Vanno a trovarli in carcere, scrivono interpellanze urgenti a loro favore,li convocano a Montecitorio. In Parlamento c'è un partito trasversale che sta con gli ultras. Un partito che inizia dentro Alleanza nazionale e finisce tra gli esponenti di Rifondazione comunista. E non c'è fede - calcistica -che tenga.
Il programma? Ammorbidire le odiate (dagli ultras) "diffide", che vietano l'ingresso allo stadio, «no» alla reintroduzione dell'arresto fuori flagranza e, in qualche caso, anche al biglietto nominativo introdotto con il "pacchetto Pisanu". Perché, spiegano, «non si possono criminalizzare le tifoserie» e «militarizzare gli stadi».
leri l'ha fatta dapadrone Rifondazione. Prima con un'intervista di Francesco Caruso, deputato e leader no global, al Corriere della Sera («la morte di un agente vale quella di un capo ultra. La Polizia manganella nel mucchio»). Poi con le parole di Giovanni Russo Spena, capogruppo al Senato («un errore fare degli hooligans il nuovo nemico pubblico»).
Il capofila del "partito degli ultras", però, è un tifoso romanista doc: il verde Paolo Cento, per quelli della Sud "Er Piotta".É lui che si sta dando più da fare per sensibilizzare l'opinione pubblica, e il suo governo, sulla sorte dei quattro leader degli Irriducibili della Lazio detenuti in carcere dal 13 ottobre. Il 16 novembre ha partecipato ad un tavolo bipartisan contro «l'anomalia italiana della custodia cautelare» nella sede degl irriducibili insieme adue colleghi: Antonio Buonfiglio (An) e Sergio D'Elia (Rosa nel Pugno). Cento, del resto, non è nuovo a gesti filo-ultrà: il 23 giugno 2005 aprì un convegno alla Camera con il ricordo commosso di Paolo Zappavigna, il leader dei "Boys" della
Roma che simpatizzava per l'estrema destra. E ieri, sulla Stampa, si è scagliato contro il decreto Pisanu («favorisce la violenza») e l'inasprimento del "Daspo", il divieto di accedere alle manifestazioni sportive inviso agli ultra.
Quanto a Buonfiglio e D'Elia, il 28 dicembre hanno presentato come primi firmatari un'interpellanza rivolta al ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive, Giovanna Melandri, in cui ripercorrono la vicenda che ha portato all'arresto dei quattro "irriducibili" - la tentata scalata alla Lazio e il presunto tentativo di estorsione ai danni del presidente Claudio Lotito - chiedendo chiarimenti al governo. Chiarimenti che non sono ancora arrivati. Poi ci sono le visite in carcere: D'Elia ne ha compiute quattro in 45 giorni. Tre in meno di Alessandra Mussolini, che si è recata a Regina Coeli lo scorso 17 dicembre.
L'interpellanza di Buonfiglio e D'Eliaporta anche le firme di altri due deputati di An (Paola Frassinetti e Bruno Murgia) e di uno dei Verdi (Paola Balducci). La prima, parlamentare ligure, lo scorso 20 dicembre ha aperto le porte della Camera, insieme ai colleghi della commissione Cultura, alle delegazioni del tifo organizzato ascoltate nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul calcio dopo lo scandalo estivo. E lei, nel corso della discussione, ha preso le difese degli ultras con queste parole: «Credo che la flagranza differita applicata nei loro confronti sia una disposizione che non viene applicata neanche ai mafiosi. Non è questo il modo di risolvere il problema della violenza negli stadi».
Da Rifondazione Wladimir Luxuria l'ha spalleggiata : «La criminalizzazione delle tifoserie non serve assolutamente a nulla». Il biglietto nominativo voluto da Pisanu, ad esempio, non va bene: «Assegna posti lontani ai membri di una stessa famiglia»
Ve li ho evidenziati come vedete sono di destra e sinistra pensateci bene la prossima volta che votate è l'unico modo che abbiamo x migliorare la nostra situazione