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PARMA, 23 GENNAIO – “Il calendario Maya lo aveva predetto, la scienza lo ha confermato, ma non avremmo mai immaginato che potesse succedere davvero”. E’ quello che si legge in uno dei tanti trailer sul film “2012”. Ma la ‘fine del mondo’ è stata confermata davvero dalla scienza?

Abbiamo chiesto a chi si occupa realmente, attraverso teorie e studi scientifici, di questi argomenti. Giorgio Pattera, esobiologo e vicepresidente del Centro “Galileo”, ci risponde così: “Sul 2012, pongo tre teorie: una cosmologica che riguarda il sole, una che riguarda la Terra e una più fantasiosa, se così si può dire, che riguarda un possibile transito di corpi celesti vicino al nostro Pianeta, cosa che apporterebbe un certo scompiglio”.

Tra queste, la prima è scientificamente provata e la seconda è documentabile giorno per giorno, mentre l’ultima è quella “meno verificabile”. Per capire proprio quest’ultima e offrire un approfondimento scientifico, occorre fare un po’ di storia, che attingiamo (per gentile concessione del Centro Studi "GALILEO") dagli archivi dell’Associazione di Corcagnano (PR).

Cominciamo col ricordare che, a partire dal 1972, le sonde spaziali Pioneer 10 (Pioniere), Pioneer 11 (lanciata nel 1973) e le altre sonde Voyager 1 e Voyager 2 (lanciate nel 1977), hanno raccolto dati importanti sullo spazio esterno al nostro sistema solare (che circonda il nostro pianeta).

Nel 1981 è arrivata la conferma che “doveva esistere un corpo celeste, grande almeno il doppio della Terra, in orbita solare ad una distanza di almeno 1.000 anni”. Il Detroit News, il 16 gennaio dello stesso anno, pubblicò la notizia in prima pagina.

Le ricerche proseguono nel 1983, quando il vettore americano “Delta 3910” rivela, tra le altre cose, un “misterioso oggetto in movimento, simile ad una cometa”. Ma solo nel 1999 arriva la conferma definitiva e contemporanea di due studiosi americani, J.Murray e J.Matese: “Una forza simultanea, generata da un grande oggetto invisibile, rallenta il viaggio delle sonde terrestri in uscita dal sistema solare, la stessa che probabilmente è responsabile della deviazione delle orbite cometarie”.

Una situazione già ipotizzata nel 1972 da J.Brady, che parlava dell’esistenza di un Pianeta “X”. Ma a sostenere l’esistenza di un altro corpo celeste nel nostro sistema solare, che chiamarono “Nibiru”, c’erano già arrivati i Sumeri, 6000 anni or sono. E’ la ‘nana bruna’, di cui tanto si parla, quella di cui si teme l’impatto con la Terra? Ma esiste (ci sarà) davvero? Dopo la civiltà dei Sumeri, che fu ‘pioniera’ nel campo astronomico, “l’unica cultura che cita l’anno 2012 come punto di riferimento per la fine di un’era, il manifestarsi di una sconcertante rivelazione e l’inizio d’un cambiamento radicale nell’evoluzione umana, è quella Maya”.

Come abbiamo detto, questa teoria è la meno verificabile, “in quanto l’arrivo dagli spazi profondi d’un corpo celeste, anche se nella cosmologia questo è già avvenuto ed è una regola dell’Universo, è molto più difficile da rilevare. Inoltre, anche se fosse molto vicino e noi lo vedessimo, non ci sarebbe niente da fare; mentre se è molto lontano, si può osservare solo con le sonde. E chi manda le sonde così lontano, per non diffondere il panico, ancorché fosse vera, non potrebbe rendere pubblica la notizia”.
Dunque “vedere per credere”, si può solo aspettare il 2012.
(di Maria Grazia Marinucci) 23/01/2010