto (un 'cinquantinò preso in affitto pochi giorni prima) e un biglietto di un radio taxi perso nella fuga. La targa della moto era stata appuntata da un testimone che aveva visto il killer (travisato da un casco) fuggire da via Napoli, dove era avvenuto l'agguato. La moto era stata ritrovata poco dopo dalla polizia in via Titta Ruffo, dove Vallini abita con la madre Patrizia, figlia di Orbellanti. Il testimone inoltre si era anche accorto che l'assassino, nella fuga, aveva perso un tagliando pubblicitario di un radiotaxi di Napoli. E dal cellulare di Vallini, il 15 aprile alle 19, è partita una chiamata diretta proprio a quel radiotaxi. Il 21 aprile il Gip Rita Zaccariello, in considerazione del quadro indiziario presentato dagli inquirenti, aveva disposto la custodia cautelare in carcere del ragazzo. L'avvocato Bonetti, fin dai primi giorni, aveva parlato di uno stadio di fragilità psicologica del suo assistito e non aveva escluso per il futuro la richiesta di una perizia psichiatrica.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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