sarebbe meglio che tu ci spiegassi come lo hai installato...
breve excursus su cosa significa "installare" su linux
il modo tradizionale con cui si installano gli applicativi su linux è partire da un archivio contenente i sorgenti del programma, compilare e, infine, spostare i file così ottenuti nei "punti giusti". Ci sono 3 punti importanti
- Cosa faccio se mi servono delle librerie che non sono già nel sistema?
- Quali sono i "punti giusti"?
- Che traccia rimane di questa installazione?
Se l'applicativo, per essere compilato, ha bisogno di librerie che on stanno sul sistema, l'unica cosa da fare è seguire lo stesso procedimento per queste librerie, cioè scaricare i sorgenti e compilarle
Per il secondo punto, esiste uno standard che definisce quali sono questi punti giusti. Lo standard definisce in quale cartella mettere gli eseguibili, in quale cartella mettere le pagine del manuale ecc. Purtroppo non tutte le distribuzioni seguono lo standard, quindi i punti giusti potrebbero non essere uguali per tutte le distro.
Riguardo al terzo punto, no, non rimane nessuna traccia di quello che si è fatto
La soluzione a questi problemi è la pacchettizzazione. Un pacchetto è composto da:
- I binari, cioè il programma già compilato
- Delle informazioni sulle dipendenze e sugli eventuali conflitti
- Varie altre informazioni (dove vengono messi i files, la versione del pacchetto ecc)
In questo modo, ci penserà un sistema automatico a risolvere tutto per noi. Grazie alle informazioni contenute nel pacchetto, è possibile facilmente rimuovere tutto, disinstallando per bene il programma. Di solito, se i programmi e i pacchetti sono fatti bene, si riesce a disinstallare totalmente un programma, mentre sotto windows a me è capitato, abbastanza spesso, chye la disinstallazione lasciasse diverse tracce del programma.
E' possibile combinare la compilazione dei sorgenti con la pacchettizzazione: di solito nell'installare a partire da un tarball (nome amichevole per gli archivi tar-gz che contengono i sorgenti), si seguono questi passi
./configure (configura tutto quello che serve per la compilazione, eventualmente pemertte di specificare delle opzioni)
make (compila i sorgenti)
make install (copia i files nei punti previsti, eventualmente svolge qualche operazione di post-installazione)
al posto di make install è possibile utilizzare il comando checkinstall, che è a sua volta pacchettizzato per la maggior parte delle distro. checkinstall creerà un pacchetto di quelli previsti dalla nostra distro. Purtroppo il pacchetto creato non sarà in relazione con i pacchetti ufficiali dello stesso programma: vuol dire che se seguo questo procedimenti e mi creo il mio pacchetto firefox, il sistema automatico non sarà capace di aggiornarlo in futuro con una nuova versione del pacchetto ufficaile id firefox (questo discorso è un po contorto, eventulamente ve lo spiego meglio un'altra volta).
Debian propone la sua soluzione più elegante: con il comando apt-build è possibile prelevare i sorgenti dai repository previsti (i deb-src) e si preoccupa di risolvere le dipendenze, compilare, creare il pacchetto (stavolta un pacchetto ufficiale).
La distro per eccellenza che si basa su questo sistema è la gentoo,m con il suo emerge, ottimo a detta di molti (vero mike?
)
In definitava, un utente normale può tranquillamente utilizzareil sistema di pacchettizzazione della sua distro.
Attualmente gli archivi più diffusi sono i deb (debian e figli) e rpm (red hat e discendenti).
Tutti i sistemi hanno, di solito, una gerarchia di applicazioni, dal bassissimo livello fino a front-end grafci. Debian ha
dselect -> dpkg -> apt(/aptitude) -> front end (kpackage, synaptic, kynaptic, adept ecc..)
rpm non lo conosco bene, so che la redhat/fedora usa yum come livello superiore, e immagino front end simili, mentre suse ha yast