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dopo 226 anni la Svizzera chiede scusa

MessaggioInviato: 29 ago 2008, 15:29
di Aragorn
I signorotti del Cantone riconoscevano l'impronta lasciata dai suoi zoccoli per strada. E, si racconta, sentivano tremare il cuore e le budella al suo passaggio. Perfino i campanili della Glarona puritana prendevano a suonare quando Anna la strega si materializzava in piazza, tanto era bella. Di lei si ricordano i capelli colore del miele che dondolavano sopra il fondoschiena, le labbra prepotenti e l'abbondare delle curve. Aveva braccia forti come saldo era il suo coraggio: «È il diavolo a ispirarmi», urlò alla folla. «Viene da me tutte le notti, travestito da cane nero». Sotto tortura la obbligarono a confessare questo. Poi un uomo con la spada affilata perl'occasione, le mozzò la testa in piazza.
È successo 226 anni fa, in Svizzera. Anna Gòldi fu l'ultima strega a essere giustiziata in Europa, 13 giugno 1782. Ed è la prima al mondo a ottenere la riabilitazione. Nessun parlamento, prima di quello del Canton di Glarona, ha mai assolto una persona condannata per maleficio. Mercoledì l'incantesimo è stato spezzato. E donna Gòldi, uccisa a 48 anni, è stata redenta. Adesso ne avrebbe 274, di anni.
La giustiziarono per diavoleria ma in realtà a condannarla fu il suo passato di domestica fedele e amante fedifraga dei tanti padroni. Il verdetto fi-
nale raduna agli atti i nomi di Johann Jakob della potente famiglia degli Tschudi, del giovane Melchior del casato degli Zwicky e fra gli altri un soldato di ventura dal quale ebbe il primo figlio. Lo trovarono morto nel letto materno la stessa notte del parto, il piccolino. E così lei andò in prigione due anni per infanticidio. Poi fu la volta della figlia di un datore di lavoro. A otto cominciò a vomitare, sbattendo la testa contro il camino. Era epilessia. Ma all'epoca si disse che Anna serviva alla piccolalatte e spilli per colazione. Tant'è che la «condanna formale» con decapitazione fu per «avvelenamento stregonesco».
A 226 anni dall'esecuzione un giornalista: Walter Hauser, ha riaperto la vicenda recuperando gli atti del processo (oltre 700 pagine) da cui (guarda il caso) mancano proprio le parti che raccontano degli amori fra la cameriera e i padroni.
Nei mesi scorsi è stato pubblicato un libro: Der JustizmordanAnna Gòldi - L'omicidio giudiziario di Anna Gòldi, Limmat Verlag, Zurigo. Il volume si conclude con una richiesta: seguire l'esempio del Massachusetts, dove nel2001 il governatorehafir-mato un pubblico atto di riabilitazione delle donne bruciate nei roghi di Salem.
Il governo cantonale di Glarona, fra dibattiti e polemiche, in un primo tempo si è opposto. Motivo: quella sentenza e l'uccisione di Anna fu sì un
«errore», ma le colpe della comunità di allora non possono ricadere sulle generazioni di oggi. E il parlamento cercò di riparare con un museo alla memoria della Gòldi, inaugurato giusto sabato scorso a Mollis, dove lei visse. Anche la chiesa evangelica cantonale, direttamente coinvolta visto che la condanna fu inflitta da un Tribunale protestante che^si richiamava direttamente al riformatore Zwingli, disse «no alla riabilitazione».
Tutto inutile, mercoledì il governo glaronese ha sentenziato e assolto l'innocente.
L'inferno di Anna "futura strega", infuoca nel 1780, quando viene assunta come cameriera in casa di Johann Jakob Tschudi, esponente di una delle famiglie più in vista di Glarona e della comunità evangelica locale. Fra la serva e il padrone è subito amore e clandestinità. Ma lei un giorno litiga con Annamaria, la figlia di otto anni di Johann Jakob. Sarà un anno di scontri feroci. Fino a quando la madre della piccola, scoperte le corna, racconterà di avere trovato una manciata di spilli nella scodella del latte della bambina. La quale veniva aggredita da convulsioni epilettiche. «È Anna la colpevole», disse per vendetta la tradita. E licenziò la rivale.
La storia sarebbe finita qui; se non fosse che Anna la vittima denunciò le accuse illegittime al Ca-merarius, ovvero la più alta autorità civile e religio -
sa del cantone. La sorte vuole che anche lui si chiamasse Johann Jakob Tschudi, omonimo e parente dell'amante. Il pettegolezzo sul tradimento circolò fino a diventare verità assodata. Per Johann Jakob Tschudi lo scandalo significava disastro. Il puritano cantone aveva appena approvato norme draconiane: ai colpevoli di immoralità sessuale veniva vietato ogni incarico o ruolo pubblico. Il sospetto montava e intanto la piccola Annamaria aveva uno svenimento via l'altro. Bastò seminare qualche spillo in mezzo ai rigurgiti, e il gioco fu fatto. Anna la maligna fu condannata.
Anche se, in realtà, il verdetto trova radici nel destino e nel suo passato. È di famiglia povera, da ragazzina partorisce il figlio di quel soldato e subito dopo viene esposta alla gogna e imprigionata due anni per la morte dell'infante. Più tardi entrerà a servizio dei ricchi Zwicky. Da Melchior, figlio del padrone di casa di 11 anni più giovane di lei, avrà un bambino. L'uomo le sarà accanto per tutto il processo. Ma non servirà. Arrestata in febbraio, sotto tortura confessa: «Sono ispirata da quel cane che è il demonio». Due giorni dopo ritratta, poi confessa di nuovo. E le tagliano la testa. Mentre il Camerarius Tschudi rassicura la folla: «La peccatrice è punita, nel nome di Dio». Sono serviti 226 anni per scoprire che il patto col diavolo invece non c'era.

Re: dopo 226 anni la Svizzera chiede scusa

MessaggioInviato: 29 ago 2008, 23:06
di takion
Hai visto "L'ultimo inquisitore"? Calza a pennello...

Re: dopo 226 anni la Svizzera chiede scusa

MessaggioInviato: 04 set 2008, 13:02
di Rubbishman
sempre sti svizzeri