Nell'esordio Europeo Under 21, gli azzurrini, pericolosi per un tempo, vengono gelati da un destro di Milovanovic al 18' della ripresa. Errori di mira di Pazzini e Palladino, Curci k.o. E giovedì contro l'Inghilterra è già decisiva
NIJMEGEN (Olanda), 11 giugno 2007 - Se non ci complichiamo la vita non ci divertiamo. L’ItaliaUnder 21 stecca il quinto esordio europeo consecutivo e si arrende alla Serbia 1-0. Decide un gran destro di Milovanovic al 18’ della ripresa. Se proprio vogliamo tirarci su, pensiamo che gli ultimi due Europei sono stati vinti da una squadra (Italia nel 2004 e Olanda l’anno scorso) che aveva perso la gara inaugurale.
ESORDI NEGATIVI - La nostra squadra parte tesa come una corda di violino. Soprattutto in mezzo al campo Nocerino fatica a trovare la posizione e anche Montolivo e Aquilani ballano contro quello che in fase di non possesso palla è un centrocampo a cinque. Lo spauracchio Jankovic fa male solo su punizione, mentre sono Babovic (capocannoniere serbo nelle qualificazioni con tre reti) e Krasic a prendere in velocità la nostra difesa. Se a ciò si somma un fuorigioco inesistente fischiato a Pazzini, che sarebbe andato in porta, e l’infortunio inguinale a Curci (dentro Viviano al 22’), ecco che le sensazioni sono tutt’altro che buone. Forse non è un caso, visto che gli ultimi quattro esordi dell’Under in un Europeo hanno portato tre pareggi soffertissimi (1-1 con la Slovacchia nel 2000, 1-1 col Portogallo nel 2002 e 3-3 acciuffato al 90’ con la Danimarca nel 2006) e una sconfitta (1-2 con la Bielorussia nel 2004).
ITALIA SPRECONA - Eppure i nostri avrebbero due nitide palle gol per passare, ma prima Pazzini calcia male a fil di palo su invito di Aquilani e poi Palladino, messo davanti alla porta da Rosina, strozza il sinistro. E’ il segnale che gli azzurrini si sono sbloccati. Il gol non arriva (in piena tendenza minimalista di questo avvio di torneo), ma almeno i serbi abbassano la cresta e finiscono il tempo in dieci nella propria trequarti. Unica nota stonata, il giallo con relativa diffida a Chiellini, il migliore dell’Italia nel primo tempo per generosità e coraggio.
K.O. NELLA RIPRESA - Anche a inizio ripresa il pallino lo teniamo noi, ma mai con la giusta rabbia agonistica. Palladino si vede rimpallare il destro da Tosic su ottima sponda di Pazzini, Rosina va a fiammate sulla destra ma gli manca sempre l’ultimo guizzo, anche perché non capisce che se salta tre uomini per forza ci deve poi essere un compagno smarcato da servire. La gara pare bloccata quando al 18’ Milovanovic indovina un gran diagonale di destro che gela Viviano e l’Italia. I serbi vanno in paradiso e si chiudono ancora di più. Qui ci manca il grimaldello, anche perché Pazzini conferma l’impressione di essere in difficoltà in uno schema che gli impedisce di avere accanto un compagno con cui dialogare. In qualche mischia ci illudiamo di poter pareggiare, ma nemmeno gli ingressi di Rossi e Pellè portano risultati. E a onore del vero vanno più vicini i serbi al raddoppio in contropiede nelle praterie che siamo costretti a concedere. Fino all’occasionissima finale di Pazzini, che manda alto di testa su una carambola da cross di Rosina. Giovedì contro l’Inghilterra, che ha pareggiato 0-0 con la Repubblica Ceca, sarà già dentro o fuori.