di Aragorn il 16 ott 2009, 13:56
Il campione del mondo di fioretto, che ha saltato Pechino e subìto una squalifica di 6 mesi per la positività a un diuretico, lamenta un atteggiamento diverso nella vicenda del difensore azzurro. ''Mi fa piacere che nel suo caso si sia usato buonsenso ma c'è da riflettere a vedere cosa è successo a lui e cosa è successo a me...''
ROMA - "Il caso Cannavaro? Provo rammarico nel constatare che si utilizzano due pesi e due misure a seconda dello sport, di quanto un mondo sia più o meno importante o abbia un giro economico più o meno alto". Andrea Baldini non ce l'ha col capitano della Nazionale di calcio ma non riesce a nascondere la sua amarezza per come i due casi di presunto doping sono stati trattati. La stella azzurra del fioretto ha pagato con 6 mesi di squalifica il coinvolgimento in una vicenda dai contorni non ben definiti e negli ultimi giorni ha seguito da spettatore interessato il caso di Fabio Cannavaro. Il difensore della Juve è stato protagonista suo malgrado in un caso doping che si è poi risolto con l'archiviazione. "Mi fa piacere che nel caso di Cannavaro si sia usato buonsenso e non sia calata una mannaia su di lui. Se sei innocente è normale che ti girino le scatole. Però, guardando a quello che è successo a me e a lui... c'è da riflettere...", dice Baldini all'Adnkronos.
ASPETTARE PRIMA DI GIUDICARE - Lo schermidore azzurro ha appena conquistato un doppio oro, individuale e di squadra, ai Mondiali di Antalya in Turchia. Ma le vittorie non cancellano il dispiacere per quanto successo la scorsa estate. Baldini fu costretto a saltare le Olimpiadi di Pechino per la positività al furosemide, un diuretico. Ad aprile di quest'anno, il tribunale della federscherma internazionale (Fie) gli ha inflitto una squalifica di soli 6 mesi riconoscendo come responsabile della sua positività "una terza parte sconosciuta". "Magari a volte la giustizia prende delle 'scorciatoie', ma ripeto: è giusto che Cannavaro possa tornare a giocare e che prima di affossare qualcuno si valuti con attenzione se una persona è colpevole o meno. E nel caso di Cannavaro mi sembrava palese che non lo fosse".
LA RUGGINE CON CASSARA' - Per il fiorettista di Livorno le cose sono andate diversamente. E quel "fattaccio" ha lasciato ruggine anche nel rapporto con Andrea Cassarà, l'atleta che lo ha sostituito a Pechino. "Forse da parte sua un tentativo di riavvicinamento c'è stato - racconta Baldini - ma preferisco che ognuno vada per la sua strada. Mi guardo bene dall'accusarlo per quello che mi è successo, non ho mai fatto il suo nome anche perché non avevo elementi. Ma non ho escluso niente allora e non lo escludo nemmeno adesso", prosegue l'azzurro. I due si sono ritrovati da avversari in pedana ad Antalya e Baldini ha avuto la meglio: "Non potevo chiudere la stagione meglio di così. Specialmente quell'oro individuale lo rincorrevo da due, tre anni. Ci tenevo molto anche per tutto quello che è successo alla vigilia di Pechino. Non sono mai salito in pedana per prendermi una rivincita contro qualcuno, ma sono felice anche per tutte quelle persone che mi sono state vicino".
LA TV? POTREI PENSARCI - Baldini e Cassarà hanno poi fatto gioco di squadra e con il loro contributo l'Italia ha conquistato l'oro: "Dopo la prima medaglia non è stato nemmeno troppo facile trovare la voglia di conquistare anche questa, specialmente con una squadra che non è delle più affiatate almeno per quanto riguarda una persona... Ma ci tenevo a chiudere il Mondiale in bellezza e suonarle un po' a tutti, anche a questo Joppich (il tre volte campione del mondo Peter Joppich, ndr) con cui avevo perso due Mondiali". In Turchia Margherita Granbassi non ha brillato. "La tv fa male? Non penso dipenda da quello. Se ci fosse qualche 'propostina' per me si potrebbe valutare", dice l'atleta toscano. "Durante il periodo 'incriminato' mi è arrivata una proposta da un reality ma dissi di 'no'. Se decidessi di andare in tv cercherei prima di parlarne con l'aeronautica (il gruppo sportivo per il quale gareggia, ndr) prima di arrivare a un braccio di ferro".
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»