di nemesys_72 il 04 giu 2009, 20:05
MILANO, 4 giugno 2009 - Dopo il breve blitz di ieri pomeriggio, ricomincia la protesta dei tifosi del Milan contro la cessione di Kakà al Real Madrid. Circa trecento sostenitori della curva sud son rimasti un'ora in via Turati, sul marciapiede di fronte alla sede del club. Sotto gli sguardi di alcune decine di agenti di polizia, i tifosi sventolano diverse enormi bandiere rossonere e hanno esposto un grande lenzuolo con scritto: "Caso Kakà: il Giornale garantista domani ci accuserà".
La protesta è durata poco più di un'ora: davanti alla sede del Milan ci tifosi hanno esposto vari striscioni: "Se vendi Kakà, vendi la società", "Presidente: prima tante soddisfazioni, ora tante delusioni", "Società, stai perdendo la dignità", "In un mese hai perso moglie, tifosi e Kakà, papi vendi la società". "Chi vende Kakà ce la pagherà", è il coro risuonato più spesso. Non manca uno striscione di contenuto politico in vista delle prossime elezioni provinciali esposto da un tifoso: "Voto Podestà (il candidato del centrodestra, ndr) solo se resta Kakà".
la telefonata di kakà — A guidare la protesta c'era anche uno dei leader storici della curva sud, Giancarlo Capelli, per tutti i tifosi il "Barone" (tra l'altro oggetto di Daspo), secondo il quale Kakà vorrebbe rimanere al Milan ma è stata la società a metterlo in vendita. «Me lo ha detto lui stesso al telefono - ha raccontato Capelli mostrando sul display del cellulare una telefonata ricevuta dal brasiliano poco prima delle 15 -. Abbiamo parlato circa 5 minuti e mi ha detto che si è sentito abbandonato dalla società. Mi ha detto che voleva restare ma il Milan lo ha messo in vendita».
gasport
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