L'utilizzo degli juniores imposto nelle categorie inferiori non agevola la maturazione dei ragazzi. Occorre riflettere sull'opportunità di riscrivere le regole, nell'interesse dei giovani e delle società.
Questa non è una storia, ma è una riflessione da condividere con voi lettori. Riguarda il nostro calcio. Avete notato? In serie A c’è chi punta sui giovani, in serie B pure, in serie C le società si dividono i contributi federali in base al numero di giovani utilizzati, nei Dilettanti l’impiego degli Juniores è obbligatorio e, pian piano, anche nelle categorie più basse si allarga l’imposizione. Insomma, qui tutti tendono a far giocare i giovani. E le conseguenze negative sono parecchie. Non sembra un po’ confusa questa situazione? E’ vero che ci sono società che tradizionalmente hanno sempre puntato sui giovani del proprio settore giovanile, e certe scuole vanno sicuramente rispettate e tutelate. Ma oggi questa pratica s’è diffusa a macchia d’olio, creando false illusioni ai ragazzi stessi.
Sarebbe meglio quindi riscrivere a livello federale le funzioni delle varie categorie. In serie A e in B, è evidente, i giovani giocano solo se lo meritano. Troppo alta la posta in palio, a quei livelli non si può sbagliare. Sarebbe giusto che i giovani giocassero in serie C, dove possono trovare sfogo sia quelli dei vivai delle società di C1 e C2 (per la verità mediocri) sia e soprattutto quelli delle società di A e B che hanno bisogno di maturare in queste categorie. E’ vero comunque che per fare della serie C la giusta palestra per i giovani, bisogna fare in modo che questo campionato sia davvero utile, con la presenza anche di giocatori esperti che facciano da guida e punto di riferimento per i giovani stessi. I quali hanno bisogno di società sane e tecnici preparati, non di quella parvenza di giungla che spesso è questa categoria.
E i Dilettanti? Secondo noi, quello che stona è proprio il loro ruolo. Perché nei Dilettanti bisogna obbligare l’impiego dei giovani? Perché in Prima categoria si deve essere costretti a schierare un ragazzo di 18 anni? E secondo chi un ragazzo di 18 anni che gioca in Prima categoria può diventare un campione? Ma lo sapete che ci sono squadre di serie D che, pagando, si fanno dare gli Juniores dai profesionisti? Quello dei Dilettanti deve essere il calcio del divertimento puro, di coloro che lavorano e giocano per diletto. Non deve essere il calcio degli obblighi, che fa prendere a tutto il movimento una piega sbagliata.
I Dilettanti, movimento nobile e basilare per tutto il calcio italiano, non devono scimmiottare i professionisti, non devono assumere ruoli che non competono loro, non devono imporre scelte difficili alle società. Cari Dilettanti, cominciate voi a restituire il sorriso, il divertimento, insomma lo spirito giusto al calcio italiano, che ne ha tanto bisogno.
cosa ne pensate dell'articolo scritto da un giornalista della Gazzetta dello Sport??