Inter, impresa cercasi

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Inter, impresa cercasi

Messaggiodi Aragorn il 17 mag 2007, 11:49

Coppa Italia. Milano-Roma, solo ritorno. Dopo due anni trascorsi nella sala dei trofei di via Durini, potrebbe cambiare città. Su quella sponda giallorossa di Roma dove manca ormai dal 1991. Non perdere la nostra diretta scritta a partire dalle 17:30!

Sarebbe, per Luciano Spalletti, il primo trofeo vinto da quando allena la Roma. Un traguardo neppure troppo lontano dopo il 6-2 dell'Olimpico. Giochi che sembrano chiusi anche se nell'Inter c'è chi non si è ancora rassegnato. Materazzi squalificato non sarà della partita mentre il dubbioso Figo non vede l'ora di giocare. Spinto dalla voglia di restare in nerazzurro, il portoghese pare deciso a dire no alla pensione araba.

Chi scalpita e crede nell'impresa è quell'Hernan Crespo che nel giro di tre partite è stato capace di realizzare 6 gol. Chi non dovrebbe giocare è quell'Adriano ancora tormentato dal dolore al ginocchio. Una piccola ma importante rivoluzione rispetto all'undici che ne ha incassati sei all'Olimpico potrebbe essere la soluzione ad un'unica punta, con un centrocampo muscolare e il duo Figo-Stankovic pronto a dare supporto a Crespo. Sul fronte romanista Spalletti sembra avere pochi dubbi sulla formazione da schierare a San Siro.

In campo chi sta meglio. Dovrebbe esserci il neo papà Totti e la coppia difensiva Chivu-Mexes, i cui nomi, in chiave di mercato, sono stati più volte accostati proprio all'Inter. La Roma sarà seguita almeno da 7 mila tifosi giallorossi, pronti a invader Milano in un giorno e in orario lavorativo. Non sarà certo un giovedì pomeriggio a frenare la passione dei romanisti. Perché dopo due anni consecutivi a vedere le stesse immagini, nessuno vuole perdersi la possibilità di vedere capitan Totti alzare la Coppa.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Messaggiodi yuzzu il 17 mag 2007, 13:17

mah...cm abbiamo visto in barcellona-getafe,niente è impossibile...o se vogliamo fare un altro esempio,qll della finale di istanbul è ancora peggio :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :twisted:
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Messaggiodi yuzzu il 17 mag 2007, 13:24

MILANO, 17 maggio 2007 - Nel calcio può succedere di tutto e i tifosi dell’Inter lo hanno scoperto sulla propria pelle nerazzurra in un altro pomeriggio di maggio, senza bisogno di affondare ulteriormente il coltello nella piaga. Anche quelli della Roma lo sanno, perché Manchester è una ferita aperta: la prima molla per allungare le mani sulla coppa Italia, con il 6-2 dell’Olimpico destinato a rimanere nella memoria come il 7-1 dell’Old Trafford.
Quello che invece non può, o meglio non dovrebbe, succedere mai è la mancanza di concentrazione, a maggior motivo in una finale. Avere la cosiddetta pancia piena non è sufficiente per snobbare l’impegno, più o meno consciamente. I grandi giocatori e le grandi squadre sono tali proprio perché non si accontentano mai di vincere, trovando gli stimoli che altri giocatori e altre squadre non cercano neppure, sentendosi appagati troppo in fretta.
Sul piano strettamente tecnico, l’Inter dovrebbe compiere un’impresa storica per ribaltare il primo set di mercoledì scorso, perché nelle due trasferte stagionali a San Siro, il 26 agosto in Supercoppa e il 18 aprile in campionato, la Roma ha sempre segnato 3 gol. E non è esatto sottolineare che nella prima occasione l’Inter ha già segnato 4 gol, ribaltando lo 0-3 dei primi 34’, perché al termine dei 90’ aveva segnato 3 reti che stavolta non basterebbero. Ma al di là di qualsiasi punteggio, oggi a San Siro non sarà in palio soltanto lo scudettino di fine stagione, che mette di fronte la prima e la seconda del campionato, come non avveniva dal 1995 tra Juventus e Parma. Oggi sarà in palio anche l’onore dell’Inter, che ha il dovere di cancellare la figuraccia della gara d’andata, perché se c’è una squadra (e un allenatore) che non può snobbare la coppa Italia è proprio quella di Moratti.
Mancini, oltre che del suo fresco e strameritato scudetto, può andare fiero anche delle 10 coppe Italia da giocatore (6) e da allenatore (4). E l’Inter, che non vinceva la coppa Italia dal 1982, proprio con Mancini ha festeggiato a San Siro la coppa Italia del 2005 contro la Roma davanti a ben 72.034 fedelissimi, felici come nella notte in cui hanno accolto Zanetti e compagni in piazza del Duomo, dopo il 2-1 scudetto di Siena. Per rispetto di se stessi, quindi, ma anche della Roma e dei suoi tifosi, che sperano di festeggiare proprio contro l’Inter e proprio a San Siro, dopo due anni consecutivi di assalti a vuoto, i nerazzurri hanno il dovere di giocare una partita seria, credendo nella rimonta. E’ vero che nel calcio può succedere di tutto, ma bisogna sempre uscire dal campo a testa alta. A costo di perdere una partita, o una coppa, ma non la faccia. Perché i tifosi sono tifosi sempre, specie quelli che pagano.
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