e il neo ministro usa il legittimo impedimento

I
l Pdl ci ricasca. In un Paese in cui dubbi, attacchi giudiziari a mezzo stampa e affondi personali monopolizzano il confronto politico, il Governo scopre, ancora una volta, il fianco ai colpi dell’opposizione e dei detrattori.
A distanza di sei giorni dalla nomina a Ministro del Federalismo, infatti, i difensori di Aldo Brancher hanno chiesto il rinvio dell’udienza di sabato prossimo in cui il loro assistito è chiamato a rispondere di appropriazione indebita in relazione ai soldi incassati da Giampiero Fiorani nell’ambito della vicenda Antonveneta.
Il rinvio è reso possibile dalla normativa che consente la proroga dei processi per il Presidente del Consiglio e dei suoi ministri in caso di legittimo impedimento derivante da funzioni di governo.
Per Bersani "Basta alla Lega di lotta e di Governo"- E a riaccendere il confronto politico sulla recente nomina di Brancher al Ministero per l'Attuazione del federalismo è il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervenuto proprio oggi in piazza del Duomo, a Milano, durante la manifestazione dello sciopero generale della Cgil.
Secondo Bersani, infatti, "la Lega non può continuare a fare la ballerina, che c’è e non c'è, vede e non vede, ma è responsabile di tutto, Brancher compreso".
Una posizione decisamente netta dunque quella di un acceso Bersani che chiosa il suo discorso, aggiungendo un "Basta alla Lega di lotta e di governo. Senza di lei non ci sarebbe tutto questo".
Opposizione all'attacco - Una decisione che, sicuramente, non contribuirà ad abbassare i toni del confronto politico, ma che accenderà numerose reazioni. E quelle stizzite dell'opposizione non si sono fatte attendere.
Il primo a scagliarsi all’attacco è stato il leader dell’IdV, Antonio Di Pietro.
“Ciò a cui stiamo assistendo, non si chiama solo conflitto d’interessi, ma si chiama ladrocinio di Stato, portato avanti da persone che sono andate al potere solo per poter rubare legalmente”.
E, a dimostrazione che il caso è destinato a protrarsi nel tempo, anche il PD parla di scandalo che “non permetterà il confronto sul Federalismo”. A parlare è Enrico Letta.
“La Lega dovrebbe vergognarsi per l’uso del legittimo impedimento da parte del neo-ministro Aldo Brancher – afferma il vice segretario democratico - Il Pd non sarà disponibile a confrontarsi sul federalismo finché non sarà rimosso questo scandalo”.
La difesa di Aldo Brancher trapela solo in serata e sicuramente non metterà fine alle polemiche.
"In questo momento ho una serie di cose da fare", avrebbe spiegato conversando con i cronisti in Transatlantico, dopo il voto della Camera sul decreto Bondi. "Non ho nulla da rimproverarmi - aggiunge - tra l’altro devo organizzare il mio ministero. Sono solo, non ho neppure il capo di gabinetto".
Insomma, il processo Antonveneta non rientra nelle priorità del neo ministro che, tuttavia, precisa che tornerà a disposizione dei giudici tra tre mesi, anche se la legge sul legittimo impedimento gli avrebbe permesso dei rinvii di sei mesi in sei mesi.
"Invece ho chiesto tre mesi di tempo, dando la mia disponibilità per il 7 ottobre. Io sarei disponibile anche il 15 agosto, ma i Tribunali sono chiusi..."
l Pdl ci ricasca. In un Paese in cui dubbi, attacchi giudiziari a mezzo stampa e affondi personali monopolizzano il confronto politico, il Governo scopre, ancora una volta, il fianco ai colpi dell’opposizione e dei detrattori.
A distanza di sei giorni dalla nomina a Ministro del Federalismo, infatti, i difensori di Aldo Brancher hanno chiesto il rinvio dell’udienza di sabato prossimo in cui il loro assistito è chiamato a rispondere di appropriazione indebita in relazione ai soldi incassati da Giampiero Fiorani nell’ambito della vicenda Antonveneta.
Il rinvio è reso possibile dalla normativa che consente la proroga dei processi per il Presidente del Consiglio e dei suoi ministri in caso di legittimo impedimento derivante da funzioni di governo.
Per Bersani "Basta alla Lega di lotta e di Governo"- E a riaccendere il confronto politico sulla recente nomina di Brancher al Ministero per l'Attuazione del federalismo è il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervenuto proprio oggi in piazza del Duomo, a Milano, durante la manifestazione dello sciopero generale della Cgil.
Secondo Bersani, infatti, "la Lega non può continuare a fare la ballerina, che c’è e non c'è, vede e non vede, ma è responsabile di tutto, Brancher compreso".
Una posizione decisamente netta dunque quella di un acceso Bersani che chiosa il suo discorso, aggiungendo un "Basta alla Lega di lotta e di governo. Senza di lei non ci sarebbe tutto questo".
Opposizione all'attacco - Una decisione che, sicuramente, non contribuirà ad abbassare i toni del confronto politico, ma che accenderà numerose reazioni. E quelle stizzite dell'opposizione non si sono fatte attendere.
Il primo a scagliarsi all’attacco è stato il leader dell’IdV, Antonio Di Pietro.
“Ciò a cui stiamo assistendo, non si chiama solo conflitto d’interessi, ma si chiama ladrocinio di Stato, portato avanti da persone che sono andate al potere solo per poter rubare legalmente”.
E, a dimostrazione che il caso è destinato a protrarsi nel tempo, anche il PD parla di scandalo che “non permetterà il confronto sul Federalismo”. A parlare è Enrico Letta.
“La Lega dovrebbe vergognarsi per l’uso del legittimo impedimento da parte del neo-ministro Aldo Brancher – afferma il vice segretario democratico - Il Pd non sarà disponibile a confrontarsi sul federalismo finché non sarà rimosso questo scandalo”.
La difesa di Aldo Brancher trapela solo in serata e sicuramente non metterà fine alle polemiche.
"In questo momento ho una serie di cose da fare", avrebbe spiegato conversando con i cronisti in Transatlantico, dopo il voto della Camera sul decreto Bondi. "Non ho nulla da rimproverarmi - aggiunge - tra l’altro devo organizzare il mio ministero. Sono solo, non ho neppure il capo di gabinetto".
Insomma, il processo Antonveneta non rientra nelle priorità del neo ministro che, tuttavia, precisa che tornerà a disposizione dei giudici tra tre mesi, anche se la legge sul legittimo impedimento gli avrebbe permesso dei rinvii di sei mesi in sei mesi.
"Invece ho chiesto tre mesi di tempo, dando la mia disponibilità per il 7 ottobre. Io sarei disponibile anche il 15 agosto, ma i Tribunali sono chiusi..."