Basket, la Montepaschi umilia Milano: 4-0 e quarto titolo di fila
FRANCO MONTORRO
MILANO Travolgendo l’Armani Jeans per 93-69 la Montepaschi ha concluso imbattuta i playoff e vinto il quarto scudetto di fila, il quinto in sette anni. Quattro titoli consecutivi nella storia del basket italiani li avevano vinti solo Milano e la Virtus Bologna, in epoche lontane, visto che l’ultimo poker risale al 1960. L’impresa di Siena è dunque storica, anche perché una supremazia così netta non si era mai vista.
Non è la prima volta che una squadra conclude i playoff senza sconfitte, ma per il quarto anno consecutivo il campionato di serie A è iniziato con un’unica certezza: il nome della squadra campione d'Italia. Il paragone con l’Inter è facile e legittimo, ma limitato alla scarsa italianità delle due squadre, soprattutto dopo la vittoria nerazzurra in Champions League e l’ennesimo flop senese in Eurolega. Poi, la Montepaschi ha un vivaio florido ed è fra le poche società di vertice davvero benemerite, e vincenti, in un’attività giovanile che però non ha prodotto un solo elemento da prima squadra. E il tema degli italiani diventa prioritario se si considera che le avversarie delle ultime finali (Roma e Milano) sui giocatori nostrani hanno creduto e investito.
Prioritario e preoccupante, ma non da oggi, in chiave azzurra, perché in Nazionale giocano o comprimari in serie A o giocatori che andando nella Nba hanno indebolito i club italiani di provenienza. Siena ha scelto quasi sempre giocatori stranieri già in Italia. Mai razziando, sia chiaro. E qui si apre il discorso economico: il budget dei campioni d’Italia è sui 15 milioni annui. Non di molto superiore a quello di Armani Jeans Milano e Lottomatica Roma. Come a dire che la dittatura Montepaschi sul campionato non è certo solo questione di vil denaro.
Il segreto del successo è nella qualità, più che nella quantità. Innanzi tutto, la Mens Sana Siena è una società atipica, figlia di una polisportiva che ha investito il presidente Ferdinando Minucci del ruolo di plenipotenziario. Il soggetto in questione ha il vantaggio di essere operativo nel basket a tempo pieno, mentre altrove i proprietari sono imprenditori extrasportivi e quasi sempre delegano a dirigenti non all’altezza del numero uno toscano. Che gestisce la sezione cestistica in maniera esemplare, con un’attenta programmazione pretendendo il rispetto dei ruoli: in prima battuta, pieni poteri tecnici all’allenatore (e gli agenti dei giocatori sono a bada).
L’allenatore, Simone Pianigiani: stabilisce le gerarchie e le mantiene, pretendendo dai giocatori un'applicazione continua e feroce. Un’abitudine a stravincere fatta di grande fiducia nel collettivo e di grandi motivazioni ai singoli: è infatti difficile che un giocatore di Siena sia Mvp in due incontri consecutivi. Non per discontinuità, ma perché a turno tutti sanno alternarsi nei ruoli di protagonisti e comprimari.
È una Siena che in estate cambierà molto perché è alla fine di un ciclo. È difficile immaginare però che le avversarie sappiano approfittarne, se non mettendo mano al portafoglio in maniera meno schizofrenica di quanto fatto negli ultimi anni. O tentando Minucci che però sta bene dov’è: anche perché, più che al quinto scudetto da conquistare, il presidentissimo pensa ad infrangere il tabù dell’Eurolega. Anche se si dice che Giorgio Armani, per far volare la sua Milano, un pensierino lo abbia già fatto.