NEW YORK, 8 Dicembre 2007 - Nessun italiano in campo nella notte Nba. Andrea Bargnani è infortunato mentre Marco Belinelli è ancora "inactive". Toronto si fa dominare a Boston mentre Golden State supera Miami. Le altre gare: Phoenix è ancora un rullo compressore, Indiana vince sul difficile campo di Orlando, così come Chicago a Detroit. Incantano Chris Paul (43) e Manu Ginobili (37) che guidano New Orleans e San Antonio alla vittoria
Boston-Toronto 112-84
Troppo forti questi Celtics per i Raptors, soprattutto se privi di due giocatori fondamentali come Chris Bosh e Andrea Bargnani. L’azzurro non ha ancora smaltito il suo problema al ginocchio sinistro ed è rimasto in Canada. Boston così approfitta della mancanza di produzione dalla zona pitturata degli ospiti i quali, senza la coppia Bosh-Bargnani, provano a rimanere in partita con le conclusioni dal perimetro. Ma Toronto non riesce a trovare ritmo in attacco e in difesa deve fare i miracoli per limitare lo strapotere fisico di Kevin Garnett. KG però ci mette davvero poco a prendere confidenza con il canestro e in soli 25’ di lavoro alla fine riesce a realizzare 23 punti. La gara si mette subito male per i Raptors. Boston, infatti, parte fortissimo e dopo un eccellente primo tempo, chiude definitivamente i conti nel terzo quarto. I Celtics così mantengono la propria imbattibilità casalinga stagionale e lo fanno senza sprecare troppe energie. Nessuno dei titolari di coach Rivers, infatti, rimane sul parquet per più di 30’. "Sapevamo che loro avevano problemi, a causa delle assenze sotto canestro – confessa Paul Pierce – il nostro obbiettivo era proprio quello di infastidire i Raptors con l’inside game e ci siamo riusciti". Sam Mitchell adesso deve sperare di poter recuperare sia Bosh che Bargnani il più presto possibile perché senza i suoi due lunghi (soprattutto se i due backup si chiamano Joey Graham e Jamario Moon) Toronto non può certo andare lontana.
Boston: Garnett 23 (9/13), Pierce 18. Rimbalzi: Posey 10. Assist: Rondo 7.
Toronto: Parker 13 (5/7, 1/6). Rimbalzi: Graham 6. Assist: Delfino 4.
Golden State-Miami 120-113
Il copione è lo stesso. Golden State continua a vincere e Marco Belinelli continua ad accomodarsi a bordo campo e a guardare le partite. L’azzurro, infatti, è "inactive" anche contro Miami. Un match pieno di rimpianti per gli Heat che giocano bene per buona parte della gara e mettono in grande difficoltà i padroni di casa ma poi crollano nell’ultimo quarto. I Warriors, guidati come al solito da un eccellente Baron Davis, cambiano marcia nelle seconda metà dell’ultima frazione e prendono in mano le redini del match piazzando un parziale di 21-4. Shaquille O’Neal avrebbe voluto festeggiare in maniera diversa la sua 1.000ª partita in carriera. Il lungo di Miami, invece, non solo deve incassare l’ennesima sconfitta di una stagione iniziata davvero male per la squadra della Florida, ma anche contro i Warriors viene troppo spesso ignorato in attacco. Shaq quest’anno sta giocando decisamente sotto i suoi standard, i suoi 35 anni si fanno sentire e i numeri (15 punti e 7.7 rimbalzi di media) parlano di un giocatore non più dominante come nelle passate stagioni ma non raccontano fino in fondo i problemi di O’Neal e degli Heat. Negli ultimi giorni il veterano di Miami, infatti, si era lamentato parecchio con i propri compagni per la mancanza di opportunità offensive. O’Neal in attacco deve sgomitare sotto canestro per farsi trovare libero ma troppo frequentemente viene ignorato dai compagni. Shaq vuole la palla più spesso ma nemmeno contro Golden State è stato ascoltato. Il 35enne ha realizzato 13 punti, chiudendo con 6/6 dal campo. Per la sesta gara consecutiva O’Neal non ha superato quota 10 tiri, una cifra davvero disarmante per un centro della fisicità di Shaq. Pat Riley deve risolvere al più presto le contraddizioni degli Heat, a partire proprio dal problema O’Neal, altrimenti si prospetta una stagione davvero lunga per i tifosi di Miami.
Golden State: Jackson 28 (4/9, 4/11), Davis 25, Ellis 21. Rimbalzi: Biedrins 12. Assist: Davis 7.
Miami: Wade 33 (11/23), Davis 20, Wright 19. Rimbalzi: Wright 17, O’Neal, Davis 10. Assist: Wade 10.
Philadelphia-New York 101-90
Stephon Marbury torna in campo un giorno dopo il funerale del padre, ma ha un ruolo marginale nella sconfitta dei Knicks. Segna solo 2 punti e passa il secondo tempo in panchina. I Sixers hanno un grande apporto di punti da Dalembert, di solito più portato alla difesa e alle stoppate. Coach Isiah Thomas deve sorbirsi le solite contestazioni da parte del pubblico del Garden quando la partita va verso l’amara conclusione per New York.
Philadelphia: Dalembert 20 (9/12), Williams e Iguodala 15. Rimbalzi: Evans 12. Assist: Miller 11.
New York: Crawford 28 (11/23), Lee 16. Rimbalzi: Lee 11. Assist: Crawford 8.
Washington-Phoenix 107-122
Guidati dalla genialità di Steve Nash (19 assist) i Suns continuano a volare nella trasferta ad est ed offrono un clinic offensivo anche ai Wizards. Il movimento di palla è una delizia per gli occhi e i 42 assist dei Suns oltre al 55% al tiro ne sono la prova. Nash ha al suo attivo più di 15 assist nelle ultime quattro gare disputate.
Washington: Blatche 19 (8/15), Jamison 16. Rimbalzi: Jamison 11. Assist: Daniels 10.
Phoenix: Stoudemire 27 (12/14), Bell 22. Rimbalzi: Marion 10. Assist: Nash 19.
Orlando-Indiana 109-115
I Pacers espugnano il campo dei Magic recuperando un deficit di 15 punti con un parziale di 14-1 nell’ultimo quarto targato Jamaal Tinsley. Il centro di Orlando Dwight Howard continua a giocare da mvp, ma Indiana si rivela più forte complessivamente con sette giocatori in doppia cifra e il 55% da tre (11/20).
Orlando: Howard 30 (9/13), Lewis 24. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Arroyo 6.
Indiana: Granger 27 (9/20), Tinsley 20. Rimbalzi: Foster 8. Assist: Tinsley 10.
Detroit-Chicago 91-98
I Chicago Bulls cominciano a ingranare dopo il pessimo inizio di stagione. A Detroit confermano i progressi dell’ultima settimana vincendo la quarta delle ultime cinque partite malgrado 15 punti di Chauncey Billups nell’ultimo quarto. I rimbalzi offensivi dei Bulls sono una delle chiavi del successo di Chicago.
Detroit: Billups 27 (7/13), Hamilton 24. Rimbalzi: Prince 8. Assist: Billups 7.
Chicago: Nocioni 22 (7/14), Deng 17. Rimbalzi: Smith 14. Assist: Hinrich 6.
New Jersey-Houston 89-96
Il ritorno di Jason Kidd, dopo il polverone suscitato dalla sua assenza per emicrania nel derby con i Knicks, non dà la spinta necessaria a New Jersey per opporre resistenza a Houston. I soliti McGrady e Yao sostengono gran parte dell’attacco di Houston ma sono aiutati da un positivo supporting cast, e per i Nets arriva l’ennesima sconfitta in casa. È ancora una falsa partenza a condannare i Nets all’inseguimento, mentre T-Mac è incontenibile nel primo tempo con 19 punti. Yao domina in entrambi i lati del campo e rende difficili le penetrazioni degli esterni di New Jersey. A parte Carter e Jefferson offensivamente i Nets sono nulli.
New Jersey: Carter 32 (12/28), Jefferson 29. Rimbalzi: Collins 8. Assist: Kidd 7.
Houston: Yao 25 (9/18), McGrady 24. Rimbalzi: Yao 25. Assist: Battier e McGrady 6.
New Orleans-Memphis 118-116 (OT)
Grande spettacolo a New Orleans dove Chris Paul corona una prestazione fenomenale con il canestro della vittoria per gli Hornets negli ultimi secondi dell’overtime. Per Paul la serata segna il suo career high di 43 punti. Eccellente anche la prova di Rudy Gay per Memphis.
New Orleans: Paul 43 (10/20, 5/7 da tre), West 27. Rimbalzi: Chandler 19. Assist: Paul 9.
Memphis: Gay 31 (12/21), Gasol e Miller 26. Rimbalzi: Gasol 10. Assist: Lowry 9.
San Antonio-Utah 104-98
Sempre senza Tim Duncan gli Spurs continuano a proteggere il campo di casa disfandosi anche dei pericolosi Utah Jazz grazie soprattutto a una nuova prova mostruosa di Manu Ginobili le cue cifre finali sono impressionanti: 37 punti con 19 viaggi in lunetta (e due soli errori), 8 rimbalzi, 6 assist, 3 palle recuperate e 1 stoppata, il tutto in appena 36 minuti.
San Antonio: Ginobili 37 (9/21,17/19), Parker 16. Rimbalzi: Oberto 11. Assist: Parker 7.
Utah: Williams e Boozer 28. Rimbalzi: Boozer 17. Assist: Williams 10.
Sacramento-L.A. Clippers 87-97
Dopo un promettente primo tempo di Sacramento le parti si invertono e i Clippers vanno a vincere limitando i Kings al 38% dal campo. Il migliore degli ospiti è Chris Kaman, prezioso in ogni aspetto del gioco con 26 punti, 12 rimbalzi, 4 assist e 3 stoppate.
Sacramento: Artest 21 (8/22), Moore e Udrih 13. Rimbalzi: Salmons 10. Assist: Miller e Salmons 5.
L.A. Clippers: Kaman 26 (9/12, 8/10 tl), Maggette 18. Rimbalzi: Kaman 12. Assist: Thomas 5.
Seattle-Milwaukee 104-98
I Sonics si sbarazzano di Milwaukee affidandosi al talento di Kevin Durant che sale in cattedra nell’ultimo quarto realizzando canestri importanti che impediscono la rimonta dei Bucks. Durant (che ha anche 5 stoppate e 8 rimbalzi) ingaggia un bel duello con il cecchino Michael Redd e ne esce trionfatore.
Seattle: Durant 35 (9/20, 15/16 tl), Wilcox 14. Rimbalzi: Wilcox 13. Assist: Watson 9.
Milwaukee: Redd 41 (12/24). Rimbalzi: Bogut 11. Assist: Williams 6.