ROMA - Nuova tempesta doping nel ciclismo nostrano. Al centro dell'ennesima indagine l'azzurro più attualmente in vista al Tour de France, Alessandro Petacchi: lo sprinter che nella Grande Boucle di quest'anno ha già conquistato due tappe (Bruxelles e Reims), oltre ad un secondo e due terzi posti. E che attualmente indossa la prestigiosa maglia verde di leader della classifica a punti.
Lo spezzino avrebbe ricevuto una decina di giorni prima della partenza per la corsa francese un invito a presentarsi presso la procura di Padova, che sta conducendo un'inchiesta doping (nella quale era stato già coinvolto il suo compagno di squadra Lorenzo Bernucci), per rispondere di un'accusa gravissima. Utilizzo di sostanze e pratiche vietate è l'ipotesi di reato che il pm di Padova Benedetto Roberti ha stilato nei suoi confronti. Un addebito pesante, se sarà dimostrato. Secondo la prassi comune in questi casi Petacchi non avrebbe dovuto per correttezza essere ai nastri della corsa francese, così come alla notizia dell'indagine del pm di Mantova (sempre su due ex atleti Lampre) i dirigenti BMC fermarono Ballan e Santambrogio. Il corridore spezzino, tramite il suo legale, si è detto "certo di poter fornire tutti gli elementi a dimostrazione della totale estraneità alla vicenda". L'invito a presentarsi è a Tour concluso e su vicende "relative al passato e in nessun modo pertinenti alla stagione in corso".
Petacchi era già stato toccato da una vicenda doping. Al Giro del 2007 era risultato positivo dopo l'11° tappa (Pinerolo) per un eccesso di salbutamolo: un antiasmatico che in grandi quantità ha gli effetti anabolizzanti ricercati nelle competizioni di lunga durata. E aveva dovuto scontare una squalifica di un anno. I documenti dell'inchiesta sono adesso nelle mani della Procura antidoping del Coni. Il corridore rischia addirittura lo stop definitivo per seconda infrazione. A 36 anni suonati, la fine di una carriera ricca di oltre 150 vittorie.
Quest'ultima inchiesta di Padova aveva coinvolto in una prima fase soprattutto Bernucci, la cui moglie fu fermata e perquisita all'aeroporto di Pisa mentre tentava di raggiungere il marito al nord per le corse di primavera. A casa del fido compagno di Petacchi, furono sequestrati prodotti dopanti come la sibutramina (uno stimolante) e l'albumina umana (un diluente ematico). Nulla di significativo, invece, nell'abitazione dello sprinter.
Ora, dalle ultime indagini sul materiale rinvenuto e dopo le confessioni di un ex massaggiatore approdato recentemente nel calcio di alto livello, sarebbe comparso anche il Pfc (perfluorocarburo) una sostanza chimica sintetica, ricavata dal petrolio, tanto potente quanto pericolosa, usata in anestesia nei casi più gravi e già tristemente nota per aver fatto rischiare la morte a qualche corridore. Una sostanza semisolida, capace di liberare ossigeno nel sangue e di aumentare così la capacità dei muscoli di sostenere sforzi intensi e prolungati. In pratica quasi lo stesso effetto dell'epo, la famigerata eritropoietina, senza alterare parametri ematici come l'ematocrito e l'emoglobina. Da un paio di stagioni questo doping pericolosissimo (danneggia fortemente il fegato) sarebbe tornato in auge nel plotone, proprio per l'intensificarsi dei controlli su altri prodotti dopanti come il cera, la cui molecola oggi è rilevabile ai test.
Il materiale sequestrato sarebbe di origine straniera (Messico) e perfino privo di brevetto. E, ovviamente, di tutte le garanzie di purezza e affidabilità che solitamente forniscono le case farmaceutiche europee. Il che la dice lunga sul livello di follia che pervade ancora il gruppo. Secondo l'indagine, il Pfc verrebbe assunto per endovena, poco prima della gara, diluito con altri prodotti: freamine (amminoacidi) e albumina. E a sostenere l'accusa ecco anche il sequestro di albumina umana. La sostanza scompare rapidamente nel fisico umano e comunque non risulta che il test per rintracciarne l'uso - un palloncino tipo etilometro - sia stato mai fatto finora.
Il corridore "è certo di
poter fornire tutti gli elementi a dimostrazione della Sua totale estraneità alla vicenda". Il corridore della Lampre commenta così, attraverso il suo legale, Virginio Angelini, l'iscrizione nel registro degli indagati dalla procura di Padova nell'ambito di un'inchiesta sul doping, sottolineando che l'invito a presentarsi è a Tour concluso e su vicende "relative al passato e in nessun modo pertinenti alla stagione in corso".
(20 luglio 2010)