di Aragorn il 15 set 2008, 13:22
Ieri a Milano è successa una tragedia. Un ragazzo italiano di 19 anni, Abdul Salam Guiebre è stato ucciso a sprangate da padre e figlio, convinti (non si sa ancora se a torto o a ragione) che lui e i suoi amici avessero rubato soldi e dolci dal loro bar. Il ragazzo ucciso era nero e per questo, durante tutta la giornata, la tragedia ha cambiato colore ed è divenuta razzismo.
In serata la polizia ha chiarito, dopo le prime indagini, che l'omicidio è stato commesso per "futili motivi", cioè i sospetti di furto che hanno scatenato l'ira animalesca dei proprietari del bar, entrambi pregiudicati". I due hanno inseguito i ragazzi in fuga col presunto bottino, Abdul Salam Guiebre è inciampato mentre correva, così i suoi inseguitori lo hanno raggiunto e si sono accanitti contro di lui. Se fosse rimasto in dietro il suo amico, italiano e bianco, probabilmente avrebbe fatto la stessa fine. Niente a che fare dunque con un raid razzista.
Scriviamo di questo episodio con prudenza e con tristezza, come è giusto per la vita che si è persa e per quelle che si sono rovinate nella furia di quei momenti. Dovrebbe essere così in questi casi.
Invece ieri non è stato così. Sul caso si sono avventati in tanti, immediatamente, quasi rispondendo ad un richiamo irrestitibile, quasi oserei dire, con compiacimento. Veltroni, Fassino, Ferrero, Pollastrini, Garavaglia, tutti uniti in un unico coro: "razzisti". Nelle loro dichiarazioni accalorate l'accusa era rivolta solo di sfuggita ai due assassini, il bersaglio principale era invece, a scelta, il governo, la Lega, il clima fascista nelle città (forse Alemanno), Berlusconi, ecc...
Non si era ancora capito nulla della dinamica dei fatti e già l'omicidio di Abdul era diventata una bandiera politica, senza rispetto, senza prundeza, senza pudore. Sentite cosa ha detto, a caldo, Emanuela Palermi, del Pcdi: ''Nell'assassinio del ragazzo africano a Milano, c'e' il senso della manifestazione che come sinistra abbiamo deciso di tenere l'11 ottobre a Roma. Vogliamo ridare voce e visibilita' ad un'Italia civile e democratica che odia il razzismo del Pdl, una coalizione - dalla Lega ai postfascisti - che usa cinicamente la sicurezza per additare gli immigrati come i colpevoli di tutti i mali''.
Ma Veltroni non è stata da meno: è balzato a piè pari sulla vicenda. Ha volato alto ma la conclusione è sempre la stessa: ''c'è un clima difficile che l'indifferenza, l'egoismo, le culture che hanno al centro la soddisfazione di desideri individuali, le paure seminate a piene mani verso l'altro da noi hanno contribuito a formare''.
E' un terribile riflesso condizionato quello della sinistra, un riflesso cinico e venato questo si di razzismo: appena si annusa la possibilità di dipingere il centro-destra, i suoi sindaci, il governo, come portatori di odio e violenza, non ci si fa scappare l'occasione. Ricordate il "raid razzista" del Pigneto che poi si rivelò messo in atto da uno spostato con tatuaggio di Che Guevara per motivi di soldi? Anche allora si levò il grido quasi festoso "ecco, è razzismo!!".
Si usa il colore delle vittime di questi episodi come strumento politico, così si mette in secondo piano la compassione e soprattuto la comprensione. Si chiudono gli occhi davanti ai meccanismi veri che scatenano queste violenze e si sogna un mondo in cui l'avversario è un mostro colpevole di ogni male. Così non si sconfigge l'avversario e non si sconfigge il male e non si capisce il mondo.
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»