di Aragorn il 11 set 2006, 14:20
MILANO, domenica 10 settembre 2006
Lo sconcerto e l'indignazione che, legittimamente manifestano alcuni telespettatori, merita una risposta chiara e circostanziata. Si dice: è una vergogna dare spazio a uno come Moggi. Lei, Ravezzani, non ha più la nostra stima. Quell'uomo non deve parlare mai più. Dargli voce significa in qualche modo essere collusi con lui.
Bene, io non credo sia così e proverò a spiegarne il motivo. In prima istanza, Luciano Moggi è stato ospite senza alcuno scandalo di trasmissioni e testate giornalistiche nazionali. Voglio ricordare Rai 3 con Ballarò, Rai 2 con Simona Ventura, più tutti i quotidiani sportivi e non. Buon'ultima La Repubblica che pubblica una lunga intervista con Moggi sul pareggio della Juve a Rimini. Non mi risulta che la gente si sia rifiutata di guardare la Rai o non abbia più comprato Gazzetta, Corriere, La Stampa ecc. semplicemente perchè hanno fatto informazione, cioè il loro dovere professionale.
Sappiamo tutti quanto interessi alla gente conoscere le versioni di qualsiasi personaggio pubblico coinvolto in fatti di cronaca. Soprattutto se ne è protagonista. Il problema non è far parlare le persone. Piuttosto, è non essere utilizzati dalle persone. Il problema è fare le domade giuste, senza timori, e permettere a tutti di conoscere le risposte alle domande, anche quelle più scomode.
Io conosco personalmente Luciano Moggi dai tempi in cui, appena ventenne, facevo le telecronache del Torino su Quartarete. Con me è sempre stato gentile e disponibile a qualsiasi intervista, a qualsiasi domanda. E posso garantire di avergliene fatte tante, anche di scomode. Basta leggere gli archivi. E penso che Moggi in tanti anni abbia saputo apprezzare la mia correttezza e (esagero?, massì...) la mia onestà. Le intercettazioni telefoniche estive sul suo cellulare hanno messo in serio imbarazzo alcuni colleghi, che non giudico perchè non è il mio compito, e perchè il mestiere del giudice va fatto con serenità ed equilibrio. Ebbene, io e tanti altri giornalisti possiamo dire, senza tema di smentita, che non abbiamo mai avuto alcun tipo di imbarazzo nel sapere che tutte le nostre conversazioni con Moggi erano state intercettate. Semplicemente perchè non avevamo nulla di imbarazzante da chiedere, nessun favore da sollecitare, nessun ordine o suggerimento da ricevere.
Moggi è sicuramente un uomo molto furbo, che sa riconoscere il carattere e le attitudini della gente. Presumo che mi conosca abbastanza bene da sapere che non sono in vendita, non lo sono mai stato, e mai lo sarò. Forse anche per questo, quando gli ho chiesto di avere un'intervista si è detto addirittura disponibile a partecipare alla nostra trasmissione: perchè sapeva di avere a che fare con una persona corretta. Io gli ho risposto che accettavo volentieri la sfida, a condizione che accettasse tutte le domande che gli avrebbero posto i nostri ospiti. Domande educate, certo, ma senza addomesticamenti. E sarà la prima volta che succede. Cioè, sarà la prima volta che Moggi si confronterà con colleghi seri e preparati, che vogliono avere risposte chiare. E' una bella sfida, certo, per noi e anche per Moggi.
Ma non accetto chi demonizza a prescindere, chi vuole censurare a ogni costo, chi propone di tapparsi le orecchie per non sentire. In questi mesi ho visto dirigenti condannati pesantemente quasi quanto Moggi (Della Valle e Carraro) essere ascoltati con rispetto, a volte con deferenza, e partecipare a ogni genere di dibattito, sostenendo tesi spesso molto discutibili. E nessuno che abbia sollevato la minima obiezione. Perchè adesso qualcuno si scandalizza se Moggi accetta un confronto libero, serio e corretto ad Antenna 3?
Fabio Ravezzani
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»