Le stampelle

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Le stampelle

Messaggiodi mlüff© il 15 feb 2010, 10:15

Come tenere in piedi gli zoppi....

Siccome non l'ha ordinato il medico che in Champions League debbano andare sempre le stesse 4 squadre, e cioè Inter, Milan, Juventus e una a scelta tra Roma e Fiorentina, la domanda che è giusto porsi, a questo punto del campionato, è: vogliamo dare a Napoli, Sampdoria, Palermo e perché no anche a Genoa, Cagliari e Bari, la possibilità di aspirare al quarto posto in classifica, quello che permette di accedere ai preliminari-Champions? La domanda, che potrebbe sembrare retorica, non lo è. E non lo è perché la Juventus, che con la sua spaventosa crisi ha aperto un vuoto nelle parti alte della classifica, dopo aver perso posizioni su posizioni si sta riavvicinando al fatidico 4° posto non tanto per meriti propri, quanto per colossali omaggi degli arbitri. Scandalo è una parola grossa, ma mentre il Napoli – che stava viaggiando ai cento all'ora – è stato mandato in testacoda a più riprese, col vergognoso epilogo di Udinese-Napoli (Maggio atterrato in area da Isla: invece del rigore che avrebbe portato il Napoli sul 2-1, il napoletano è stato espulso per simulazione e alla fine gli uomini di Mazzarri hanno perso la partita), i fatti dicono che negli ultimi 3 match – e cioè dall'inizio dell'era Zaccheroni – la Juventus ha pareggiato o vinto le sue partite grazie ai colossali abbagli dei direttori di gara.

Per chi si fosse distratto. La Juventus ha pareggiato 1-1 contro la Lazio grazie a un rigore completamente inventato per una caduta di Del Piero in area (Diakite ammonito), ha pareggiato 1-1 a Livorno grazie a un gol in fuorigioco di Legrottaglie (al di là di tutti i difensori già al momento della punizione battuta da Diego: quindi un fuorigioco statico, facilissimo da rilevare per il collaboratore, in linea con la difesa schierata del Livorno) e ha battuto il Genoa 3-2 grazie a un rigore completamente inventato per un'ennesima caduta di Del Piero in area (il tocco impercettibile di Papastathopoulos è avvenuto fuori area: al massimo Mazzoleni avrebbe potuto fischiare il calcio di punizione). Sia quel che sia, i tre clamorosi omaggi sono valsi alla Juve qualcosa come 4 punti in classifica: 1 per l'1-1 con la Lazio, 1 per l'1-1 di Livorno, 2 per il 3-2 contro il Genoa. Senza questi 4 punti, nella lotta per il 4° posto la classifica direbbe oggi: Sampdoria e Napoli 39, Palermo 37, Genoa 36, Cagliari 35 (con una partita da recuperare), Juventus 34. Ben altra musica rispetto all'unica classifica che conta, quella reale, che vede invece la Juve sesta a quota 38 a -1 da Sampdoria e Napoli, appaiate in quarta piazza.

Che per la Juventus il fallimento del traguardo-Champions equivalga a una tragedia, prima sportiva e poi economica (tra mancati introiti Uefa e televisivi, deprezzamento del parco giocatori e minor gettito degli sponsor il danno è stato calcolato in 60 milioni di euro), è chiaro e dispiace: ma con tutto il rispetto per il club che vanta il maggior numero di tifosi in tutto lo Stivale, non esiste solo la Juventus. E se è vero che nel calcio – come nella vita – si può vincere e si può perdere, almeno fino a prova contraria, il tracollo di una Juve fuori dalla Champions vorrebbe dire disperazione per dirigenti e tifosi bianconeri, ma manna dal cielo per un Napoli, o una Sampdoria, o un Palermo, che per una volta vedrebbero premiati, sportivamente ed economicamente, i loro sforzi. Forse che i tifosi del Napoli hanno meno diritto di quelli della Juventus di desiderare la Champions League? Forse che De Laurentiis, Garrone o Zamparini non sarebbero felici di ricevere una pioggia di denaro da Uefa e televisioni, oltre alla soddisfazione di vedere i loro club sfidare un Manchester o un Real Madrid, un Bayern o un Barcellona?

Quello che sta succedendo nel campionato di serie A, con la Juve barcollante e chiusa all'angolo e l'arbitro che la sorregge e la tiene in piedi, rifiutandosi di contarla, in attesa del suono del gong, non rende onore al nostro movimento. Così come non rende onore alla carriera del capitano l'ultima versione di Alex Del Piero: trasformatosi in un pietoso sgraffignatore di rigori (regalo di arbitri cacasotto), in un cascatore da strapazzo, un campione che ha trasformato la carta del fair-play in un rotolo di carta igienica.
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Sesti, ma pur sempre il bersaglio grosso

Messaggiodi nemesys_72 il 17 feb 2010, 10:43

Una Juventus ha trionfato, ma è solo la formazione Primavera (la Primaverile di cobolliana memoria), che ha stravinto il Torneo di Viareggio; bene, se i tempi sono grami, di questo ci dobbiamo accontentare. La vera Juventus, invece, non occupa certo, nella classifica della serie A, quel posto che la sua storia vorrebbe; e si trova dove si trova in virtù del più grande imbroglio della storia, Farsopoli. Logica vorrebbe che adesso tutta la malevolenza suscitata dall’invidia di chi stava dietro da sempre per manifesta inferiorità si fosse sopita. E invece no. Nemmeno per sogno. Neanche il nostro rancore ci lasciano vivere in pace. E’ bastata una vittoria dopo una serie innumerevole di risultati non proprio positivi per riscatenare la caccia alla Vecchia Signora. Anche, e soprattutto, da parte di chi dovrebbe stare zitto di suo, e badare all’anta del suo armadio, perché, dovesse aprirsi, ne uscirebbero scheletri a volontà.
Prendiamo ad esempio Mourinho. Direte, ma che c’entra? Sta sedici lunghezze avanti, un’enormità, la sua Inter giocava a Napoli e, per quel che si è visto in campo, il pareggio va stretto proprio al Napoli… E poi la Juve che c’entra?? Mah. Il portoghese (che di combines potrebbe capirne, visto che il Porto, da lui all’epoca allenato, fu coinvolto in un caso di corruzione di arbitri e aggiustamento di incontri), dopo essersi lagnato per un rigore non concessogli dall’”arbitro torinese” (una città a caso), comincia dissertare sugli errori a favore della Juventus, “meno male che non lottano con noi’ (se è per quello neanche nel 2005-2006, 91 punti noi, 76 loro, ma poi arrivò il cavaliere mascherato): “Il rigore dato alla Juventus è vergognoso, settimana prossima pagheremo andando a giocare contro il Genoa che ha subìto”. E giù con un’altra protesta preventiva, tipo quella della vigilia pre-Napoli, è decisamente la specialità della casa, l’”avvertimento” intriso di sospetto con una sottile vena intimidatoria (parafrasando il Carraro di Farsopoli: “Ma che non faccia errori a sfavore dell’Inter”). Adesso in corso Galfer c’è qualcuno che ha orecchie per intendere: e infatti Bettega gli ha detto di farsi i fatti suoi. Ma Mou ci riproverà, si può esserne certi.
Però, naturalmente, il rigore è bruciato soprattutto ai genoani: a botta calda ha iniziato Gasperini che, prontamente supportato dalle compiacenti moviole di Sky, ha accusato Del Piero di aver commesso una furbata, subito rintuzzato dal capitano bianconero. Ma il bello doveva ancora venire: chi è l’animella candida che interviene a denunciare di aver subito un “furto con scasso”? Sorpresa: il presidente Preziosi, proprio lui, quello della valigetta fumante che, oltretutto, è pure smemorato: non ricorda quanto accaduto nella gara di andata, quando uno scandaloso arbitraggio pro-Genoa tolse due punti alla Juve di Ferrara, in una delle sue migliori partite, grazie a due goal regolari ma annullati.
E naturalmente ai due tenori stonati ha fatto subito eco la canèa mediatica: da uno Ziliani che tuona “la Juve è tenuta in piedi dagli arbitri”, a un Corbo che “Il vero nemico del Napoli è il mondo arbitrale che vuol far risalire la Juve”: già, quel mondo arbitrale retto dall’arbitro di pallanuoto, ma insegna anche pallavolo, se il pallone è nerazzurro.
E, dulcis in fundo, non poteva mancare il foglio rosa che, dai banconi dei bar, ripete la sua solita, monotona cantilena: sì, perché i direttori possono cambiare, ma la qualità resta sempre quella. E quindi giù con il ritorno di Farsopoli. “Ci risiamo” “Così non va…. Diventa difficile continuare a credere che si tratti di semplici errori umani in perfetta buona fede. Lo si diceva anche prima di Calciopoli e si è visto come stessero le cose”. A parte il fatto che, finché la Juve perdeva, il calcio era tornato pulito: ma sono bastati due pareggi e una vittoria per far risorgere la Cupola, per vedere “un’ombra che si allunga sul campionato di serie A”: è vero, c’è un’ombra, c’è da quasi quattro anni, è l’ombra del grande inganno, che ha seppellito una società onusta d’anni e di gloria, e l’ha portata a caracollare a metà classifica come un ronzino qualsiasi. E come stessero le cose lo vediamo a Napoli, non al San Paolo, ma nelle aule di tribunale, quando veniamo a sapere che quanto il signor Coppola aveva da dire sull’Inter non interessava, era l’ombra sbagliata.
E la muta di cani continua così ad inseguire la Vecchia Signora malandatuccia e in fuga, verso non si sa dove: ma noi, con la voce limpida e chiara delle verità cui restituiamo la vita, continuiamo a chiederci: Ma che fine ha fatto la Juve?

Angelo Ribelle
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Re: Le stampelle

Messaggiodi mlüff© il 17 feb 2010, 11:05

:lollo:
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