di Aragorn il 04 feb 2007, 21:22
IL DECRETO Pisanu, così chiamato anche se ormai è diventato legge, ha creato problemi alla Lega di Milano, alla Federcalcio e ora si vorrebbe, anche da parte del Ministero dello Sport, che fosse riveduto e corretto. C'è da dire, ad onor del vero, che qualche merito lo ha avuto nella lotta alla violenza negli stadi. Solo che si è scontrato con un'anomalia tutta italiana: da noi gli stadi (Olimpico a parte) sono proprietà dei Comuni e non dei club. Quindi, i Comuni sono senza soldi e non fanno mai o quasi mai i lavori necessari. E i club i soldi li spendono per pagare fior di stipendi ai loro giocatori. Risultato? Si va avanti a forza di deroghe, i prefetti non possono fare altro: possono forse chiudere alcuni impianti, bloccando il campionato? No, e allora certi lavori richiesti dalla legge (tornelli, lettori ottici, ecc.) non vengono mai fatti e così si perde l'efficacia dei biglietti nominativi. In più, sembra che ci sia stato un minor controllo da parte delle forze dell'ordine, e negli stadi ultimamente si è visto qualche petardo di troppo e in tanti (troppi) non rispettano il posto assegnato dal biglietto. Molti club se la prendono col decreto Pisanu e danno la colpa a questa legge che avrebbe contribuito a svuotare gli stadi (oltre 400.000 spettatori in meno in serie A nel girone d'andata). Non credo sia così: tante sono le componenti. Dall'offerta tv al caro prezzi, a Calciopoli. Forse coi biglietti nominativi si sono persi i tifosi "last minute", quelli che decidevano all'ultimo momento se andare o no alla stadio. Di sicuro il nuovo ministro Giuliano Amato si trova alle prese con una legge, quella varata dal suo predecessore Pisanu, che non piace a club, Lega, Figc, Ministero, ecc. E forse nemmeno a lui. Per questo prende tempo e non convoca quel tavolo che gli è stato chiesto da tempo. Anche da parte del comitato promotore di Italia 2012.
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»