Secondo gli esperti l'atleta è in grado di correre alla stessa velocità dei normodotati ma con un consumo inferiore di energie. Probabilmente farà ricorso contro la decisione
Olimpiadi, per Pistorius no a Pechino Iaaf: "Avvantaggiato di oltre il 30%"
LONDRA - Niente Olimpiadi di Pechino per Oscar Pistorius. All'atleta sudafricano che corre con due protesi in fibra di carbonio al posto delle gambe amputate, non sarà consentito competere quest'anno ai Giochi. Un rapporto commissionato dalla Associazione internazionale delle federazioni di atletica (Iaaf), ha concluso che le protesi danno a Pistorius "chiari vantaggi meccanici", rispetto ai corridori normodotati con i quali avrebbe voluto competere dopo i successi paralimpici.
La decisione della federatletica internazionale si basa sulla relazione del professor Peter Brueggemann, docente dell'istituto di biomeccanica dell'Università di Colonia e sui risultati dei test eseguiti nello scorso novembre. Le protesi, comunemente identificate come 'cheetahs', secondo il Consiglio della Iaaf "dovrebbero essere considerate aiuti tecnici in chiara violazione dell'articolo 144.2".
E' evidente, secondo la relazione, che un atleta che usi le protesi cheetah sia in grado di correre alla stessa velocità dei normodotati, con un consumo inferiore di energie, "un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) se confrontato con qualcuno che non usi le protesi", sostiene la Iaaf.
L'articolo 144.2 vieta espressamente "l'impiego di ogni elemento tecnico... che garantisca un vantaggio sugli atleti che non utilizzano lo stesso strumento". La bocciatura della Iaaf con ogni probabilità non sarà l'ultimo episodio della vicenda. L'atleta nei giorni scorsi aveva annunciato ricorsi "ai massimi livelli" in caso di giudizio negativo della federazione internazionale.