
Subito senza peli sulla lingua il neo ferrarista Kimi Raikkonen. Carico, determinato e non certo di ghiaccio
"Buon giorno a tutti". Proprio così, in italiano. Sono le prime parole ufficiali da pilota in rosso e Kimi Raikkonen chiarisce subito che anche attraverso i gesti è finita l'era Schumacher. Al tedesco che ha impiegato anni per esprimersi nella lingua del paese della Ferrari ma che alla fine ce l' ha fatta, lui replica esprimendosi subito, senza conoscerla ancora, nella lingua di Dante.
Altro che 'era glaciale' come suggerirebbe il soprannome 'Iceman'. Raikkonen è subito caldo, e lo dice: "Io sono Kimi, non sono Schumacher". Non è spocchia. Semplicemente il finlandese, parlando per la prima volta da pilota Ferrari nel 17o (16 bis, preferiscono dire scaramanticamente gli uomini Philip Morris) meeting organizzato dallo sponsor multinazionale sulle nevi (si far per dire, vista la calura) di Madonna di Campiglio, dice che lui è lui. Che sa con chi si confronta, capisce che la pressione sarà alta, ma non cambierà per questo il suo modo di essere o di lavorare.
A chi temeva un inizio goffo o spento di un pilota apparentemente algido, arriva una risposta rassicurante. Kimi sa il fatto suo, anche in pubbliche relazioni. E si presenta caldamente, rifuggendo luoghi comuni sulle origini nordiche. "Buon giorno a tutti", ci tiene a dire come frase d'esordio nel Centro Congressi della stazione sciistica trentina, prima conferenza stampa ufficiale dell'era Ferrari, chiarendo di sapere "altre parole italiane, una lingua che senza iscrivermi a un corso imparerò pian piano".
"E' la prima volta - dice - che parlo da ferrarista, ma sono già stato diverse volte in azienda a Maranello. Ho trovato un clima rilassante, persone facili con cui lavorare, una famiglia che dà il massimo per ottenere il meglio. Mi dicevano che sarebbe stata difficile, è esattamente l'opposto". Gli obiettivi sono chiari: "Quelli di sempre. Vincere delle gare e possibilmente vincere il campionato. Anche se è chiaro che non ho ancora guidato una rossa ed è presto per sbilanciarmi. E' tutto nuovo, ma tutto sembra volgere al meglio".
E' arrivato a Madonna tirato al burro: "Ho passato un Natale tranquillo, non ho avuto molto da fare. Mi sono allenato, più o meno come gli altri anni. Ma sì, mi sento molto in forma". Soffre la pressione di dover sostituire Schumacher? "In McLaren era analoga la situazione. Ed ero a inizio carriera. Michael ha dominato la F1 e quindi è normale che si facciano confronti. Ma non sento la pressione. Ci vorrà tempo per abituarmi, per capire il nuovo metodo di lavoro. Poi capisco che la pressione in Italia, correndo per la Ferrari, è più dura, che ci sono molte aspettative. Farò del mio meglio e spero sia sufficiente. Poi magari le aspettative di qualcuno andranno deluse. Ma non cambierò il mio metodo di lavoro. Ci sarà più pressione ma non vedo il problema".
Come non vede un guaio nel fatto che Felipe Massa farà debuttare, lunedì, la nuova Ferrari, mentre a lui, tempo permettendo, occorrerà aspettare la fine di gennaio, al Mugello. "Non vedo il problema. Ho fiducia al 100% nei tecnici, e avrò tempo per imparare. Aspetto i primi giri per avere sensazioni dirette".
Qualcuno dice che dovrà cambiare atteggiamento: "Non mi interessa cosa pensino in McLaren. Se avessi fatto come dicevano loro non credo che sarebbero arrivati risultati migliori. Il guaio è che la McLaren non arrivava in fondo. In Ferrari c'é un'altra atmosfera. E' rilassante. Sono felice". Massa lo conosce poco "ma i primi giorni con lui sono stati divertenti, credo che staremo bene. Poi dipende dalle prime gare per vedere chi sarà più veloce".
Le dispiacerebbe se Schumacher provasse la Ferrari? "Non ho parlato con lui. Non so cosa farà. Ma il suo patrimonio di esperienza e di conoscenza del team e delle macchine precedenti sarebbe prezioso". Senza di lui sarà più facile? "Ci saranno altri piloti e altre macchine. Le gomme saranno uguali per tutti e saremo tutti più vicini. La F1 ci perde ma poi si riparte. Con Massa sarà come in McLaren. Avremo lo stesso materiale e le stesse possibilità. Non ci sarà un numero 1 o un numero 2". "La Ferrari è una leggenda - chiude un pilota tutt'altro che glaciale - anche quando non vince. E' speciale e sono felice di vestire di rosso: un colore più caldo dell'argento"
fonte: eurosport