“C’è un clan di gay che comanda in Nazionale”
Galeotta fu l’intervista, teoricamente “off record” come viene definita nell’ambiente (cioè cose dette in confidenza ma da non riportare), rilasciata dall’agente di Ballack e che un collega tedesco dello Spiegel ha praticamente sbattuto in prima pagina. Il contenuto estremamente pesante, potrebbe pregiudicare il possibile futuro dello stesso (ex?) capitano della Nazionale, già non particolarmente amato nel gruppo di Low.
Dopo il rifiuto a restituire la fascia da parte di Lahm, Ballack dovrà vedersela con i compagni anche a causa delle parole del suo procuratore, che ad una cena con giornalisti avrebbe rivelato (il condizionale è d’obbligo, ma pare che ci siano diversi testimoni), che all’interno della Nazionale comanderebbe un gruppo di gay, pronti a condizionare le convocazioni in base alle simpatie, piuttosto che per meriti sportivi. E che le pressioni esercitate avrebbero portato alla chiamata di un giocatore in particolare, contringendo il CT a lasciarne a casa un altro.
Ovviamente l’accusa, se confermata, avrebbe del clamoroso. In un mondo che tratta l’argomento con estrema omertà, sarebbe praticamente l’inizio di una nuova era. Ma al di là della questione “sociale” resta quella sportiva, che in qualche modo delegittima Low e mette nei guai Ballack, teoricamente all'oscuro dell'intervista dell'agente, che - tra l'altro - ha provato a metterci una pezza con il più classico dei "sono stato frainteso". Il danno, però, sembra ormai ampiamente fatto. A meno che tutto non si risolva in una bolla di sapone: a giudicare da come è andato il Mondiale, infatti, gli amici degli amici, oltre che gay, sono anche bravi. Chissà che non possano essere promossi vice CT...
Elena Pasotti