Sacchi non crede nel Milan
Inviato: 10 mar 2007, 15:09
Sacchi ha tanta fiducia nel suo vecchio Milan... "Non credo possa seriamente sperare di vincere la Champions" Ancora una volta l'ex tecnico rossonero è severo con Ancelotti e i giocatori: "Le partite sono abbastanza piatte e monotone".
Arrigo Sacchi è uno di quelli della "grande famiglia del Milan", come la chiamano spesso Galliani o Berlusconi, per meriti acquisiti sul campo e trasferiti poi negli affetti, tanto che non è raro vederlo seduto in tribuna a San Siro a fianco dell'uno o dell'altro.
Ma non per questo l'ex tecnico rossonero risparmia giudizi spesso severi sulla qualità del gioco della sua ex squadra, come anche questa settimana dalle pagine della Gazzetta dello Sport, nella sua rubrica 'Sopra la panca', prendendo spunto dalla prestazione di mercoledì: "Con il Celtic si sono notate attenzione, volontà vincente e motivazione migliori. Rimane però la sensazione di un gruppo con un entusiasmo limitato. Ne soffrono gioco, spettacolarità e vivacità. Le idee sono buone, ma interpretate con poca enfasi. E le partite di conseguenza sono abbastanza piatte e monotone. Stavolta il Milan ha giocato con ordine tattico, anche se non sempre le distanze fra i reparti sono sembrate giuste. In fase offensiva c'è stata carenza di fantasia di gioco e di collaborazione fra i compagni. Troppe volte si è visto crossare in area dove c'erano solo uno o due giocatori. La manovra e l'intensità sono migliorate, ma non sono tuttavia ottimali".
"Per il Milan il campo sembra sempre troppo grande, troppo largo e lungo - analizza l'ex Ct azzurro - Non so se dipenda da uno stato di forma fisico non eccellente, dalla volontà non straordinaria o se tatticamente la squadra non sempre si è collocata e posizionata bene. Potrebbero essere tutte e tre le cose, solo il bravo Carlo è in grado di correggere queste insufficienze. Per quello che gli permetteranno l'usura di alcuni componenti della squadra, gli infortunati, loro disponibilità e motivazione. Spero che il Milan possa ulteriormente migliorare per andare avanti in Champions. Ma, nonostante la sua storia, la vittoria con il Celtic e l'eliminazione di molte big, non credo possa seriamente sperare di vincere questa competizione. Per compiere l'impresa serve un ulteriore, grande miglioramento".
Arrigo Sacchi è uno di quelli della "grande famiglia del Milan", come la chiamano spesso Galliani o Berlusconi, per meriti acquisiti sul campo e trasferiti poi negli affetti, tanto che non è raro vederlo seduto in tribuna a San Siro a fianco dell'uno o dell'altro.
Ma non per questo l'ex tecnico rossonero risparmia giudizi spesso severi sulla qualità del gioco della sua ex squadra, come anche questa settimana dalle pagine della Gazzetta dello Sport, nella sua rubrica 'Sopra la panca', prendendo spunto dalla prestazione di mercoledì: "Con il Celtic si sono notate attenzione, volontà vincente e motivazione migliori. Rimane però la sensazione di un gruppo con un entusiasmo limitato. Ne soffrono gioco, spettacolarità e vivacità. Le idee sono buone, ma interpretate con poca enfasi. E le partite di conseguenza sono abbastanza piatte e monotone. Stavolta il Milan ha giocato con ordine tattico, anche se non sempre le distanze fra i reparti sono sembrate giuste. In fase offensiva c'è stata carenza di fantasia di gioco e di collaborazione fra i compagni. Troppe volte si è visto crossare in area dove c'erano solo uno o due giocatori. La manovra e l'intensità sono migliorate, ma non sono tuttavia ottimali".
"Per il Milan il campo sembra sempre troppo grande, troppo largo e lungo - analizza l'ex Ct azzurro - Non so se dipenda da uno stato di forma fisico non eccellente, dalla volontà non straordinaria o se tatticamente la squadra non sempre si è collocata e posizionata bene. Potrebbero essere tutte e tre le cose, solo il bravo Carlo è in grado di correggere queste insufficienze. Per quello che gli permetteranno l'usura di alcuni componenti della squadra, gli infortunati, loro disponibilità e motivazione. Spero che il Milan possa ulteriormente migliorare per andare avanti in Champions. Ma, nonostante la sua storia, la vittoria con il Celtic e l'eliminazione di molte big, non credo possa seriamente sperare di vincere questa competizione. Per compiere l'impresa serve un ulteriore, grande miglioramento".