Quattro pesi e quattro misure, com'era prevedibile. Terroristi a Roma, perseguitati, o quasi, a Milano, sopravvalutati a Bergamo, ordinari delinquenti da curva aTarantcLaposizionepiù pesante è quella di due su quattro ospiti diReginaCoeli. Le devastazioni, le violenze, le lesioni a pubblico ufficiale, di oggetti contundenti in possesso di Lorenzo Sfuriale (30) e Valerio Minora" (21) hanno un'aggravante terribile per Claudio Gu-gliottì (21) e Saverio Candamano (27): seminare terrore.
«Neppure nei tempi più bui dei disordini erano mai stati fatti assalti alle caserme», haletto laconico il gip Enrico Imprudente. «Si è voluta creare paura tra la gente e si è tentato di condizionare i pubblici poteri dello Stato». Soddisfatta la Procura che s'era assunta il rischio di contestare l'aggravante del terrorismo.
Niente di più che una momentanea «esibizione di muscoli» per le difese che annunciano i rituali ricorsi. Mala decisione del gip romano, impone di allargare e approfondire le indagini. C'è ancora tanta gente da identificare. Soprattutto occorre stabilire se e come gli incidenti fossero stati programmati. L'inchiesta è affidata insieme a polizìa e carabinieri, confortati dalla decisione del giudice, motivati dallaProcuracheha chiesto una dettagliatarelazione.
Tutto risolto, o quasi, a Milano. I dieci fermati sono stati tutti scarcerati da quattro diversi magistrati. In pratica gli arresti sono serviti soltanto a rafforzare la relazione brodino del ministro Amato alla Camera. Subito dopo i " nostri" sono stati presi in cura dai genitori che hanno atteso dietro le porte chiuse delle direttissime i verdetti scontati. Quattro non hanno subito neppure un giudizio. A decidere per la liberazione immediata è stato lo stesso pm Sergio Spadaro, che ha anche realizzato un pareggio. Per due milanisti e due interisti non c'erano neppure i motivi per l'arresto. Due infatti (ancora uno e uno) non erano marchiati dal "daspo" (divieto di accedere a manifestazioni sportive); gli altri erano stati presi fuori tempo massimo: il «travisamento», (sfilare a volto coperto) non consente di applicare in differita l'arresto come inflagranza di reato.
Altri quattro, dopo averli fatti arrivare in manette, li hanno mandati a casa per l'ora di pranzo due diversi giudici delle direttissime. Solo per uno, Riccardo Colato, c'è l'obbligo di firma sino al giorno del giudizio (20 novembre) . Gli altri tre devono semplicemente aspettare il processo rinviato al 19 dicembre. Dire che sono conosciuti in curva è un eufemismo. Tutti sono infatti daspo-marchiati come il 37enne Andrea Nestola. In più Andrea Mascolino (29), interista, ha già patteggiato 8 mesi per i disordini nel derby di Champions 2005 (razzo su Dida) e Andrea Agli (38) ha patteggiato 6 mesi per la rude accoglienza ai calciatori nerazzurri esclusi a Valencia dalla stessa Coppa.
Per cena, seppure agli arresti domiciliari, sono tornati a casa due interisti ventenni. Il gip Guido Salvini non ha perdonato loro quell'infame «10,100,1000 Raciti». Maha giudicato che due ciula che si fanno beccare da una "volante" a scrivere anche «Da ora in poi ogni domenica sarà sinonimo di violenza» istigano a delinquere ma non programmano «l'eversione dell'ordine democratico».. Stessi criteriaBergano. Su sette ieri in direttissima, quattro hanno ottenuto i domiciliari, due hanno solo l'obbligo di firma, l'ultimo è stato scarcerato. Restano in carce -re, masenzaaggravanti, ì 10 teppisti da curva a Taranto, "condannati" dalle telecamere allo stadio.