Milano, 11 luglio 2008 - È terminata a Palazzo Marino la manifestazione organizzata ieri nel giro di qualche ora dai residenti e dai negozianti del quartiere Fiera contro la decisione del trasferimento della preghiera degli Islamici al Vigorelli, presa martedì in Prefettura. "Il Vigorelli per lo sport"; "Lo sport abita qui", recitano gli striscioni affissi all’ingresso principale del velodromo. Ma durante il ritrovo, fissato alle 18 di ieri in via Arona, accade di tutto: dalla minaccia di un attacco kamikaze da parte di un residente in preda alla psicosi da Islam, all’allarme bomba, causato da una valigia abbandonata in una cabina telefonica davanti al velodromo (allarme immediatamente rientrato).
La borghesia mite, discreta e silenziosa che abita questo quartiere ha tirato fuori le unghie davanti alla minaccia dell’invasione dei 4mila e più islamici prevista per il prossimo venerdì a due passi dalle loro abitazioni signorili. Qualche centinaio di persone hanno risposto all’appello lanciato dal comitato di quartiere di scendere in strada per mostrare all’Amministrazione la propria determinazione. "Siamo disposti a tutto pur di evitare lo scempio che vogliono fare nel quartiere: se necessario anche a mettere i lucchetti agli ingressi del Vigorelli e a incatenarci qui davanti", annuncia compatto chi è intervenuto alla manifestazione.
Per la maggior parte elettori di destra, i residenti in questa ricca zona di Milano si sentono traditi dal sindaco Letizia Moratti, e soprattutto dalla Lega che ha avallato senza colpo ferire la decisione presa in Prefettura. "Sono stati dei vigliacchi – dicono i coniugi Angela e Ettore, residenti in via Arona da 40 anni - hanno aspettato l’estate quando la città è vuota per prendere questa decisione così importante. È una vergogna". "Se permetteranno il trasferimento non ci libereremo più degli stranieri. Bel modo questo di riqualificare la zona", dice Anna accorsa alla manifestazione con il suo bassotto. "Le istituzioni non lo vogliono capire che prima di fare scelte così importanti devono consultare il quartiere – afferma stizzito uno dei portavoce della protesta Carlo Alosio – L’ostilità dei residenti verso questa scelta è così forte che nel giro di un paio di giorni siamo riusciti a raccogliere già circa 4 mila firme contro il trasferimento. E questo è solo il primo passo; siamo pronti a bloccare le strade".
"La nostra proposta – dice Claudio Pozzari membro del comitato Fiera Carlo Magno da cui è partita la movimentazione – è quella di spostare i fedeli islamici nell’area di Rho-Pero: qui c’è più spazio e la zona è servita dalla metropolitana. Stasera (ieri, ndr) porteremo la nostra idea in discussione al Consiglio di Zona 8, chiedendo di ritirare la concessione del Vigorelli agli islamici. Si badi bene, la nostra protesta non è dettata dal razzismo ma dalla logica, infatti, non si può ignorare che qui non esistono neanche i servizi igienici sufficienti per un tale numero di persone», continua l’esponente del comitato. "Ci stanno ingannando dicendoci che questa sarà solo una situazione temporanea. Ma a chi la vogliono dare a bere – si infervora un’anziana signora – Sono pronta a strappare la mia tessera elettorale". Finale a Palazzo Marino, con il tentativo di appendere uno striscione e un duro confronto con i consiglieri comunali.