Il campionato dei teoremi..

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A stare a leggere e sentire i vari personaggi che popolano il mondo del calcio nostrano, ormai non si ha più nemmeno l’impressione di essere di fronte ad una serie di errori arbitrali compiuti da direttori di gara e assistenti in parte scadenti (ma non solo in casa nostra), in parte messi in difficoltà da un calcio sempre più difficile da governare sul campo solo da terne arbitrali con i loro limiti umani e tecnici, e spesso con un’innegabile fragilità di fronte alle pressioni ambientali. Ormai non si parla più di errori, sono veri e propri teoremi, a dimostrare i quali ciascuno porta una serie di fatti, per giungere al proprio ‘come volevasi dimostrare’.
La tesi che un primo teorema vuol dimostrare è che quest’anno tocchi al Milan… eh già, come potrebbe non essere così, è la squadra del potente Galliani; e allora Milan avanti tutta… e alt all’Inter, a tutti i costi: quindi, se Montolivo viene atterrato in area da Thiago Silva e Rosetti non fischia il rigore è perché il Milan possa salire a meno quattro. E d’altronde, ricordano i nerazzurri, che hanno una memoria d’elefante per le situazioni penalizzanti e si cibano del fiore dell’oblìo per le situazioni a favore, è stato sempre Rosetti a non espellere Bonucci in Bari-Inter, per fallo da ultimo uomo in occasione del rigore; e quando quel galantuomo di Oriali l’aveva fatto notare era stato cacciato lui… una vera ingiustizia. E poi sempre Rosetti in Napoli-Inter non ha concesso il penalty per il tocco di braccio di Aronica in area: non c’è dubbio, Rosetti è il braccio armato di Galliani. E poi si sa, si vuole impedire all’Inter di vincere il quinto scudetto consecutivo, (è uno dei rosicamenti-clou antijuve) l’ha detto proprio Mazzola in questi giorni; già, il quinto scudetto, come se il primo dei presunti cinque l’avesse davvero vinto, a 15 punti dalla prima….
E passiamo al teorema numero due, che è quello rimpallato alla coppia più indisponente del mondo, il duo Mo-Mo, dai cugini rossoneri: ma come? E’ stata l’Inter ad esser stata favorita: due punti in più presi a Chievo, quando Quaresima è andato a togliere, con un fallo di mano nettissimo, il pallone dalla testa di Yepes; altri due punti presi contro il malcapitato Siena, battuto 4-3 su una punizione per un fallo regalato da Peruzzo a Samuel; per non parlare delle espulsioni mancate, tutte sacrosante, quella di Maicon a Cagliari, quella di Materazzi contro il Bari nella prima giornata, quelle di Muntari, Thiago Motta e Balotelli, tutte nella partita con la Roma, guarda caso una diretta concorrente nella corsa al titolo.
Ma anche i Della Valle hanno il loro bel teorema, come no? Qual è l’assunto? L’ha detto chiaramente Andrea Della Valle dopo il rigore negato da Rosetti a Montolivo: “Essere riuscita, la Fiorentina, in questi quattro anni, a qualificarsi in zona Champions, ha dato fastidio a qualcuno”. A chi?
Poi c’è il teorema partenopeo; a dimostrarlo ci pensa De Laurentiis; cosa vuol dimostrare? Che gli arbitri spingono la Juve in Champions, a danno del Napoli. E come? Utilizzando Rosetti, ancora lui: che a Palermo annulla un goal ad Hamsik e concede un goal contestato ai rosanero. E poi Trefoloni che in Inter-Napoli convalida due goal irregolari e in Parma-Napoli nega due rigori agli azzurri; e poi Orsato. Damato, Tagliavento, Morganti, una vera congiura.
E volete che Zamparini non abbia il suo teorema; ce l’ha, ce l’ha, con una lunga lista di doglianze; e che vadano a costituire un teorema è indicato dal fatto che insinua il tarlo della malafede. “Dove sta scritto che gli errori siano unicamente in buona fede?”
La Juventus un teorema non ce l’ha; forse perché Monsieur La Trinité ha qualche lacuna in geometria? No, perché, si dice, la Juve è di nuovo favorita, lo dice l’uomo dalla valigetta fumante, che se la prende con tutti, con Del Piero, con l’arbitro, con il pubblico (quando poi le indagini avrebbero dimostrato che i tifosi esagitati erano i suoi) per un contestato rigore concesso alla Juve, dimenticando che la stessa a Genova, all’andata, era stata letteralmente rapinata. Ma adesso alla Juve è tornato il triadico Bettega, e i sospetti impazzano (si misurano i millimetri di un fuorigioco di Legrottaglie in goal a Livorno, si inventa un fallo di mano di Del Piero a Bologna).
Perché l’assioma da cui dipendono tutti i teoremi è uno solo: Farsopoli, cioè la certificazione della sedicente ‘giustizia’ sportiva (perché giusta non può mai essere definita una giustizia che non concede spazio e tempo alle difese e che annulla arbitrariamente gradi di giudizio) che gli arbitri non sbagliavano in buonafede, ma perché, assieme ai designatori, cupolavano telefonicamente con la Triade, si disse; la realtà era diversa, a parlare con gli arbitri erano altri, ma questo non era interessante.
E adesso tutti impunemente insinuano, tirano per la giacchetta, si lamentano ancor prima del presunto danno, ma non succede più nulla: la Vecchia Signora è stata fatta fuori e la sua controfigura non fa più paura; tutto il resto è solo un teatrino, un gioco delle parti che non diverte più nessuno.

fonte

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è una congiura!

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