MILANO, 25 settembre 2007 - Quando il Patriarca varca la soglia, gli occhi gli si illuminano come in quella notte di Madrid, fra flash, applausi e abbracci. Sorpresa da lucciconi agli occhi. Enzo Bearzot, simbolo vivente del calcio italiano, accompagnato dalla moglie Luisa, non sa più dove perdere lo sguardo. Perché nella Sala Buzzati del Corriere ci sono quasi tutti i suoi ragazzi: Zoff, Bordon, Gentile, Collovati, Bergomi, Vierchowod, Oriali, Causio, Dossena, Tardelli, Antognoni, la signora Scirea, moglie dello scamparso Gaetano, Selvaggi e Cesare Maldini. Sono i "ragazzi" dell'82, i reduci di un trionfo leggendario. Si sono riuniti ieri per festeggiare gli 80 anni dell'ex commissario tecnico, nato il 26 settembre 1927. Fai i conti e annoti l'assenza di Cabrini, Galli, Graziani, Marini, Conti, Franco Baresi; assenti giustificati. Anche di Rossi e Altobelli. In ritardo.
EMOZIONI - E' ignaro di tutto Bearzot. Il direttore della Gazzetta, Carlo Verdelli, con uno stratagemma lo convince a celebrare l'evento con un brindisi. Poi la grande sorpresa. Un rendez-vous emozionante che l'ex c.t. assorbe piano piano. "Che sorpresa ragazzi, non me l'aspettavo", dice tutto d'un fiato. Baci e abbracci a tutti. Per ognuno di loro una frase ad hoc. A Lele Oriali: "Mi sono pentito di non averti portato in Messico (Mondiale 1986, ndr)". A Ivano Bordon, che non giocava mai: "Tu hai sofferto la mia presenza". Abbraccia con affetto Mariella Scirea; basta uno sguardo. Poi si siede da dove può guardare tutti dall'alto. "Sono felice", sussurra; "mi arrabbio solo quando ci sono i dirigenti federali", graffia.
QUANTO BENE AL GAETANO - Ritorna al Mondiale dell'82, che sembra ieri. Ironico: "Non tutti sono stati perfetti...ma in generale...Non faccio nomi, altrimenti...". Parla come un grande padre. Stringe con gli occhi Mariella Scirea: "Quanto volevo bene al Gaetano. Ragazzo meraviglioso, splendide qualità umane. Era così semplice e timido che quando lo chiamavo in Nazionale diventava rosso in faccia".
PABLITO - Poi arriva Paolo Rossi che si accomoda vicino agli ex compagni. "C'è qualcuno che conosce bene", informano Bearzot. "Pablito" sale sul palco e lo abbraccia: "Ma ti ricordi ancora di me?", dice l'ex commissario tecnico. Lo coccola come un figlio; con lo stesso affetto di allora, quando al termine di Italia-Brasile gli andò incontro con l'emozione di chi non credeva ai suoi occhi. "Sono tutti invecchiati tranne il Mister", dice il "Pichichi" del Mundial '82.
RACCOMANDAZIONE - Bearzot ricorda Guido Vantaggiato e il professor Vecchiet. Tutti artefici di quell'avventura, che non ci sono più. Proprio per questo spalanca gli occhi e rivolgendosi alla prima fila esclama: "Cercate di rimanere in vita, ragazzi!".
SPILLO - Ed ecco la torta: un eloquente "80" con un pallone stilizzato in mezzo; candeline comprese. Tutti i campioni del mondo si avvicinano a Bearzot per la foto di rito, mentre arriva, finalmente, Alessandro Altobelli, intrappolato nel traffico della Bergamo-Milano. Bearzot lo tira dentro e gli getta le braccia al collo. "Ecco l'ultimo, come il suo gol nella finale contro la Germania". E rivela mimando l'azione: "Il più bel gol lo ha fatto 'Spillo'; dribbling e zac!". Altobelli rimane sorpreso: "Non lo aveva mai detto pubblicamente, mister".
INCANCELLABILI - Poi tutti a pranzo insieme. A ricordare i mugugni nel ritiro di Pontevedra. Le partitacce con Camerun, Perù e Polonia. Il silenzio stampa. Le previsioni dell'Istituto Gallup secondo il quale la Nazionale aveva l'1% di possibilità di arrivare in finale, contro il 24% del Brasile, poi fatto a pezzi con l'Argentina. Il "Vecio" e i suoi ragazzi. E Cesare Maldini, il suo vice. Emozionato come nella notte di quell'11 luglio; pronto a scattare in piedi con gli occhi spiritati e la giacca celestina e righine blu. "Le ho scelte io - racconta il vice poi diventato c.t. -. Le ho trovate in un negozio di Milano; quelle della Figc erano orribili". Enzo Bearzot sorride felice come un bambino: ottant'anni. Ma oggi come allora, artefice di un'impresa che non sbiadirà mai.