ORINO (Reuters) - L'adozione di provvedimenti penali contro i lavavetri decisa dalla giunta diessina di Firenze ha suscitato molte perplessità e qualche sostegno da parte di vari esponenti di governo, aprendo un nuovo dibattito all'interno della maggioranza.
Il primo a criticare l'uso di denunce penali contro chi assedia gli automobilisti fermi ai semafori con spugna e sapone è stato il ministro della Solidarietà Paolo Ferrero che, in una nota, ha detto che "l'ordinanza del Comune di Firenze è sbagliata e probabilmente incostituzionale. I suoi effetti rischiano di essere quelli di intasare i tribunali, di sviare le forze dell'ordine dai loro compiti di effettiva tutela della sicurezza dei cittadini".
Anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha espresso perplessità sul provvedimento deciso dalla giunta fiorentina.
"Io per cultura, per lunga esperienza, dubito sempre quando la severità interviene sugli ultimi invece che sui primi colpevoli, in questo caso il racket", ha detto Bertinotti, intervendo alla festa dell'Udeur.
Pronto ad appoggiare la decisione di Palazzo Vecchio è invece il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta.
"Sono perfettamente d'accordo con quel provvedimento", ha detto Letta da Firenze, dove si è recato per l'inaugurazione di un comitato che lo sostiene nella sua candidatura a segretario del Partito democratico.
Direttamente contro la posizione dei due esponenti di Rifondazione comunista, c'è anche il deputato dell'Italia dei Valori Antonio Borghesi.
"Ancora una volta da certa sinistra radicale vengono fuori sterili e inopportune parole di discutibile buonismo", ha detto Borghesi, come si legge in una nota.
A riprendere il concetto dello sfruttamento dei lavavetri, ci ha pensato il ministro della Giustizia Clemente Mastella, che da Telese Terme ha sottolineato la difficile configurazione di un reato in quello che fanno i lavavetri.
"Va combattuto lo sfruttamento", ha dichiarato il ministro della Giustizia Clemente Mastella. "Agli incroci sarebbe opportuno che non ci fossero lavavetri, poi di qua a ritenere che questo sia un reato francamente non lo so", ha detto Mastella parlando alla festa del suo partito, l'Udeur.
Di parere simile sembra il ministro della Famiglia Rosy Bindi, che ha invitato i sindaci a "non dimenticare che le misure di sicurezza più certe, quelle che danno migliori risultati, sono quelle dell'integrazione e non quelle della paura o, peggio ancora, dell'incapacità di riscattare tutti dal giogo della malavita".
Critiche anche dal ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che ha detto: "Serve buonsenso per rendere migliore la vita dei cittadini, non operazioni che rischiano di essere solo d'immagine e che intaserebbero il lavoro delle procure".
La stessa opinione sembra rispecchiata da chi in Procura ci lavora tutti i giorni.
"L'unico vero risultato della denuncia penale sarà ingolfare le procure di procedimenti senza esito e di intasare gli uffici dei corpi di reato di secchi, stracci e bottiglie", ha detto Il sostituto procuratore di Torino Andrea Padalino parlando ai giornalisti dagli uffici della Procura.
Il magistrato osserva infatti che la maggior parte dei lavavetri sono stranieri senza fissa dimora, che forniscono false generalità e sono nullatenenti: impossibile quindi riscuotere i soldi di una multa, ma anche citarli in giudizio.
Secondo Padalino, quindi, il rischio è quello di "mettere in moto la macchina giudiziaria per processi ai fantasmi".