Calcio, il Real Madrid primo per ricavi. Milan ottavo

[Aragorn]

In tre sopra i 300 milioni di ricavi. Real Madrid, Manchester United e Barcellona. All'ottavo posto il Milan, seguito da Roma, Inter e Juventus. I club europei dominano la classifica dei ricavi del calcio: tra le prime venti ci sono sette squadre inglesi, quattro italiane e quattro tedesche, due spagnole, due francesi e una turca. In venti per un fatturato totale di 3,9 miliardi di euro secondo l'ultimo studio "Football Money League", pubblicato da Deloitte, giunto quest'anno alla sua dodicesima edizione, e basato sulle informazioni finanziarie della stagione 2007/2008.

Davanti a tutti si conferma il Real Madrid che ha aumentato i ricavi di 15 milioni di euro (4%) raggiungendo i 366 milioni di euro. Con una straordinaria performance il Manchester United ha incrementato i ricavi del 21% fino a toccare 325 milioni di euro. Il terzo per giro d'affari è il Barcellona che ha raggiunto i 309 milioni con una crescita del 6 per cento.

Il Milan primo delle italiane raggiunge i 209,5 milioni di euro. La Juventus, grazie al suo ritorno in Serie A, riesce a guadagnare una posizione e si prevede una nuova crescita nella stagione 2008/2009 grazie alla sua partecipazione alla Champions League. Inoltre, la risalita della squadra italiana nei prossimi anni sarà costante anche grazie alla prevista inaugurazione di un nuovo stadio da 40mila posti. La Roma ha incrementato le entrate in gran parte grazie ai nuovi contratti commerciali e ai diritti televisivi sottoscritti nella stagione 2007/2008.

«Per le squadre italiane ci sono due elementi chiave, particolarmente importanti in questa fase di crisi che colpisce il settore dello sport: la gestione di uno stadio di proprietà e la riduzione del rapporto stipendi/totale ricavi (in Italia il rapporto si aggira solitamente tra il 0,62 e lo 0,64 rispetto alla Germania, 0,45). Una gestione manageriale della squadra consentirebbe di massimizzare le opportunità di profitto: lo stadio di proprietà consentirebbe di aumentare le occasioni di profitto anche da servizi accessori e maggior tutela del merchandising ufficiale; la riduzione degli stipendi, invece, potrebbe permettere maggiori investimenti nel settore giovanile», spiega Dario Righetti, partner di Deloitte e responsabile dello studio per l'Italia.

[diegofio]

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