La vera storia del calcio

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La vera storia del calcio

Messaggiodi mlüff© il 18 giu 2009, 11:43

Ritrovamenti fossili dimostrano l'esistenza di un giuoco assai simile al nostro calcio già nella presistoria, dove veniva praticato da squadre di 11 cavernicoli ciascuna e, a parte qualche dolorino ai piedi perchè i palloni erano di pietra (le scarpe ancora non esistevano, comunque sarebbero servite a poco), tutti giocavano gratuitamente, tutti si divertivano e tutti vincevano.

La prima fissazione di regole scritte si fa risalire all'età del bronzo, come testimoniano alcuni graffiti trovati in antiche caverne. Il pallone di pietra venne sostituito da quello fuso nel metallo, piu' regolare e, finalmente, di forma sferica. Venne inventato il colpo di testa anche se, per qualche misteriosa ragione sulla quale la scienza ufficiale sta ancora indagando, pare che i calciatori dell'epoca non gradissero molto questo tipo di giocata. Comunque dall'interpretazione dei graffiti pare che anche qui tutti si divertissero e tutti vincessero.

Anche in epoche più moderne questo gioco conobbe una notevole diffusione, con miti e leggende difficili da sfatare. Narrano gli egittologi che proprio il calcio abbia contribuito in maniera decisiva allo sviluppo delle moderne tecniche d'imbalsamazione. Infatti pare che il fratello di Tut-An-Kamon, un certo Tut-Non-Segni, fosse un portiere talmente imbattibile da continuare difendere la porta egiziana per anni anche dopo morto, grazie ad un abile processo d'imbalsamazione. Anche nei paesi vicini questo gioco ebbe una rapida diffusione, con la creazione dei primi mondiali di calcio ai quali parteciparono squadre che, ancora oggi, riscuotono ammirazione per le loro eroiche gesta: Assiri, Babilonesi, Persiani, Sumeri, Ittiti e la fortissima Grecia, talmente forte da meritarsi l'appellativo di Magna. Anche i palloni subirono una notevole evoluzione, da quelli di legno scolpito degli antichi greci a quelli di papiro pressato degli egiziani, per arrivare ai palloni di stracci dei Palestinesi che, curiosamente, furono anche i primi veramente forti nel gioco di testa ... Agli antipodi Maya, Aztechi, Incas e la leggendaria Atlantide (quella che gli storici pallonari considerano, calcisticamente parlando, il Brasile dell'epoca, visto l'alone leggendario che la circonda) si giocava invece con noci di cocco, cocomeri e meloni. Certo, la lontananza causava qualche piccolo inconveniente, si sa di calciatori partiti in giovane eta' ed arrivati alla sede designata per i mondiali ormai ottuagenari, pero' quando era possibile giocare tutti lo facevano gratuitamente, tutti si divertivano e tutti vincevano.

Mi pare quasi superfluo ricordare le epiche sfide del periodo dell'impero romano tra la Roma e la fortissima Mediolanum, la prima squadra della storia ad annoverare tra le sue fila campioni stranieri prelevati dai campionati barbari, unni (un discendente dei quali, tale Mark Hateley, ha nuovamente indossato la gloriosa casacca rossonera alcuni anni or sono), longobardi (allenati dal grande Oronzo Cana', un precursore delle moderne tattiche calcistiche), ostrogoti, etc. Tali sfide venivano effettuate in grandi arene, alcune visibili ancora oggi (es. il Colosseo), utilizzando come palloni i resti degli spettacolini che precedevano la partita, es. pelli di leone o teste umane, anche se l'uso di queste ultime venne progressivamente abbandonato perche' ingenerava confusione tra i giocatori: es. capitava che un portiere, durante una uscita, mollasse un cazzottone alla testa del centravanti avversario scambiandola per la palla e cio' non era molto bello ... Potrei parlare anche delle sfide coi Galli o con Cartagine, squadra talmente forte che la stessa partita contro la Roma venne ripetuta tre volte perchè non era possibile stabilire chi fosse la squadra migliore, comunque anche qui tutti giocavano gratuitamente, il pubblico partecipava con grande passione, tutti si divertivano e tutti vincevano. Risale infatti all'epoca il modo di dire "vittoria di Pirro" che, tradotto in italiano, suona piu' o meno cosi': "'o bischero, 'azzo esulti a fare che s'hai vinto tu ha vinto pure la squadra avversaria?". Com'era possibile? chiederete voi, modernicoli che non sapete nulla delle radici del calcio. Si puo', non ho forse detto che tutti vincevano e che tutti erano contenti?

Anche nel Medio-Evo il calcio era abbondantemente praticato e la faceva da padrone una squadra di Firenze che annoverava tra le sue fila Lorenzo, un centravanti fortissimo, la cui tecnica sopraffina gli valse l'appellativo di "il Magnifico". I palloni venivano realizzati con delle corde abilmente intrecciate (infatti le cronache dell'epoca definiscono il calcio anche come "il giuoco della pallacorda"), vennero ideate le prime divise sociali, abilmente ricamate secondo la foggia dell'epoca (mentre nell'antichità i calciatori giocavano nudi o, al massimo, con un perizoma di pelle animale ed i numeri erano costretti a farseli tatuare sulla schiena, con ovvie difficoltà quando si cambiava ruolo o squadra). Nacquero i primi arbitri, assolutamente infallibili ed imparziali, che - a seconda del luogo - prendevano il nome di reggenti, gonfaloni, dogi, etc. ed il calcio ebbe un ruolo fondamentale per stemperare le tensioni, i conflitti dell'epoca, perchè tutti giocavano gratuitamente, tutti si divertivano e tutti vincevano.

Un brutto giorno la gente smise di divertirsi. Nacquero le polemiche, le accuse agli avversari o agli arbitri, le contestazioni, le squalifiche del campo, le intercettazioni, le falsificazioni, ed i giocatori divennero mercenari. Era appena stata inventata la sconfitta.

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Re: La vera storia del calcio

Messaggiodi nemesys_72 il 18 giu 2009, 22:49

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Re: La vera storia del calcio

Messaggiodi Gianfranco il 21 giu 2009, 18:53

heheheh, mi aspettavo qualche cenno storico pure sulla scoperta dell'america...
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Re: La vera storia del calcio

Messaggiodi Luka™ il 25 lug 2009, 20:03

Ahahahahahahh
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