di Aragorn il 10 giu 2009, 15:26
Il giorno dopo il grande addio l'umore del popolo rossonero non è migliorato, anzi ripensare e rimuginare su tutta la "questione Kakà" fa sorgere mille dubbi, altrettanti motivi di rabbia e frustrazione e tante domande che si vorrebbe rivolgere ai protagonisti della vicenda. Le certezze sono queste: Kakà è stato ceduto al Real Madrid per una cifra più o meno pari al passivo nel bilancio del Milan, quindi questi soldi serviranno a sistemare i conti e non certo a rafforzare la squadra; il giocatore percepirà più o meno lo stesso stipendio che prendeva al Milan, quindi decade la motivazione della "fuga" per soldi, che avrebbe avuto un senso a gennaio in occasione dell'offerta del Manchester City; il presidente Berlusconi ha detto che se fosse stato per lui Kakà sarebbe rimasto; Kakà ha detto che se fosse stato per lui sarebbe rimasto al Milan; Galliani è stato visto con gli occhi lucidi al momento di chiudere l'affare con il Real Madrid...ma insomma di chi è la colpa? Con chi dobbiamo prendercela? E' fin troppo ovvio che qualcuno non la racconta giusta o che, peggio ancora, tutte le parti in causa hanno contribuito al clamoroso e vergognoso inganno nei confronti dei tifosi rossoneri, illusi dallo "spot pubblicitario" sui buoni sentimenti andato in onda a gennaio e delusi dalla cessione del campione più forte della rosa rossonera andata in scena a giugno. Kakà giura che non esulterà mai in caso di gol contro il Milan, perchè sarebbe un gesto contronatura e perchè con i tifosi c'è un patto che dal punto di vista affettivo non può essere sciolto, ma ciò non ci basta, perchè il solo fatto di essere andato via ha modificato questo legame affettivo e farlo sembrare un sacrificio e un "amaro calice da bere" per aiutare il Milan non convince più di tanto, perchè nessuno crede che in cinque mesi il bilancio della società rossonera sia peggiorato al punto da richiedere questo sacrificio da entrambe le parti e allora sarebbe stato meglio per il bene del Milan accettare l'offerta del Manchester, ben più alta di quella del Real; quello sì sarebbe stato un sacrificio, perchè Kakà avrebbe dovuto accettare una realtà e una situazione che non gradiva, mentre è difficile pensare che sia un sacrificio andare a giocare nel Real Madrid, una delle società più famose, forti e ricche del mondo. Questo per dire che nemmeno il giocatore è uno "stinco di santo" e che, in fondo, ciò che è avvenuto va bene anche a lui, anche se è apprezzabile la sua volontà di rimanere in ottimi rapporti con i tifosi che l'hanno adorato per sei anni e ora stanno soffrendo al solo pensiero di vederlo con una maglia diversa da quella rossonera. Le domande più inquietanti, però, i tifosi vorrebbero rivolgerle alla società e, in particolare, ai suoi massimi vertici: come mai una squadra che ha disputato una stagione negativa ha tutto quel passivo? Le risposte sarebbero sempre le solite: la differente fiscalità italiana rispetto ad altri paesi europei (Spagna ad esempio, ma non solo), la questione degli stadi di proprietà da trasformare in strutture da utilizzare ogni giorno della settimana e dalle quali trarre grandi profitti aprendo negozi, centri commerciali, ristoranti e chi più ne ha più ne metta; il problema del merchandising, che all'estero è solo ufficiale, mentre in Italia no, perchè chi frequenta gli stadi sa benissimo che all'esterno ci sono miriadi di bancarelle che vendono materiale contraffatto e non ufficiale e, così, la colpa ricade anche su quei "cattivoni" e irriconoscenti dei tifosi, che non spendono 80 e più euro per comprare la maglietta ufficiale del Milan per sè o per i propri figli, ma preferiscono spenderne solo 10 o 15 per un'imitazione. Voi comprate materiale non ufficiale? Noi siamo costretti a vendere Kakà e quindi state zitti! Peccato che il Milan sia storicamente la società che ha più abbonati alle partite di campionato anche nelle stagioni meno esaltanti e, immagino, sia ai primi posti anche delle classifiche degli abbonati alle pay-tv; peccato che la passione del popolo milanista sia immensa e abbia resistito in passato a delusioni ben più forti della vendita di un giocatore, anzi ne sia uscita rafforzata (parlo della serie B o del rischio di fallimento sotto la gestione Farina), quindi sarebbe bastato essere più onesti e chiari nello spiegare eventuali problemi e magari i tifosi avrebbero capito e perdonato. Invece sono stati trattati come bambini dell'asilo, come bamboccioni che avrebbero dovuto credere a tutte le menzogne che venivano raccontate fino all'ultimo momento, come il patetico tentativo di far capire che l'affare non era già concluso la scorsa settimana, perchè il presidente avrebbe parlato con il giocatore per telefono lunedì, casualmente a urne chiuse, e c'era ancora una speranza di cambiare le cose (e ricordo che quella telefonata non c'è mai stata...). Falsi fino all'ultimo per salvare una manciata di voti alle elezioni, salvo poi lamentarsi anche di quello (il calo di voti del Pdl attribuito anche alla vicenda Kakà) dopo aver ingannato tutti i tifosi per mesi, anzi per anni (anche in passato molte promesse non sono state mantenute...ricordate il famoso grande acquisto dopo la vittoria della Champions o la punta di peso della scorsa stagione?) ed è questo che ha fatto infuriare ancor di più la gente, che ora si sente tradita, svuotata, delusa e pronta a tradire a sua volta sotto forma di mancato rinnovo dell'abbonamento allo stadio o ai canali a pagamento. Qualcuno nell'efficientissima società rossonera si è premurato di calcolare, magari con uno dei famosi sondaggioni berlusconiani, il danno economico e il buco nel bilancio che la cessione di Kakà porterà sotto forma di calo negli abbonamenti, nella vendita dei biglietti, nella vendita delle magliette e nella sottoscrizione di abbonamenti alle pay-tv? Dico così perchè la tendenza mi sembra quella e perchè mi sembra giusto che una società che ormai pensa solo al profitto economico venga colpita per ripicca proprio nei suoi interessi, così la prossima volta ci pensano bene prima di vendere i propri campioni. "Il Milan non vende le sue stelle!"; "Non voglio passare alla storia come colui che ha venduto Kakà!"; sono solo due esempi delle tante frasi ascoltate in questi anni che ora suonano false e beffarde, laddove sarebbe bastato spiegare con onestà alla gente come stavano le cose, senza trattare i tifosi come imbecilli che si "bevono" qualunque cosa venga loro detta. Invece i tifosi hanno capito benissimo che il bilancio è in rosso perchè si danno 4 milioni all'anno a Dida, perchè sono stati acquistati giocatori come Emerson o Oliveira con stipendi sporporzionati al loro modesto contributo, perchè nemmeno il "figliol prodigo" Shevchenko vive di gloria ma grazie ad un lauto stipendio, perchè Ronaldinho per ora non ha dimostrato di essere un campione ma solo un "testimonial" per vendere magliette e abbonamenti, perchè ormai al Milan si pensa solo alla visibilità all'estero e al "marchio" Milan da promuovere per il pianeta e poco ai trofei da vincere, cosa che interessa solo a quella "sparuta minoranza" di tifosi italiani che ancora vanno a San Siro o seguono le partite in TV e non capiscono che ormai, per motivi squisitamente economici, contano di più e bisogna, quindi, privilegiare i milioni di appassionati stranieri che delirano per Beckham e Ronaldinho, infischiandosene di cosa fa il Milan in campionato, perchè non sono tifosi del Milan ma più che altro dei singoli giocatori. Ma quella "sparuta minoranza" che si ostina a voler vincere e magari arrivare davanti all'Inter in campionato e alla quale non interessa nulla del mercato asiatico o statunitense, ora vi chiede perchè state distruggendo il Milan, perchè lo state riducendo alla stregua di una provinciale che compra giovani campioni, li cresce, li valorizza e poi li vende per realizzare gigantesche plusvalenze, perchè avete venduto Kakà e, soprattutto, perchè ingannate la gente e, ora più che mai, pretende una risposta sincera. Nessuno chiede la luna, nessuno pretende un Milan "galactico" se il bilancio non lo permette; chiunque vive in prima persona le conseguenze della crisi economica e deve rinunciare a qualcosa nella vita di tutti i giorni, quindi avrebbe capito se la verità fosse stata spiegata e adesso vuole almeno che qualcuno chieda scusa e sia onesto e chiaro nello spiegare la situazione così com'è, senza falsità, bugie e illusioni, perchè stiamo già soffrendo abbastanza per l'addio di un campione come Kakà e, almeno, abbiamo il diritto di capire perchè!
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»