Storia di un asilo mai aperto che costa 450.000 €

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Storia di un asilo mai aperto che costa 450.000 €

Messaggiodi Aragorn il 26 gen 2008, 14:41

I bidelli sono sempre ammalati e l'asilo nido "Diana" di Mergellina, inaugurato lo scorso 19 settembre, è chiuso da cinque mesi. Praticamente dal giorno dell'inaugurazione. Un record tutto napoletano. Le porte del nido sono state aperte solo per poche ore, quando è bastato per vedere in scena il solito codazzo di politici, attenti solo a sfilare sotto i flash dei fotografi. Per il taglio del nastro si è scomodato niente poco di meno che il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, accompagnato sotto braccio dal sindaco Rosa Russo Iervolino. La struttura è costata al comune di Napoli "solo" 450mila euro. Nominate anche le cinque maestre che avrebbero dovuto accudire 27 bambini residenti della prima Municipalità, quella che comprende i quartieri Chiaia, Posillipo e San Ferdinando. Ma i due bidelli, assegnati alla struttura comunale, non si sono mai visti. Si sono avute loro notizie solo attraverso certificati medici, che puntualmente vengono rinnovati alla scadenza.
I genitori, tra quelli che avevano iscritto i propri figli al nido, non ci stanno e da ieri hanno avviato un sit-in di protesta. Arrabbiato anche il presidente della prima Municipalità Fabio Chiosi, eletto nelle file di Alleanza Nazionale, e ieri ad un passo dalle dimissioni e dalla consegna delle chiavi della struttura. «Non è possibile - commenta amareggiato il presidente della I Municipalità - che il Comune spenda tutti questi soldi e poi non è in grado di rendere fun-
zioriale una struttura già completata e inaugurata da circa cinque mesi. C'è disinteresse verso la cosa pubblica. Tutto perché? Per due bidelli che, per quanto riferito dal Comune di Napoli, inviano una raffica di certificati. Io invece ho un altro dubbio: quei due non sono mai stati assegnati all'asilo». La
struttura, unico asilo nido del quartiere, è stata costruita per rendere un servizio alle tante famiglie bisognose del quartiere, che non possono permettersi di pagare un asilo privato. «Una situazione paradossale e vergognosa - afferma Chiosi - che ci ha spinto all'azione provocatoria di riconsegnare l'asilo al Comune. Auspichiamo che dopo questa nostra iniziativa Palazzo San Giacomo non faccia più finta di nulla. Crediamo che sia soltanto una. questione di volontà, perché è impossibile che in tutta la città non si trovino due bidelli da assegnare all'asilo Diana». Beh, come dargli torto dal momento che il comune di Napoli vanta ben 15mila dipendenti. Lo scorso dieci dicembre il battagliero presidente della circoscrizione ha preso carta e penna ed ha scritto al Ministro Fioroni, quello dell'inaugurazione. Gli si ricorda «che per la costruzione di quell'asilo sono state impegnate risorse pubbliche, la vicenda non può finire così, nel dimenticatoio. Sembra che a nessuno importi questa brutta vicenda di spreco di denaro pubblico». È passato un mese ma il ministro, in altre fac-
cende affaccendato, non si è fatto vivo. L'asilo è ancora chiuso. Dentro è tutto pronto, per una struttura all'avanguardia che vanta fasciatoi, lavanderia, cucina, computer ed una "sala riposino", con tanto di confortevoli culle. Nel sito internet del Comune di Napoli (http://www.comune.napoli.it) c'è anche una pagina dedicata alla struttura, sopra in bella evidenza una scritta: «prossima apertura». Dal Comune, da tempo, promettono soluzioni che puntualmente continuano a non arrivare. L'unico rimedio che ci sentiamo di consigliare alla Iervolino è quello di contattare quanto prima un valido professionista, un luminare della medicina che possa risolvere i malanni di quei due bidelli. Con ogni probabilità quella potrebbe rappresentare la soluzione più economica.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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